Arriva l’assenso del Comitato Tecnico Scientifico sul prolungamento della validità del Green Pass, sia per quanti hanno effettuato il vaccino anti Covid19, sia per quanti hanno contratto il virus e sono guariti: per chi si è fatto somministrare due dosi, il documento verde per entrare nei locali pubblici e lavorare a scuola passa da 9 a 12 mesi; per chi ha contratto il Covid19 l’estensione va da 6 mesi ad un anno. Il tempo di validità di un tampone per ottenere il Green pass, invece, non muterà: resterà di sole 48 ore, così come il costo che resta a carico del personale.
“Pensare di avere risolto il nodo della sicurezza a scuola con l’obbligo del Green Pass, la cui validità ora diventa di 12 mesi, e prevedendo pesanti sanzioni per chi ne è sprovvisto, è un inganno che presto presenterà il suo conto” commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Speriamo di sbagliarci, ma i contagi – continua il sindacalista - riprenderanno a salire, anche nelle scuole, perché il vaccino non ci protegge dal virus: i medici e i numeri degli ultimi giorni lo dicono chiaramente. E le scuole potrebbero trasformarsi in focolai. Bisognava tornare in classi allargate, con meno alunni ammassati per aula e un numero maggiore di docenti a fare lezione. E per monitorare il tutto sarebbero stati molti utili i tamponi salivari, come abbiamo chiesto in settimana al Governo. Invece di tutto questo non c’è traccia, pur avendo a disposizione i miliardi del Recovery Fund: si preferisce obbligare un non vaccinato a fare il tampone diagnostico ogni due giorni, a costo di procurargli delle lesioni. Per questi motivi abbiamo indetto uno sciopero nazionale Anief in occasione del primo giorno di scuola: riguarderà tutto il personale e la data varierà secondo il calendario scolastico regionale, invitiamo sin d’ora tutto il personale, di ruolo e precario, ad aderire, così da inviare al Governo un segnale forte di protesta per avere preso delle decisioni non adeguate e che rischiano di ripercuotersi, oltre che sulla mancata sicurezza, anche sulla didattica, che ancora una volta si svolgerà in condizioni difficili con tanti insegnanti costretti a fare lezioni ad un numero altissimo di alunni in classe”.
“Se nelle scuole non c’è il distanziamento sociale, pari a due metri quadrati tra ogni studente, all’interno delle aule, rimane impossibile evitare il contagio, anche se si è vaccinati”. Lo ha dichiarato stamane Marcello Pacifico, presidente del sindacato rappresentativo Anief, durante un intervento radiofonico ad Italia Stampa, durante il quale ha spiegato i motivi per cui il Green Pass non garantisce minimamente la ripresa delle lezioni in sicurezza. “È importante – ha continuato - che il Governo si assuma le sue responsabilità e che non le scarichi ancora una volta sul personale: i lavoratori sono gli stessi che nell’ultimo anno e mezzo, anche praticando la dad, dando ampia prova di come si possa comunque garantire il diritto all’istruzione”, pure in condizioni difficili.
Il presidente del giovane sindacato interviene sulla questione delle certificazioni “verdi” imposte al personale scolastico: secondo il leader della giovane organizzazione rappresentativa, “se pochi tra i 187mila irriducibili tra il personale della scuola pensano di vaccinarsi dietro il ricatto evidente del Governo, altri continuano a opporsi. Come un italiano su tre: chi rinuncia allo stipendio e si mette in aspettativa, chi è pronto a sottoporsi al tampone ogni 48 ore e chiedere la malattia per le lesioni, chi vuole ricorrere al giudice per far condannare platealmente lo Stato italiano per avere tradito le regole europee”.
Sarà uno sciopero particolare quello indetto dal sindacato rappresentativo Anief in corrispondenza delle diversificate date di inizio anno scolastico: essendo legata al calendario regionale, la giornata di protesta prenderà il via il 6 settembre prossimo nella Provincia autonoma di Bolzano; il lunedì successivo, il 13 settembre, riguarderà Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. Il giorno dopo, il 14 settembre, lo sciopero si sposterà in Sardegna. Ancora un altro giorno, il 15 settembre, e si fermeranno i dipendenti di Campania, Liguria, Marche, Molise e Toscana. Giovedì 16 settembre sarà la volta di Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Lunedì 20 settembre, infine, la protesta si concluderà con l’astensione dei lavoratori prevista in Calabria e Puglia.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.