Proroga blocco scatti stipendiali fino a tutto il 2014: semaforo verde dalle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera

Critica Anief-Confedir: così si andrà verso una nuova stagione di ricorsi, visto che a novembre la Consulta si pronuncerà sulla costituzionalità del blocco già disposto per il triennio 2010-2013 per via di 17 pronunce dei tribunali amministrativi e del lavoro.

Le Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati hanno espresso parere favorevole all’ulteriore blocco dei contratti e delle retribuzioni dei dipendenti pubblici sino alla fine del 2014. Secondo Anief-Confedir si tratta di una proroga che viola, come richiamato dagli stessi deputati, il suo “carattere del tutto eccezionale e provvisorio”.

Per il sindacato dei dirigenti si tratta di un’indicazione incoerente, poiché gli stessi componenti delle Commissioni rilevano come “le esigenze connesse agli obiettivi di bilancio devono in ogni caso essere perseguite con criteri di proporzionalità e ragionevolezza e nel rispetto del principio di eguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione e conformemente agli altri valori tutelati dalla Costituzione”. Inoltre, sempre le stesse Commissioni parlamentari ricordano che “l'articolo 36 della Costituzione attribuisce al lavoratore ‘il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro’ e che è legittimo che i lavoratori abbiano adeguamenti contrattuali correlati all'andamento dell'inflazione”.

Prorogare, quindi, ulteriormente il blocco degli stipendi a dipendenti il cui potere di acquisto è fermo a 20-25 anni fa diventa particolarmente grave. “Per quanto riguarda la scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri – la gravità del blocco è ancora più forte, perché sconfessa il pagamento degli scatti già disposto grazie ai tagli disposti sul fondo destinato alle scuole relativo al miglioramento dell’offerta formativa”.

“Infine è inutile rinnovare il contratto solo da un punto di vista normativo, quando con la privatizzazione del rapporto di lavoro del pubblico impiego, su cui punta il Governo, diventa rilevante la definizione dell’aspetto economico ai fini delle progressioni di carriera e dell’adeguamento degli stipendi al caro vita”, conclude il sindacalista Anief-Confedir.

Il sindacato preannuncia, quindi, che se il Governo – cui spetta la decisione finale sul blocco dei contratti – dovesse emanare il provvedimento di proroga, proseguirà l’iter dei ricorsi al tribunale del lavoro, al fine di ottenere nel prossimo mese di novembre la declaratoria di incostituzionalità.