È la cifra che verrà destinata per le prime 12 mensilità a tutti i nuovi insegnanti che tra un paio d’anni, dopo aver dimostrato di potersi mettere in cattedra per formare le nuove generazioni, verranno selezionati a seguito del rinnovato concorso per diventare insegnanti: lo stesso Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, annunciando i 600 euro lordi da assegnare ai neo assunti per il loro primo anno di lavoro, li ha definiti “poca roba”. Anief ricorda che non stiamo parlando solo di giovani ex studenti universitari, ma anche di precari storici, che a 40-50 anni avranno la forza di rimettersi in discussione. Come si fa a dire loro che per essere formati dovranno percepire 3.500 euro in un anno, ovvero lo stipendio che si assegna in poco più di un mese a un collega neo-assunto di un vero Paese moderno dove lo Stato non fa cassa sulla pelle dei precari?
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è un copione che si sta sempre più piegando verso il basso. A chi ha escogitato questa soluzione, vorremmo chiedere se ha pensato come faranno i docenti meritevoli a ‘campare’ con 70 euro a settimana, magari costretti a svolgere il loro primo anno di prova a mille chilometri da casa. Con il rischio, alla fine, di essere pure bocciati, al termine di un triennio svolto nel ruolo ibrido da docenti non più precari ma nemmeno di ruolo. Noi abbiamo compiuto tutto il percorso che era nelle nostre possibilità per contrastare il decreto legislativo 377: stiamo valutando se appellarci alle aule dei tribunali. Per stabilire se un modello di retribuzione iniziale di questo genere possa essere lecito oppure si tratti, come riteniamo noi, solo dell’ennesima soluzione adottata per salvaguardare i conti pubblici ledendo i diritti dei lavoratori.