TFA

Anief organizza i ricorsi per l’accesso in sovrannumero dei docenti con 360 giorni di servizio o con il titolo di dottore di ricerca, dopo aver ottenuto l’inserimento degli specializzandi che avevano congelato l’iscrizione alle SSIS grazie anche ai ricorsi avviati a suo tempo al Tar Lazio.

Contestualmente, è stato potenziato il portale e-learning Anief con il caricamento di nuovi test e materiale didattico, elaborati dai supervisori di tirocinio, al fine di preparare i candidati alle prove pre-selettive che si svolgeranno dal 6 al 31 luglio. È ancora possibile iscriversi, inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Sarà fornito in omaggio anche un testo di preparazione alle prove, da ritirare con modalità da concordare.

Il comunicato sul corso on line di preparazione alle prove di accesso al TFA

Basta con la politica degli annunci: il personale della Scuola chiede certezze.

Dopo mesi di annunci e rettifiche, il ministero dell’Istruzione ha finalmente reso pubblico il numero dei posti disponibili e la loro collocazione regionale per le immatricolazioni al Tirocinio Formativo Attivo utile ad acquisire l’abilitazione per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado. L’Anief reputa questo annuncio un importante passo in avanti nell’iter che conduce verso la realizzazione delle prove di accesso e l’avvio dei corsi di abilitazione previsti dal D.M. n. 249/2010.

Il giovane sindacato reputa però fortemente riduttivo che il Miur affermi solamente che vi sarà entro il mese di giugno una selezione regionale per individuare gli oltre 20.000 candidati che frequenteranno i corsi abilitanti. A poche settimane dall’avvio delle prove selettive, infatti, non è stato ancora pubblicato il decreto contenente le tanti disposizioni tecniche che regolano la complessa materia.

Rimangono dunque irrisolti diversi interrogativi, che lasciano ancora oggi interdetti decine di migliaia di laureati interessati a svolgere i corsi a fare l’insegnante. Il ministero dell’Istruzione, ad esempio, dovrebbe chiarire sin d’ora quali sono le modalità attraverso cui si svolgerà nei prossimi anni il reclutamento dei docenti della scuola pubblica. Oppure capire come mai non è stata resa nota la ripartizione dei candidati ad insegnare nella scuola primaria.

Sarebbe utile comprendere anche se l’accesso ai Tfa sarà riservato a candidati già abilitati o se per concorrere basterà essere in possesso del titolo abilitante. È indispensabile poi avere la conferma che la frequenza dei corsi e il superamento degli esami determinerà l’abilitazione ad insegnare una materia associabile alle vecchie o alle nuove classi di concorso. I candidati devono inoltre sapere, sempre prima di iniziare i corsi, se la loro frequenza, con esiti positivi, produrrà l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento. Ma anche l’accesso ai maxi-concorsi, naturalmente in posizioni di riserva da sciogliere all’atto del conseguimento del titolo, degli annunciati concorsi pubblici. Oltre che capire con quale percentuale, in base ai posti vacanti, il conseguimento delle abilitazione permetterà l’accesso ai ruoli.

Sarebbe interessante comprendere una volta per tutte se verrà permesso di salvaguardare il diritto degli insegnanti oggi in esubero di acquisire una nuova abilitazione ed evitare di incappare nella mobilità forzata e nel licenziamento introdotti durante l’ultimo Governo Berlusconi.

Basta con la politica degli annunci: il personale della Scuola ha bisogno di certezze. Di fatti concreti.

 

Avviare con celerità i corsi di abilitazione ed i tirocini formativi attivi, aprendoli anche ai docenti di ruolo in sovrannumero che a seguito delle novità introdotte con il decreto di legge in materia di stabilità, varato il 14 ottobre dal Governo, integralmente replicate nel maxi emendamento, dal prossimo anno rischiano la mobilità forzata e la cassa integrazione: è quel che chiede il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, al ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, dopo le recenti notizie di stallo degli attesi corsi abilitanti le cui selezioni dei candidati sembrava dovessero concretizzarsi nelle prime settimane del nuovo anno.

Secondo il leader dell’Anief non c’è più tempo da perdere, perché sono ormai anni che decine di migliaia di candidati a svolgere la professione di insegnante attendono con ansia l’avvio delle procedure di accesso: “i corsi abilitanti devono partire subito, magari, prevedendo con uno specifico decreto legge, l’inserimento in sovrannumero del personale già abilitato al fine di favorirne la riconversione professionale ed evitare cassa-integrazione e licenziamento vista la riforma della scuola approvata nell’ultimo triennio”.

“Inoltre – continua Pacifico - nel rispetto di quanto previsto dall’Europa in merito alla liberalizzazione delle professioni e al riconoscimento comunitario sarebbe anche auspicabile prevedere una finestra di entrata per tutti quei docenti precari che hanno maturato un servizio di 360 giorni, come avvenuto in passato. Oltre che la partecipazione di tutti quei docenti abilitati e degli Insegnanti tecnico pratici in condizione di sovrannumero, spesso privi di altre abilitazioni”.

Nei prossimi giorni, dopo quello del 6 dicembre, è previsto un ulteriore confronto tra i sindacati ed i tecnici del Miur, forse anche con il ministro Profumo: il presidente dell’Anief “consiglia al ministro di non perdersi nella sterile concertazione con quelle organizzazioni sindacali che s’impegnano a chiedere nuovi concorsi per degli aspiranti docenti che per accedere alla professione sono stati già valutati tre volte: nella fase iniziale, dimostrando di conoscere a fondo materie e programmi in occasione dell’ultimo concorso a cattedra; in quella intermedia, in itinere, attraverso lo studio delle materie e la frequentazione dei laboratori oggetto del corso universitario professionalizzante; infine in uscita, superando l’esame di stato abilitante”.

“Se si vuole veramente assumere del personale basta riaprire le graduatorie ad esaurimento e laddove le graduatorie di merito sono esaurite inserire il personale abilitato presso le Università, Ssis o gli stessi TFA. Su questi temi – ha concluso Pacifico - è utile il confronto per evitare una nuova guerra dei poveri nelle aule dei tribunali che blocchi ogni procedura di assunzione”.

C’è delusione tra il personale ed i sindacati della scuola per l’emanazione, avvenuta poche ore prima che il nuovo Ministro Francesco Profumo approdasse al Miur, dei due decreti sulle modalità di svolgimento delle prove di accesso ai Tirocini formativi attivi (TFA) e ai percorsi formativi di abilitazione per scuola dell'infanzia e primaria. Oggi l’Anief, che nelle ultime settimane ha chiesto più volte al Ministero dell’Istruzione di salvaguardare i diritti e l’esperienza acquisita negli anni dal personale precario, ha deciso di impugnare i due decreti contenenti la “definizione delle modalità di svolgimento e delle caratteristiche delle prove di accesso ai percorsi di tirocinio formativo attivo” e “dei percorsi formativi di abilitazione per la scuola dell’infanzia e per la scuola materna”.

Abbiamo deciso di ricorrere contro quanto deciso dal Miur – ha dichiarato Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief – perché vogliamo che sia garantito l’accesso, a questo punto come sovrannumerari, di chi ha prestato servizio dal 2005 ad oggi. Tra questi risultano particolarmente danneggiati coloro che hanno accumulato tre anni di anzianità, un periodo più che sufficiente secondo la normativa europea per accertare sul campo la professionalità raggiunta”.

L’Anief contesta al Miur anche la bassa considerazione che nel regolamento sulla selezione viene data al titolo di Dottore di Ricerca: una scelta davvero sorprendente, visto che prima dell’emanazione del decreto dell’11 novembre sembrava destinato ad essere collocato tra i titoli preferenziali di accesso alla professione di insegnante. “Questo mancato riconoscimento – sostiene Pacifico – danneggia anche tutti coloro che sono già in possesso di un’abilitazione, negandogli la possibilità di acquisire del punteggio utile anche a contrastare la mobilità forzata, la cassa integrazione e il licenziamento introdotti di recente per tutti coloro che dal prossimo anno si troveranno in condizione di sovrannumerarietà”.

L’Anief ritiene che questa errata scelta nelle formulazione del regolamento selettivo è particolarmente grave, perché cade mentre è in corso la “battaglia” politica, giudiziaria e sindacale sull’accesso nelle Graduatorie ad Esaurimento dei docenti abilitati negli ultimi anni nelle Facoltà di Scienze della Formazione Primaria, nei Conservatori e nelle Accademie. Una questione peraltro sollevata anche oggi alla Camera dell’On. Tonino Russo, componente per il Pd della Commissione Cultura.

Il leader del giovane sindacato sottolinea che non vuole rinviare l’avvio dei corsi per svolgere i Tfa: “è una scelta che danneggerebbe gli insegnanti coinvolti, ma nello stesso tempo non possiamo tacere sulla disparità di trattamento verso degli insegnanti che hanno dimostrato negli anni di possedere le competenze utili allo svolgimento dei corsi abilitanti in via di attuazione. Disparità – continua Pacifico – che si evidenzia anche nella spendibilità del titolo abilitante, utile ad entrare solo nelle graduatorie di seconda fascia, e nel silenzio che riguarda i corsi di abilitazione della secondaria superiore. Sono problemi che vanno affrontati e risolti sin da subito: in caso contrario il sindacato sarà costretto a ricorrere, come extrema ratio, alla via giudiziaria”.

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