MIUR travolto dai ricorsi pettine ANIEF: ‘condotta ostruzionistica e inadempiente’. Nuova condanna per lite temeraria

Il “tornado” dei ricorsi pettine patrocinati dall'ANIEF travolge il Ministero dell'Istruzione con una nuova pesante condanna per lite temeraria e numerose sentenze di accoglimento ottenute nei tribunali di tutta Italia. Gli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, coordinando i nostri legali sul territorio, continuano ad ottenere soddisfazione e giustizia in favore dei nostri iscritti. Per colpa delle avventate scelte politiche orientate dalla Lega, che aveva imposto il blocco dei trasferimenti e la collocazione dei docenti in quelle che sono state definite le “code della vergogna”, lo Stato continua a pagare ingenti condanne alle spese e cospicui risarcimenti danni per lite temeraria ex art. 96 c.p.c.

Dopo la favorevole sentenza di Termini Imerese, l'ANIEF, avvalendosi dell'esperienza e della professionalità dell'Avv. Michele Speranza, ottiene un nuovo provvedimento di pieno accoglimento in favore di una nostra iscritta presso il Tribunale di Napoli e una nuova condanna a carico del MIUR “al pagamento alla ricorrente, a titolo di risarcimenti del danno ex art. 96 c.p.c., della somma di euro 7.000,00 oltre interessi legali dalla data odierna al soddisfo”. Anche le spese legali, che ammontano a ben 4.560 Euro, sono a carico dell'Amministrazione soccombente.

Da tempo l'ANIEF aveva denunciato la condotta riprovevole del MIUR nel perseverare con pervicace ostinazione a non ottemperare alle numerose pronunce emesse nel corso degli anni in favore dei ricorrenti “pettine”; il Giudice di Termini Imerese, condannando il Ministero per lite temeraria ex art. 96 c.p.c., aveva già correttamente ravvisato a carico del MIUR una “preoccupante (nell’ottica dell’art. 113 Cost.) ritrosia ad accettare ed eseguire le pronunce giurisdizionali”. In sentenza il Giudice si è espresso in maniera chiara e lapidaria, ritenendo di dover emettere condanna nei confronti del Ministero in quanto “nonostante l’uniforme orientamento espresso dalla giurisprudenza di merito in senso favorevole ai ricorrenti, del tutto ovvio ed inevitabile una volta dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 comma 4ter D.L. 134/09, il Ministero ha continuato a serbare una condotta ostruzionistica ed inadempiente”.

La sentenza di pieno accoglimento delle richieste ANIEF, lascia ben poco spazio alle interpretazioni e stabilisce che il MIUR, con la sua pervicace ostinazione, ha colpevolmente costretto “i ricorrenti (“questi” ricorrenti come centinaia o forse migliaia in tutta Italia) ad ulteriori e defatiganti iniziative giudiziarie, con danno, fra l’altro, per l’amministrazione giudiziaria nel suo complesso”. La condanna ex art. 96 c.p.c. del MIUR viene, dunque, stabilita “tenendo conto degli anni occorsi per l’affermazione del diritto dei ricorrenti e dunque del protrarsi, per loro, di una sgradevole situazione di incertezza e conflittualità”.

Il “tornado” dei ricorsi Pettine ANIEF, nell'ultima settimana, ha travolto il MIUR con numerose soddisfacenti sentenze; le ultime arrivano dal Tribunale di Prato (Avv. Simona Fabbrini); dal Tribunale di Bologna (Avv. Tiziana Sponga), dal Tribunale di Torino (Avv.ti Maurizio Ragusa e Giovanni Rinaldi), dai Tribunali di Chieti e di Pescara (Avv. Francesca Marcone) e riconoscono il diritto all'immissione in ruolo dei nostri iscritti in virtù del loro corretto inserimento "a pettine", con conseguente condanna alle spese di lite a carico dell'Amministrazione soccombente per un totale di 13.800 Euro.

Forte della ormai consolidata e univoca giurisprudenza favorevole, L'ANIEF sta ottenendo giustizia demolendo in Tribunale le illegittime statuizioni imposte dalla Lega nell'avventato tentativo di comprime il diritto costituzionalmente garantito alla mobilità territoriale e all'immissione in ruolo in base al merito. Attraverso le decine di sentenze favorevoli ottenute, inoltre, il sindacato ha dato degna risposta a quei “falsi profeti” che tempo fa davano per certo l'arrivo di un nuovo “tesoretto” in favore del MIUR a discapito dei nostri iscritti: la serietà e la competenza nel difendere e tutelare i diritti costituzionalmente garantiti si dimostrano solo con i fatti e non con le vane parole. Il tempo ci ha dato ragione e il Ministero dell'istruzione, è proprio il caso di dirlo, sta imparando la lezione pagandone (tutte) le spese.