È una cifra enorme che dovrebbe far riflettere i nostri governanti, i quali si ostinano a ergere muri contro la stabilizzazione dei lavoratori precari che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio, oltre che l’equiparazione dei diritti del personale non di ruolo con quello assunto a tempo indeterminato. Solo per l’ultimo Concorso a cattedra, l’Anief ha presentato 21mila ricorsi, facenti capo a più tipologie di aspiranti docenti esclusi. I diplomati magistrale, che hanno chiesto l’inserimento nelle GaE, sono stati 4.500; poi, ci sono state 1.400 richieste di inserimento in GaE da parte di abilitati Pas e Tfa e, ancora, altri 500 laureati in scienze della formazione primaria e con altre abilitazioni più altri 582 reinserimenti. Sono oltre 3.500 le impugnazioni presentate per chiedere stabilizzazioni, “scatti” automatici in busta paga, da estendere ai precari e per l’estensione dei contratti. Poi, ci sono i ricorsi per tante altre motivazioni, tra cui la tutela allo studio dei disabili. Non è un caso se negli ultimi dodici mesi abbiamo assistito a una vera ascesa di adesioni al giovane sindacato, con la quantità di deleghe equamente divisa tra personale di ruolo e non: a fine 2015, i lavoratori della scuola iscritti all’Anief si fermavano a 21.693, oggi sono poco meno di 30mila. Nell’ultimo periodo, boom di presenze del sindacato anche tra i media.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): sono risultati che premiano la nostra volontà di agire sempre a tutela di chi opera nella scuola, troppo spesso costretto a vedersi calpestare i propri diritti. Ora ci aspetta un anno di preparazione al 2018, quando, attraverso il previsto rinnovo delle Rappresentanze sindacali unitari all’interno degli istituti, abbiamo intenzione di diventare un sindacato rappresentativo per portare le nostre battaglie storiche in sede di contrattazione nazionale.