Le novità è contenuta nella Nota Miur 16977, pubblicata a seguito del CCNI firmato con le organizzazioni sindacali l’11 aprile scorso: gli insegnanti si accingono ad approvare 'una deliberazione del Collegio dei docenti, su proposta del Dirigente scolastico, sul numero e la specifica dei requisiti da considerare utili ai fini dell’esame comparativo delle candidature dei docenti titolari su ambito territoriale'. Il loro parere dovrà necessariamente essere espresso, tramite formale delibera, per la scuola primaria entro venerdì prossimo; per l’infanzia non oltre il 31 maggio; i docenti delle scuole medie di primo grado dovranno invece esprimersi entro il 14 giugno; gli ultimi a dire la loro, saranno i collegi dei docenti delle superiori, la cui scadenza è stata fissata al prossimo 30 giugno. Subito dopo, sarà cura del dirigente scolastico stabilire i criteri, individuati 'in numero non superiore a sei'.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal) ricorda che la proposta presentata dal preside dovrà comunque mantenere il pieno rispetto di quanto indicato dagli stessi insegnanti dell’istituto attraverso il Piano triennale dell’offerta formativa. Comunque, anche il nuovo meccanismo potrebbe essere vanificato dal ricorso Anief contro la formula della chiamata diretta: le nostre doglianze, basate su rilievi di legittimità costituzionale, sono state discusse in udienza pubblica presso il Tar Lazio. Per noi, l’anzianità di servizio dovrebbe avere un peso notevole nella scelta del nuovo insegnante da assumere dagli ambiti territoriali: l’unico vero criterio per selezionare il personale statale rimane infatti sempre quello del merito oggettivo, che non può prescindere dal punteggio assegnato a ogni lavoratore attraverso l’esame dei suoi titoli acquisiti e servizi svolti. Per questi motivi, per noi la chiamata diretta rimane illogica a incostituzionale.
Dopo il via libera allo sciopero UDIR del 25 maggio giunto ieri dalla Commissione di garanzia e la comunicazione del Miur, i presidi che intendono aderire possono finalmente porre in essere gli adempimenti previsti dalla normativa vigente. I dirigenti scolastici, infatti, possono scioperare solo previa comunicazione al direttore generale del proprio Ufficio Scolastico Regionale. UDIR mette a disposizione la modulistica.
ROMA, 16 MAG - La lista d'attesa per l'assunzione dei precari della scuola rimane lunga: su 116 mila docenti, solo meno della metà verranno assunti. E' la stima fatta dall'associazione sindacale Anief, secondo la quale "il conteggio deriva dalla somma dei precari abilitati vincitori di concorso presenti nelle Graduatorie di Merito e in quelle a esaurimento: Campania, Lazio, Lombardia e Sicilia sono le regioni che presentano il maggior numero di docenti ancora da immettere in ruolo. La maggior parte dei precari è presente nella graduatoria della scuola d'infanzia e in particolare in Sicilia e Lazio. Segue l'insieme dei docenti delle secondarie di I e II grado, quindi la primaria. Per avere un quadro completo della gravità della situazione, occorre anche considerare, in lista di attesa, anche i 250 mila insegnanti precari collocati nelle graduatorie d'istituto, sia come abilitati sia come laureati con titolo acquisito".
Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal), "stando così le cose il quadro del precariato scolastico italiano è destinato a peggiorare. Noi, però, non stiamo a guardare. Abbiamo impugnato lo stato di stallo dei nostri governanti in tutte le sedi possibili: nei tribunali italiani, dove non si contano più le sentenze favorevoli ai ricorrenti, con risarcimenti danni riguardanti i mancanti scatti di anzianità, i periodi estivi e la stabilizzazione ritardata oltre modo; ci siamo poi rivolti alla giustizia transnazionale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti". (ANSA).
I dirigenti scolastici in sciopero il 25 Maggio
Il conteggio deriva dalla somma dei precari abilitati vincitori di concorso presenti nelle Graduatorie di Merito e in quelle a esaurimento: Campania, Lazio, Lombardia e Sicilia sono le regioni che presentano il maggior numero di docenti ancora da immettere in ruolo. La maggior parte dei precari è presente nella graduatoria della scuola d’infanzia e in particolare in Sicilia e Lazio. Segue l’insieme dei docenti delle secondarie di I e II grado, quindi la primaria. Per avere un quadro completo della gravità della situazione, occorre anche considerare, in lista di attesa, anche i 250mila insegnanti precari collocati nelle graduatorie d’istituto, sia come abilitati sia come laureati con titolo acquisito.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): stando così le cose il quadro del precariato scolastico italiano è destinato a peggiorare. Noi, però, non stiamo a guardare. Abbiamo impugnato lo stato di stallo dei nostri governanti in tutte le sedi possibili: nei tribunali italiani, dove non si contano più le sentenze favorevoli ai ricorrenti, con risarcimenti danni riguardanti i mancanti scatti di anzianità, i periodi estivi e la stabilizzazione ritardata oltre modo; ci siamo poi rivolti alla giustizia transnazionale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Le impugnazioni del giovane sindacato sono o stanno per essere recepite dal Consiglio d’Europa, dalla Commissione per le Petizioni del Parlamento Ue e dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo, sempre per consentire la stabilizzazione di tutto il personale docente e Ata scolastico. Anief ricorda che è ancora possibile effettuare la preadesione al ricorso per l’inserimento immediato nelle GaE, a seconda della propria posizione da tutelare, collegandosi on line sul portale Anief. Per ulteriori informazioni sui ricorsi Anief e agire in tribunale per ottenere le medesime progressioni stipendiali dei lavoratori a tempo indeterminato, il risarcimento del danno per illecita reiterazione di contratti a termine e l’eventuale stabilizzazione, cliccare qui.
Anche dopo gli investimenti del Governo Renzi, a oggi in Italia non esiste una scuola a norma. I nostri dirigenti scolastici rischiano la pena dell’arresto o dell’ammenda, la sanzione pecuniaria amministrativa, perché sono individuati come datori di lavoro. Poi, però, a ben vedere, sono sprovvisti del potere di spesa per la gestione e manutenzione delle strutture e degli impianti dei plessi. A tal fine deve essere cambiato il Testo Unico sulla materia con un capo specifico che passi la responsabilità dal conduttore al proprietario dell’immobile. Perché tutto ciò comporta un’amplificazione dei rischi fisici per i fruitori dell'edificio. Ai numeri negativi si aggiungono le notizie di cronaca, come quelle di pochi giorni fa, quando le istituzioni sono state costrette a chiudere tre scuole del casertano. Un altro motivo per aderire allo sciopero Udir dei dirigenti scolastici del prossimo 25 maggio, confermato in queste ore dalla Commissione Garanzia.
Marcello Pacifico (Confedir-Udir): se i dirigenti dovessero arrivare a chiudere le scuole da loro dirette non si pensi di denunciarli per aver commesso reato di interruzione di pubblico servizio. Perché i presupposti per aver preso una decisione del genere sono stati messi su non certo dai presidi ma, piuttosto, dall’amministrazione centrale che gestisce scelte e fondi. Il tutto avviene mentre gli stessi capi d’istituto subiscono l’ennesimo taglio degli stipendi. Il sindacato Udir mette a disposizione un proprio team di esperti su questi problemi specifici, impegnandosi nel contempo a chiedere una modifica parlamentare delle norme.
Ancora una volta i legali Anief ripristinano la legalità e fanno condannare il Ministero dell'istruzione per illecita reiterazione di contratti a termine. Per ottenere il rispetto della propria professionalità, è ancora possibile aderire ai ricorsi Anief.
Palese discriminazione nei confronti dei docenti precari e abuso di contratti a termine, questo quanto emerge dalla nuova sentenza ottenuta dall’ANIEF presso il Tribunale del Lavoro di Bologna che condanna il Ministero dell’Istruzione per violazione di norme comunitarie nei confronti di un docente precario cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi nel corso degli anni. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Tiziana Sponga – che da anni tutelano con successo in tribunale i diritti dei lavoratori della scuola – ottengono la condanna del Miur al pagamento di circa 15mila euro tra risarcimento danni e condanna alle spese di giudizio.
Marcello pacifico (Anief-Cisal): sfruttare per anni il lavoro a termine reiterando contratti su posti vacanti e disponibili o non riconoscere ai precari la progressione stipendiale legata all’effettiva anzianità di servizio realizza un illecito e pone in essere una disparità di trattamento non sorretta da ragioni oggettive che contrasta con i principi comunitari in materia di lavoro a tempo determinato così come interpretati dalla Corte di Giustizia. Sono anni che ci battiamo e tuteliamo i diritti dei lavoratori della scuola per ottenere il rispetto della loro professionalità e proseguiremo in tutte le sedi opportune la nostra battaglia.
L'Anief ricorda a tutti i docenti ancora precari che è sempre possibile aderire agli specifici ricorsi promossi dal nostro sindacato.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.