L’esame finale del secondo ciclo scolastico, una volta considerato una prova cruciale, è stato depotenziato: sono previste meno prove, solo due scritti e un’orale, una riduzione dei punteggi derivanti degli esiti diretti dell’esame stesso. In assoluto, l’esame assume una valenza ridotta. Per quanto riguarda l’ammissione, dopo un tira e molla durato mesi, il nuovo esame prevede che si potrà accedere solo avendo la sufficienza in tutte le discipline, fatta salva la possibilità per il Consiglio di classe di ammettere anche lo studente che ha un voto inferiore a sei. Diventeranno fondamentali le attività di alternanza Scuola-Lavoro: per gli studenti sarà requisito d'ammissione agli Esami di Stato, in pratica, l’aver svolto delle ore in azienda, ancora senza uno statuto nazionale e con il concreto rischio di essere sfruttati o lasciati a fare le fotocopie. Questa necessità, inoltre, creerà non pochi problemi agli studenti privatisti, che non hanno potuto svolgere attività di alternanza scuola-lavoro. Così come diventa oggetto di ammissione agli Esami di Stato della secondaria di secondo grado lo svolgimento della Prova nazionale Invalsi. Ma sarebbe stato meglio tagliarli fuori del tutto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i test Invalsi hanno ripercussioni dirette sul Rav, il rapporto di autovalutazione scolastico, e anche sulla valutazione diretta dei singoli docenti. Pure, in questo caso, senza che si dia un peso adeguato al tessuto sociale. Questo appiattimento della maturità ci fa sempre più temere che si voglia andare verso la progressiva abolizione della legalità del titolo di studio, premessa all’avvio delle scuole e delle università di serie A e B.
Ape sociale e riduzione del requisito contributivo per i lavoratori precoci sono adesso realtà grazie alla pubblicazione delle circolari dell’Inps di venerdì sera che disciplinano la materia. Trecento le domande presentate lo scorso sabato mattina; va precisato che ci sono due tipi di Ape: quella Sociale, un’indennità a carico dello Stato, e quella Volontaria che è un prestito erogato dalle banche. Risultano essere due i termini di scadenza per la presentazione delle domande: la prima, per la presentazione della domanda, è fissata già al prossimo 15 luglio. Le domande vanno presentate esclusivamente per via telematica o tramite patronato. Si ricorda inoltre che l’Ape è una misura sperimentale in vigore dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018, intesa per accompagnare verso l’età pensionabile lavoratori in determinate condizioni ed è subordinata a limiti di spesa.
"Piccoli e agguerriti, non accettiamo processi"
Come da sempre denunciato, il Decreto legislativo 59/17 esclude il personale che ha meritato un posto in ruolo nelle ultime immissioni in ruolo previste dal Governo in maniera irragionevole. Il sindacato ha attivato i ricorsi per garantire il rispetto del principio del merito, poiché è assurdo vincere un concorso ed essere parcheggiati. Per aderire basta andare al seguente link entro l’8 luglio. Da sei anni, lo Stato abilita docenti ma si dimentica di loro. Non possono inserirsi nelle GaE e neanche nelle graduatorie concorsuali: oltre al danno, la beffa.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l'utilizzo il più possibile integrale delle graduatorie regionali dei docenti della scuola primaria e infanzia ai fini dell'immissione in ruolo è una procedura che porterebbe solo vantaggi. Prima di tutto, perché cancellerebbe la chiara discriminazione a discapito di questa particolare categoria d'insegnanti, già flagellati da decisioni penalizzanti giunte con la Buona Scuola e no solo. Che senso ha superare una selezione ferrea e poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano pur in presenza di posti liberi? La mancata assunzione degli idonei penalizzerebbe anche la continuità didattica: il nuovo concorso a cattedra, che dal 2018 tornerà a essere aperto a tutti i laureati, porterà in ruolo i docenti a titolo definitivo non prima del 2022. Quindi, di ricoprire i posti vacanti non se ne parla nemmeno. Se si lasceranno fuori anche gli idonei dell’ultimo concorso, gli spazi non assegnati di organico non potranno che aumentare a dismisura.
Il giudice condanna il Miur per discriminazione e sfruttamento del lavoro a tempo determinato: il ricorso Anief, proposto a tutela dei diritti della prof supplente, rivendicava l'illegittimità del lungo periodo di precariato, cui continua a essere costretta senza il minimo riconoscimento della lunga esperienza maturata in cattedra per insegnare nella scuola media. La sentenza è importante, perché sancisce il diritto a percepire anche da precari, oltre al risarcimento, uno stipendio calcolato sugli anni di servizio svolti. Rimane l’amarezza: in un mondo sempre più globalizzato e aperto alle lingue, perché un docente deve attendere così tanti anni per poter sottoscrivere il contratto a tempo indeterminato pur essendo da tempo nelle graduatorie pre-ruolo? A tal proposito, il sindacato ricorda il paradosso della classe di concorso A023, ‘Lingua italiana per discenti di lingua straniera’, introdotta con le nuove classi concorsuali e per la quale sono stati decretati centinaia di vincitori nell’ultima selezione nazionale del 2016 proprio per soddisfare precise finalità di insegnamento: per il Miur la disciplina rimane un oggetto misterioso. Anief ha promossospecifici ricorsiper la tutela dei lavoratori precari: è ancora possibile aderire per ottenere il giusto riconoscimento professionale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i diritti dei precari non possono essere calpestati. Il Miur agisce, ancora oggi, in aperto contrasto con la normativa comunitaria continuando a reiterare contratti a tempo determinato su posti vacanti e negando al personale con contratto a termine il diritto alle progressioni stipendiali. Il nostro impegno è quello di continuare a tutelare i loro diritti e a pretendere dall'Amministrazione rispetto per quei lavoratori della scuola che ogni anno permettono il regolare svolgimento delle attività didattiche.
Proprio a ridosso della pubblicazione degli esiti dei trasferimenti per la Scuola Infanzia, l'Anief ottiene altre sentenze che annullano il CCNI nella parte in cui non riconosce punteggio al servizio svolto nelle paritarie e non computa il preruolo per il raggiungimento del quinquennio di obbligo di permanenza su posto di sostegno. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief se si sono dichiarati i servizi utili ai fini del ricorso nella domanda di mobilità.
I docenti di sostegno hanno diritto al trasferimento sulla disciplina se in possesso di almeno 5 anni di servizio svolto anche computando il periodo di precariato. Questo quanto emerge a chiare lettere nel nuovo provvedimento ottenuto dai legali Anief presso il Tribunale del Lavoro di Cosenza che accoglie senza indugi il ricorso Anief e impone all'Amministrazione di rivalutare la domanda della ricorrente anche ai fini del trasferimento su posto comune, computando tutto il servizio svolto prima dell’assunzione a tempo indeterminato, ai fini del raggiungimento del quinquennio obbligatorio di permanenza su posto di sostegno. Il Tribunale del Lavoro di Siena, invece, continua a dare ragione al nostro sindacato imponendo l'attribuzione del punteggio previsto per la scuola statale anche al preruolo nella scuola paritaria e dichiara nullo il CCNI nella parte in cui non rispetta la normativa primaria sul punto. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): 'le operazioni di mobilità 2017 sono inficiate da una contrattazione collettiva lesiva dei diritti dei lavoratori; noi avevamo mosso le nostre perplessità sin da subito e rilevato le illegittimità contenute nel CCNI; ora l'unica strada per tutelare i diritti dei docenti di ruolo è procedere in tribunale dove le nostre ragioni hanno già ottenuto unanime conferma sin dallo scorso anno'. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief per ottenere il punteggio del servizio svolto nelle scuole paritarie o il punteggio per i titoli SSIS, TFA, Sostegno, per il servizio militare svolto non in costanza di nomina, cui il CCNI non attribuisce punteggio, se si sono dichiarati nella domanda di mobilità.
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