Trasferimenti negati per 5 anni ai neo-assunti: un paradosso tutto italiano che deve finire

Anief conferma la volontà di ricorrere contro questo blocco che viola l’articolo 8 della Cedu. E che diventa ancora più anacronistico dal momento che si sta discutendo sempre più seriamente sulla necessità di abolire le province. I dubbi aumentano se, come sembra, il trasferimento sarebbe possibile per i neo-assunti che chiedono il passaggio di ruolo o di cattedra.

Continua a destare sconcerto la decisione dello Stato italiano di vietare per un quinquennio il trasferimento interprovinciale degli immessi in ruolo a partire dall’anno scolastico 2011/2012: in questi giorni, infatti, ad almeno 30 mila insegnanti e Ata assunti a partire dal 1° settembre 2011 è stato negato di potersi avvicinare ai loro figli, coniugi, compagni e genitori. Negando loro pure l’assegnazione provvisoria annuale anche qualora vi fossero “cattedre” e posti liberi nella loro provincia di residenza.

Tutta colpa degli effetti nefasti dell’applicazione del CCNI del 29 febbraio, 13 luglio e 6 dicembre 2012. Oltre che dell’approvazione dell’art. 9, c. 21 della Legge 106/2011. Attraverso quest’ultimo articolo è stato stabilito, in particolare, che "il personale docente, assunto a tempo indeterminato dopo l'entrata in vigore della legge, nell'anno scolastico 2011/12 o successivi, non può partecipare ai trasferimenti per altra provincia per un quinquennio a far data dalla decorrenza giuridica della nomina in ruolo".

La norma, peraltro, sembrerebbe lasciare aperto più di uno spiraglio per i passaggi di cattedra e di ruolo di tipo interprovinciale. A tal proposito viene da chiedersi se si siamo di fronte ad un “buco” normativo, ad una dimenticanza, oppure ad una precisa volontà del legislatore. Se dovesse rivelarsi esatta quest’ultima ipotesi, con l’apertura concessa solo ai neo-assunti che chiedono di cambiare classe di concorso o livello scolastico, sarebbe ancora più evidente la discriminazione in atto.

“In ogni caso – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief – quanto sta accadendo per il secondo anno consecutivo rappresenta un palese oltraggio dell’articolo 8 della Convenzione dei diritti dell’uomo, attraverso cui si tutelano gli interessi superiori del fanciullo. Inoltre, come ha ricordato a più riprese la Corte di Strasburgo, lo Stato ha il dovere di adottare tutte le misure necessarie al rispetto della vita familiare e alle relazioni tra gli individui appartenenti a una famiglia. E tutto ciò diventa ancora più paradossale, dal momento che si bloccano decine di migliaia di docenti proprio mentre si sta discutendo sempre più seriamente sulla necessità di abolire le province”.

È bene ricordare che per essere adeguate queste misure atte a riunire, ad esempio, un genitore con il proprio figlio, devono essere prese rapidamente: “il passare del tempo – sottolinea Pacifico - può avere delle conseguenze irrimediabili nelle relazioni affettive tra un bambino e il suo genitore costretto ad allontanarsi da lui. È evidente che quella norma contenuta nella legge 106/2011 blocca-trasferimenti deve essere cancellata”.

In attesa dell’esito di centinaia di ricorsi presentati ai giudici del lavoro, il sindacato conferma la volontà di rivolgersi alla Corte Costituzionale, proprio per l’evidente violazione dell’articolo 8 della Cedu. E qualora non bastasse, nel caso la giustizia nazionale non dovesse prendere misure appropriate per creare le condizioni necessarie all’esercizio effettivo del diritto di unione familiare, l’Anief si rivolgerà anche alla Corte di Strasburgo: i legali del giovane sindacato hanno già predisposto la richiesta dei danni morali, che nelle ultime cause sono stati quantificati in 15.000 euro più le spese di giudizio sostenute dal ricorrente nelle giurisdizioni interne.

I lavoratori docenti e Ata di ruolo assunti a partire del 1° settembre 2011 interessati all’assegnazione provvisoria e che non rientrano nelle categorie protette – gravi motivi di salute, figli piccoli, assistenza a disabili - possono chiedere chiarimenti o informazioni sulle istruzioni operative scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..