Ministero condannato a pagare gli scatti di anzianità a 36 docenti precari. Anief: aggiornare il CCNL e riconoscere pari dignità ai precari è doveroso.
I Tribunali del Lavoro del Piemonte danno piena ragione all'ANIEF e confermano il pieno diritto dei lavoratori a termine della scuola alla corretta attribuzione degli scatti di anzianità anche durante il periodo di precariato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi continuano la loro azione vincente in favore dei nostri iscritti ottenendo ben 36 provvedimenti che confermano a chiare lettere che il CCNL scuola, risultando in contrasto con la normativa comunitaria, deve essere disapplicato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ormai è giunto il momento di superare ogni riserva e di aggiornare il CCNL Scuola riconoscendo pari dignità ai lavoratori precari anche per quanto riguarda le progressioni di carriera.
Ancora possibile aderire gratuitamente ai ricorsi Anief.
Anief, un'altra sconfitta per il Miur - Al via da lunedì, 3 aprile, le prove suppletive del concorso a cattedra 2016. Circa settemila candidati inizialmente esclusi parteciperanno alla selezione pubblica per diventare insegnanti. "A un anno di distanza dalla pubblicazione del bando, alternandosi fino al 20 aprile, un alto numero di aspiranti docenti avrà finalmente la possibilità di essere messo alla prova: andranno a concorrere - sottolinea l'Anief - per aggiudicarsi uno dei 63.712 posti messi a bando, un terzo dei quali potrebbero andare persi, perché in diverse classi di concorso le commissioni hanno sino a oggi giudicato idonei un numero di candidati inferiore rispetto ai posti da assegnare. Sono diverse le categorie di ammessi grazie - sottolinea il sindacato - ai provvedimenti del Tar e del Consiglio di Stato: si va dagli insegnanti tecnico pratici ai diplomati Isef, dal personale già di ruolo ai diplomati magistrale a indirizzo linguistico, dagli educatori agli abilitati Pas e all'estero. Poi ci sono coloro che hanno ottenuto l'abilitazione disciplinare o la specializzazione su sostegno dopo la pubblicazione del bando. La lista potrebbe allungarsi: in settimana è atteso il pronunciamento dei giudici sui ricorsi presentati dai candidati su sostegno e su nuove classi di concorso. Resta, infine, sub judice pure la posizione dei 20mila ricorrenti laureati non ammessi". "Le prove aggiuntive confermano - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief - gli errori di un'amministrazione che opera negando il dialogo con i rappresentanti dei lavoratori. Se ci avessero dato retta non ci ritroveremmo a vivere questa 'coda' di concorso. Ma quello che più sorprende è l'atteggiamento schizofrenico del Miur su come trattare i cittadini laureati che chiedono di fare l'insegnante: nel 2012 ha detto che la laurea era sufficiente per partecipare al concorso a cattedra, nel 2016 non più, mentre nel 2021 tornerà a bastare". (ANSA).
Per il giovane sindacato occorre andare oltre i facili entusiasmi: i dati forniti oggi dall’organizzazione internazionale dicono anche che 'le differenze socio-economiche di partenza pesano meno, ma ritornano a farsi sentire dopo l'uscita dalla scuola'. In troppe aree della nostra Penisola i giovani appena usciti dal sistema formativo non hanno opportunità: li riassorbe la povertà del territorio, fino a sottrargli le possibilità di sviluppo personale e professionale.
Marcello Pacifico (Cisal-Anief): bisogna incentivare gli sforzi sul fronte della dispersione che in alcune province della Sicilia supera il 40%. Questo può avvenire solo maggiorando gli organici delle aree a rischio, migliorando l’orientamento e innalzando l’obbligo formativo fino a 18 anni. Occorre poi cambiare marcia per migliorare l’integrazione dei ragazzi con bisogni ‘speciali’, i disabili, ma anche i Bes e gli alunni con Disturbi specifici dell’apprendimento. Purtroppo, con il decreto legislativo collegato alla Legge 107/15, non ci sono i presupposti che incentivano questa integrazione. In generale, bisogna fare in modo che gli studenti non si trasformino in Neet: va sollecitato il rapporto della scuola col mondo del lavoro. Così come va rilanciato il rapporto con l’Università: mentre gli studenti accademici crescono nel mondo, in Italia nell’ultimo periodo si è ridotto il numero di matricole e siamo tra i Paesi con meno laureati.
A partire da lunedì prossimo, 3 aprile, parteciperanno alle prove suppletive della selezione pubblica nazionale per diventare insegnanti nella scuola pubblica: erano stati illegittimamente esclusi per via di un regolamento concorsuale fatto male. A un anno di distanza dalla pubblicazione di quel bando, alternandosi fino al 20 aprile, un alto numero di aspiranti docenti avrà finalmente la possibilità di essere messo alla prova: andranno a concorrere per aggiudicarsi uno dei 63.712 posti messi a bando, un terzo dei quali potrebbero andare persi, perché in diverse classi di concorso le commissioni hanno sino a oggi giudicato idonei un numero di candidati inferiore rispetto ai posti da assegnare.
Sono diverse le categorie di ammessi grazie ai provvedimenti del Tar e del Consiglio di Stato: si va dagli insegnanti tecnico pratici ai diplomati Isef, dal personale già di ruolo ai diplomati magistrale a indirizzo linguistico, dagli educatori agli abilitati Pas e all’estero. Poi ci sono coloro che hanno ottenuto l’abilitazione disciplinare o la specializzazione su sostegno dopo la pubblicazione del bando. La lista potrebbe allungarsi: in settimana è atteso il pronunciamento dei giudici sui ricorsi presentati dai candidati su sostegno e su nuove classi di concorso. Resta, infine, sub judice pure la posizione dei 20mila ricorrenti laureati non ammessi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le prove aggiuntive confermano gli errori di un’amministrazione che opera negando il dialogo con i rappresentanti dei lavoratori. Se ci avessero dato retta non ci ritroveremmo a vivere questa ‘coda’ di concorso. Ma quello che più sorprende è l’atteggiamento schizofrenico del Miur su come trattare i cittadini laureati che chiedono di fare l’insegnante: nel 2012 ha detto che la laurea era sufficiente per partecipare al concorso a cattedra, nel 2016 non più, mentre nel 2021 tornerà a bastare.
Continuano gli incontri, nati e promossi per tutelare i presidi: UDIR ed EUROSOFIA hanno organizzato una seria di convegni formativi e informativi che, nel mese di maggio, toccheranno le città di Lecce, Napoli e Milano. Si parlerà dei crescenti carichi di lavoro, delle responsabilità enormi, degli spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, aggravati dalla riforma Renzi-Gianni, sempre però in cambio di buste paga a dir poco esigue.
‘Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni’, in programma a Lecce sabato 6 maggio dalle ore 9.00 alle 15.00, presso Hilton Garden Inn - via Cosimo De Giorgi, 62. Scarica l'adesione e il rimborso per il viaggio.
‘Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni’, in programma a Napoli lunedì 8 maggio, dalle ore 9.00 alle 15.00 presso Ramada Naples - via Galileo Ferraris, 40. Scarica l’adesione e il rimborso per il viaggio.
'Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni', in programma a Milano lunedì 15 maggio, dalle ore 8.30 alle 18.00, presso Novotel Milano Linate - via Mecenate, 121. Scarica l’adesione e il rimborso per il viaggio
Marcello Pacifico (Confedir): bisogna che le cose cambino, abbiamo creato Udir per unire le forze. I nostri presidi percepiscono stipendi più da impiegati che da dirigenti. Per non parlare delle reggenze che, in cambio di un aumento che non supera i 300 euro netti al mese, costringe i dirigenti scolastici a sobbarcarsi in media 8-10 plessi a testa.
È di ieri la decisione del Consiglio di Stato che impone al MIUR di fornire le dovute spiegazioni sul funzionamento dell'algoritmo utilizzato per le procedure di mobilità 2016 rilevando le tante anomalie nei trasferimenti dello scorso anno. Anief: le illegittimità ci sono anche nella prossima procedura ancora in via di definizione.
Il MIUR, di nuovo travolto da un vortice di polemiche e da una serie ormai infinita di condanne in tribunale, dovrà fornire entro 8 giorni i dovuti chiarimenti sull'effettivo funzionamento dell'ormai famigerato algoritmo che ha gestito le procedure straordinarie di mobilità dello scorso anno. Lo ha deciso il Consiglio di Stato nelle vertenze patrocinate dall'Avv. Michele Ursini dell'Anief constatando come gli effetti pratici di tale misterioso algoritmo “hanno ingenerato varie questioni per un notevolissimo numero di insegnanti, trasferiti su posti mai richiesti o di natura diversa da quella riferibile al titolo d’assunzione”. Intanto i Giudici del Lavoro di tutta Italia continuano a condannare il Ministero non solo per i tanti errori procedurali, ma anche per le illegittimità contenute nel CCNI che ha regolato l'intera procedura relativa ai trasferimenti 2016 e che permangono anche nell'ipotesi di contratto di quest'anno.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l'algoritmo impazzito è solo la punta dell'iceberg di una procedura di trasferimento progettata male dal MIUR e gestita peggio. Le illegittimità permangono anche nell'ipotesi di contratto stipulata lo scorso 31 gennaio e relativa alla prossima mobilità: ribadiamo la necessità di un intervento deciso e immediato volto a prevenire gli abusi e a rispettare la professionalità dei lavoratori; altrimenti si aprirà una nuova stagione di ricorsi che vedrà, ancora una volta, il Ministero soccombente.
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