Varie norme della scuola, a partire dal Testo Unico, il decreto legislativo 297/1994, prevedono che i dirigenti scolastici possano irrogare al personale docente esclusivamente le sanzioni del richiamo scritto e della censura, mentre quelle di grado superiore (dalla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino al licenziamento) vanno gestite dall’Ufficio Procedimenti Disciplinari attivo presso ogni direzione scolastica regionale. Secondo l’Anief la norma non deve cambiare, perché la concentrazione di un potere sanzionatorio maggiore rispetto all’attuale nelle mani del dirigente scolastico non sarebbe salutare per il personale e nemmeno per la scuola tutta: il sindacato autonomo l’ha fatto presente già dal primo confronto sulla “responsabilità disciplinare per il personale docente ed educativo” collocato all’interno dalla sequenza contrattuale del Contratto collettivo nazionale di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21.
Sulla Carta del docente continuano ad arrivare sentenza favorevole agli insegnanti precari. Una delle ultime arriva dal Tribunale del lavoro di Pisa, dove un insegnante, difeso dai legali che operano per Anief, ha chiesto il “riconoscimento del beneficio economico della cd. ‘Carta del docente’”, dopo avere svolto quattro annualità da precario (tra il 2019 e il 2023) senza vedersi assegnare nulla dall’amministrazione: il giudice ha dato piena ragione al precario condannando il Ministero al pagamento di 2.000 euro e oltre 1.000 per spese processuali varie.
A una settimana dal deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Ue per l’abuso dei contratti a termine, intrapreso alcun giorni fa dalla Commissione Europea, cominciano ad arrivare le prime sentenze dei tribunali del lavoro con risarcimenti danni importanti a favore dei precari che hanno presentato ricorso. Uno di questi è stato prodotto dal Tribunale di Enna, dove il giudice ha applicato per la prima volta il decreto legge Salva Infrazioni 2024, che ha raddoppiato da 12 a 24 mensilità il risarcimento massimo riconoscibile in Italia, garantendo all’insegnante ricorrente ben 14 stipendi, per un indennizzo totale a suo favore di circa 32.000 euro.
Il tribunale di Palermo ha dato un’altra volta ragione a un precario: il giudice ha infatti confermato che durante le vacanze di Natale e Pasqua i docenti precari sono in servizio, non in ferie. Dunque, il ministero è stato condannato a versare oltre 4mila euro a favore del docente assistito dai legali Anief.
Sulla Carta dei docenti ai precari le sentenze dei tribunali si confermano a senso unico. Anche a Trapani il giudice ha dato piena ragione alla tesi sostenuta dai legali Anief in difesa di un insegnante che lo scorso anno scolastico, il 2023-2024, a svolto una supplenza annuale formandosi a proprie spese.
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