Nel testo di riforma che sarà votato nei prossimi giorni dalla Commissione Cultura della Camera continuano a figurare la mancata assunzione dei 23.000 docenti della scuola dell'infanzia e il divieto delle supplenze su posti vacanti e disponibili oltre i 36 mesi, con la sola esclusione dell'effetto retroattivo. Nessuna novità anche per altri grandi esclusi dalle assunzioni: chi ha svolto Tfa e Pas non entrerà nelle GaE, al pari degli idonei dell’ultimo concorso. Rimangono in vita anche gli albi territoriali, che avranno una dimensione sub-provinciale, con i dirigenti scolastici che avranno facoltà di scegliere i docenti sulla base del curriculum. Nessuna retromarcia neppure sulla premialità: i 200 milioni di euro da assegnare agli insegnanti più meritevoli, verranno distribuiti dai presidi.
Il sindacato: oltre ai 30mila docenti precari rimasti esclusi dal piano di assunzioni straordinario, ci sono altri 50mila supplenti, solo per la scuola magistrale, tutti regolarmente abilitati e con sufficiente servizio alle spalle, che hanno diritto ad entrare in quelle graduatorie per effetto dei ricorsi Anief.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): coloro che sono inseriti nelle GaE hanno diritto all’aggiornamento triennale ma anche all’immissione in ruolo nelle materie di competenza. Non assolvere a questo obbligo, visto che siamo anche in presenza di docenti con oltre 36 mesi di servizio svolto, come indicato dalla Commissione di giustizia europea, comporta un errore dalle conseguenze rilevanti. Allo stesso modo, rimane irrisolto il problema della seconda fascia d’Istituto, dove sono inseriti più di 80mila docenti abilitati. Eppure l’Europa l’ha detto chiaramente che vanno stabilizzati: esimersi dal farlo significa solo voler aumentare tensioni, disillusioni, allontanarsi dalla normativa sovranazionale prevalente su quella territoriale.
Il confronto voluto dal Pd con le associazioni e sindacati sul disegno di legge 2994 non ha prodotto grandi risultati. Secondo la rivista Orizzonte Scuola, nel testo di riforma che sarà votato nei prossimi giorni dalla Commissione Cultura della Camera continuano a figurare la mancata assunzione dei 23.000 docenti della scuola dell'infanzia e il divieto delle supplenze su posti vacanti e disponibili oltre i 36 mesi, con la sola esclusione dell'effetto retroattivo. Nessuna novità anche per altri grandi esclusi dalle assunzioni: chi ha svolto Tfa e Pas non entrerà nelle GaE, al pari degli idonei nell’ultimo concorso. Rimangono in vita anche gli albi territoriali, che avranno una dimensione sub-provinciale, con i dirigenti scolastici che avranno facoltà di sceglierei docenti sulla base del curriculum. Nessuna retromarcia neppure sulla premialità: i 200 milioni di euro da assegnare agli insegnanti più meritevoli, verranno distribuiti dai presidi, affiancati da un Comitato di valutazione di cui faranno parte due docenti, un rappresentante degli studenti ed uno dei genitori.
Se però il partito di maggioranza non arretra, il sindacato fa altrettanto. Chi governa la scuola, infatti, non può ledere i diritti dei suoi lavoratori e degli studenti che la frequentano. Sulle graduatorie ad esaurimento, tanto per cominciare, sarebbe assurdo pensare di attuare un piano che porti alla loro chiusura: oltre ai 30mila docenti precari rimasti esclusi dal piano di assunzioni straordinario, di cui 23mila appartenenti alla scuola dell’Infanzia, ci sono altri 50mila supplenti, solo per la scuola magistrale, tutti regolarmente abilitati e con sufficiente servizio alle spalle, che hanno diritto ad entrare in quelle graduatorie per effetto dei ricorsi che Anief ha prodotto o sta producendo (a tale scopo ha posticipato sino al 15 maggio la possibilità di impugnare l’esclusione illegittima)
Per quanto riguarda i 200 milioni stanziati per un merito professionale ancora tutto da definire, Anief ribadisce quanto detto alla rappresentanza PD solo ventiquattrore fa: per incentivare le buste paga del personale scolastico, ferme al 2009 e sotto di 4 punti percentuali rispetto all’inflazione, servono soldi freschi, ad iniziare dal ripristino dell’indennità di vacanza contrattuale e di un ‘forfait’ pari ad almeno 60 euro mensili a dipendente. I 200 milioni destinati al merito, piuttosto che assegnarli al solito ‘clan’ del dirigente scolastico (non cambia molto la sostanza se vi si affianca qualche docente, ancora meno una rappresentanza dell’utenza scolastica), sarebbe decisamente più utile utilizzarli per incrementare le assunzioni. In tal modo, risolvendo anche il problema delle mancate immissioni in ruolo da GaE.
“In caso contrario, permanendo precari decine di migliaia di docenti abilitati - sottolinea Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir –, il Parlamento autorizzerà un contenzioso enorme: da un punto di vista giuridico, infatti, coloro che sono inseriti nelle GaE hanno diritto all’aggiornamento triennale ma anche all’immissione in ruolo nelle materie di competenza. Non assolvere a questo obbligo, visto che siamo anche in presenza di docenti con oltre 36 mesi di servizio svolto, come indicato dalla Commissione di giustizia europea, comporta un errore dalle conseguenze rilevanti”.
“Rimane anche irrisolto – continua il sindacalista Anief-Confedir – il problema della seconda fascia d’Istituto, dove sono inseriti più di 80mila docenti abilitati: non si possono mortificare in questo modo, abbandonandoli al loro destino, dopo averli formati con le stesse modalità dei precedenti immessi in ruolo. L’Europa l’ha detto chiaramente che vanno stabilizzati: esimersi dal farlo significa solo voler aumentare tensioni, disillusioni, allontanarsi dalla normativa sovranazionale prevalente su quella territoriale. Per questi motivi l’azione della maggioranza e del Governo appare poco lungimirante: continuando a tenere la testa sotto la sabbia, stanno portando lo Stato italiano verso un enorme contenzioso, di cui dovranno rispondere davanti ai tribunali della Repubblica e della Curia europea. Le cui conseguenze – conclude Pacifico – ricadranno ancora una volta sulle tasche degli incolpevoli cittadini contribuenti italiani”.
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