ROMA, 11 NOV - "Aumenti stipendiali, indennità di trasferta e pensioni dignitose a 61 anni": Anief, aderente a Cisal, ha segnalato le priorità nella memoria consegnata da Cisal oggi nell'incontro con il Governo. Per il personale scolastico, Anief chiede stipendi allineati all'inflazione, parità economica e giuridica tra precari e docenti di ruolo, valorizzazione Ata, docenti sostegno, middle management, indennità trasferta, pensione a 61 anni, Riscatto gratuito degli anni formazione, mobilità senza vincoli, organico di fatto allineato a quello di diritto, doppio canale di reclutamento che includano gli idonei e i precari storici, maggiori risorse per la scuola. "Invitiamo il Governo a rimuovere i vincoli sulla mobilità territoriale del personale scolastico che deve essere favorita, insieme a quella intercompartimentale, alla tutela del diritto all'assegnazione provvisoria per contemplare il diritto alla famiglia con quello al lavoro", commenta Marcello Pacifico, leader del sindacato. (ANSA).
Cresce in modo continuo la quota mensile dei risarcimenti garantiti dell’Anief in Tribunale: nel mese di ottobre è arrivata a un milione e 673mila euro la quota di soldi recuperati nelle aule di giustizia con protagonisti dei dipendenti della scuola, la maggior parte dei quali insegnanti e Ata precari. Sommando questa considerevole cifra a quella dei nove mesi passati, dall’inizio dell’anno in corso siamo arrivati a circa 12 milioni e 336mila euro di risarcimenti assicurati, frutto di ben 5.151 sentenze favorevoli emesse nei Tribunali del lavoro sparsi per tutto il territorio italiano.
Da molti anni Anief si avvale della collaborazione degli enti di formazione Eurosofia ed E-SOFIA, specializzati nella formazione e nell'innovazione di tutti gli attori del comparto scuola: Dirigenti scolastici, docenti, personale ATA e studenti.
L’Ocse ha rilevato che nel secondo semestre del 2023 solo in Italia gli stipendi non sono aumentati. Quanto appreso non sorprende il sindacato Anief, che ha denunciato la differenza già un anno e mezzo fa, quando da gennaio 2023 il tasso dell'indennità di vacanza contrattuale era rimasto praticamente quasi uguale al 2022, con appena lo 0,5% di incremento a fronte di una inflazione dell'8,1%.
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