Assunzioni poco sopra il turnover e 100mila supplenze annuali
ROMA, 24 APR - "Prima la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, conti alla mano, ammette che lo Stato in realtà non ha vantaggi nel mantenere il personale precario per decenni. Ma poi sembra anche comprendere le ragioni contabili del Mef che fa scendere l'asticella del consolidamento a circa 10mila cattedre arrivando quasi a giustificare l'ostracismo del ministero dell'Economia a trasformare i posti nell'organico effettivo". E' quanto afferma in una nota l'associazione sindacale Anief.
Secondo Marcello Pacifico (Anief-Cisal) "i nodi della questione rimangono le assunzioni che vanno oltre al mero ricambio di docenti che andranno in pensione. Il punto è che a passare nell'organico di fatto saranno appena 10mila cattedre, come dice il Miur. E forse anche meno, neanche 5mila, come sostiene l'Anief. Perché il quadro generale, in ogni caso, non cambierà di molto: il 90% delle cattedre in organico di fatto continuerà a rimanere, così come la supplentite resterà viva e vegeta. E pure la ricorsite: una pratica che sempre più lavoratori intraprendono. Per saziare quella sete di giustizia che il Governo di turno non riesce proprio a soddisfare". L'Anief ricorda che sono "ancora aperti i ricorsi per essere stabilizzati, per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo anche durante il periodo di precariato, per ottenere le mensilità di luglio e agosto in tutti quei casi in cui ai docenti si dà una supplenza annuale fino al 30 giugno dell'anno successivo, anziché sino al 31 agosto, pur in presenza di posti vacanti e disponibili". (ANSA).
La notizia non è delle migliori: significa che nell’anno scolastico 2017/18 le scuole con un preside in 'condominio', ovvero che gestisce due istituti contemporaneamente (che corrispondono ad almeno 6-7 plessi complessivi, spesso posizionati nemmeno uno vicino all’altro), riguarderanno quasi la metà degli 8.200 complessivi sparsi per il territorio nazionale. Intanto, i posti messi a bando dovrebbero passare dagli iniziali mille a duemila. Poi, rimane confermata, nel nuovo regolamento, la possibilità di far valere gli anni di precariato per raggiungere la soglia minima dei cinque anni per l’accesso al concorso (serve anche la laurea). Purtroppo, non vi sono altre novità: la selezione continuerà a essere preclusa ai docenti precari.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i tanti problemi riscontrati nel corso di quest’anno non sono serviti a nulla. Così come non hanno avuto seguito altre richieste, a iniziare dall’apertura ai precari, che avrebbe permesso di ridurre l’età media dei nostri presidi vicina ai 60 anni. Per questi motivi, abbiamo tutte le nostre ragioni per intraprendere l’ennesima battaglia legale e far partecipare alle prove tutti coloro che hanno maturato 60 mesi di servizio, anche non continuativo, prescindendo dalla collocazione in ruolo.
Ecco perché Anief ha deciso di ricorrere per far partecipare tutti i precari con cinque anni di servizio svolto nelle scuole pubbliche o paritarie.
Il giovane sindacato ha inoltre organizzato – con Eurosofia, Ente Qualificato al Miur - un efficace corso di preparazione al superamento della prova per il Concorso a Dirigente scolastico.
Prima la Ministra dell’Istruzione, conti alla mano, ammette che lo Stato in realtà non ha vantaggi nel mantenere il personale precario per decenni. Ma poi sembra anche comprendere le ragioni contabili del Mef che fa scendere l’asticella del consolidamento a circa 10mila cattedre (per l’Anief meno della metà), arrivando quasi a giustificare l’ostracismo del Ministero dell’Economia a trasformare i posti nell’organico effettivo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i nodi della questione rimangono le assunzioni che vanno oltre al mero ricambio di docenti che andranno in pensione. Il punto è che a passare nell’organico di fatto saranno appena 10mila cattedre, come dice il Miur. E forse anche meno, neanche 5mila, come sostiene l’Anief. Perché il quadro generale, in ogni caso, non cambierà di molto: il 90% delle cattedre in organico di fatto continuerà a rimanere, così come la supplentite resterà viva e vegeta. E pure la ricorsite: una pratica che sempre più lavoratori intraprendono. Per saziare quella sete di giustizia che il Governo di turno non riesce proprio a soddisfare.
Anief ricorda che sono ancora aperti i ricorsi per essere stabilizzati, per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo anche durante il periodo di precariato, per ottenere le mensilità di luglio e agosto in tutti quei casi in cui ai docenti si dà una supplenza annuale fino al 30 giugno dell’anno successivo, anziché sino al 31 agosto, pur in presenza di posti vacanti e disponibili.
Ancora condanne a carico del MIUR per abuso e discriminazione del lavoro precario in violazione della normativa comunitaria. Anief: le norme interne contrastanti con l'accordo quadro vanno disapplicate, finché la contrattazione collettiva non sarà adeguata alla normativa comunitaria, l'unica strada è quella del ricorso.
Continuano le condanne a carico del Ministero dell'Istruzione per l'illecita discriminazione posta in essere a discapito dei docenti precari cui non viene riconosciuto il diritto a percepire le progressioni di carriera nonostante i tanti anni di servizio con contratti a termine. I Giudici del Lavoro di Brescia, Milano, Taranto e Torino accolgono i ricorsi Anief e condannano il MIUR per violazione di norme comunitarie.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i lavoratori precari subiscono una ingiustificata disparità di trattamento rispetto ai colleghi di ruolo perché non beneficiano degli incrementi stipendiali legati alla anzianità di servizio. Alla luce della giurisprudenza comunitaria, e come confermato dalle recenti sentenze della Suprema Corte di Cassazione, il giudice deve disapplicare le norme interne che attribuiscono il diritto alla progressione nelle posizioni stipendiali unicamente al personale assunto con contratto a tempo indeterminato e che riconoscono l’anzianità pregressa ai lavoratori precari immessi in ruolo soltanto con decorrenza dalla data di stipula del contratto a tempo indeterminato. Continuiamo a chiedere con fermezza l'immediato adeguamento del contratto di comparto alle direttive comunitarie.
L'Anief ricorda che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuti i propri diritti e per ottenere uno stipendio commisurato agli anni di servizio effettivamente svolti, anche se con contratti a tempo determinato.
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