Il ricorso della Regione Puglia ha evidenziato l’illegittimità di una parte della delega per l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione sino all’inizio della scuola primaria, che avrebbe dovuto rappresentare una delle più importanti riforme programmate dalla Legge 107/2015. Con la sentenza n. 284/2016, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima il comma 181, lett. e punto 1.3 che sovrasta la competenza regionale sulla materia, “in quanto l’ambito relativo all’individuazione degli standard strutturali e organizzativi in materia di istituzioni che operano nell’ambito dell’istruzione rientra nella competenza del legislatore regionale”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quella di superare la potestà regionale, garantita costituzionalmente, è purtroppo una dimenticanza troppo frequente del legislatore: basti pensare che è ancora ‘pendente’, in tribunale, la questione costituzionale sull’esclusione dei docenti di ruolo dal Concorso a cattedra, che Anief ha sollevato subito dopo aver preso atto dell’ultimo bando selettivo per selezionare nuovi insegnanti. Tornando all’obbligo scolastico, è evidente che non si può aggirare il parere previsto per legge della conferenza con le Regioni. Sarebbe opportuno anche cominciare a riflettere sull’anticipo della primaria a 5 anni di età degli alunni, attraverso l’inserimento in classi ‘ponte’ di compresenza tra docenti della scuola dell’infanzia e della primaria, garantendo in questo modo un insegnamento potenziato nell’anno più delicato per la formazione in tenera età.
Il nuovo Ministro Valeria Fedeli sembra volere agire in piena continuità con quanto indicato nella Legge 107/2015. Se è vero che si vuole prendere tempo, chiedendo per l’approvazione dei nove decreti delegati una proroga di almeno tre mesi rispetto al termine ufficiale del 15 gennaio prossimo, è altrettanto vero che l’intenzione rimane quella di mantenere in vita i tanti profili di incostituzionalità della riforma: a partire dai discrezionali ambiti territoriali e la conseguente chiamata diretta dei docenti per i quali si cercherebbe l’appoggio di altre istituzioni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): una norma incostituzionale rimane tale, nonostante siano tutti d’accordo nell’imporla. Pensare di attuare delle deleghe, in perfetta sintonia con dei profili di incostituzionalità, sarebbe un grave errore: in questo caso, la lezione sui decreti legislativi per la PA voluti a tutti i costi dall’ex ministro Marianna Madia, poi bocciati dalla Consulta, non sembra essere servita a molto.
Due nuove sentenze ottenute presso i Tribunali del Lavoro italiani segnano questo scampolo di fine anno con la piena conferma delle tesi da sempre sostenute dall'Anief: ai precari spettano gli scatti stipendiali e il periodo svolto durante il precariato non può essere discriminato e deve essere integralmente computato anche ai fini della ricostruzione di carriera. Sono due nuovi provvedimenti che danno ragione ai precari a coronare l'anno di successi del sindacato Anief che rilancia la propria iniziativa legale e promuove gratuitamente gli specifici ricorsi volti all'ottenimento degli scatti per i precari e dell'immediata ricostruzione di carriera con l'integrale computo del servizio preruolo per i lavoratori di ruolo. Al momento, infatti, l'unica strada per ottenere il rispetto dei propri diritti è agire in tribunale, ma l'Anief si aspetta una presa di coscienza seria da parte del Ministero dell'Istruzione e una radicale e immediata riforma della normativa interna. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “L'adeguamento della normativa interna e contrattuale, che viola la normativa comunitaria discriminando il periodo di precariato, non può più attendere. Il nostro sindacato si sta battendo da anni perché il MIUR riconosca pari dignità al servizio a tempo determinato e ormai i tempi sono maturi per una svolta definitiva”.
C’è un errore marchiano nel Decreto Ministeriale n. 948/2016: da Viale Trastevere si permette l'iscrizione in soprannumero al corso di specializzazione, senza dover sottoporsi nuovamente alle prove preliminari, solo ai vincitori della selezione precedente che non hanno avuto modo di svolgerlo; si costringono, invece, coloro che sono risultati già idonei a partecipare di nuovo alla prova preselettiva. Per Anief, questa esclusione risulta chiaramente illegittima: avviate le procedure di impugnazione in tribunale. Adesioni aperte fino al prossimo 9 gennaio.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): è nostra intenzione permettere a tutti i candidati, risultati idonei in precedenza, di ottenere l'accesso diretto all’imminente secondo ciclo di Tirocinio Formativo Attivo per il sostegno agli allievi con disabilità o limiti di apprendimento certificato. Il Miur farebbe bene a rivedere, con l’imminente bando di avvio del concorso Tfa sostegno, l’errore presente nel decreto n. 948. In caso contrario, dovrà spiegare ai giudici i motivi di quella esclusione illogica.
Il Decreto Ministeriale n. 948/2016, nella parte in cui consente l'iscrizione in soprannumero al corso di specializzazione, senza dover sottoporsi nuovamente alle prove selettive, solo ai vincitori della selezione precedente e non a tutti i candidati risultati idonei, risulta illegittimo e l'Anief ha avviato le procedure di adesione al ricorso rivolto proprio alla categoria di quei docenti risultati idonei cui il MIUR vuole negare l'accesso diretto al nuovo corso di specializzazione per le attività didattiche di sostegno. Adesioni aperte fino al prossimo 9 gennaio.
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