Il Tar dell’Umbria dà ragione ai legali Anief e riconosce il diritto ad assegnare la corretta attribuzione delle ore di sostegno agli allievi con problemi di apprendimento anche nelle istituzioni scolastiche non pubbliche. La sentenza rientra nell’iniziativa Anief ‘Sostegno, non un'ora di meno!’ e giunge con un provvedimento cautelare, con cui il giudice prescrive l'avvio di tutta la procedura prevista dall'attuale normativa, perché sia 'propedeutica all'assegnazione dell'insegnante di sostegno secondo le modalità richieste (n. 24 ore settimanali)' in modo da poter rispettare il diritto dell'alunno al completo monte ore con il docente specializzato, previsto per la sua specifica situazione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è una nuova grande vittoria per il nostro sindacato che, ancora una volta, ha agito con estrema efficacia a tutela dei diritti degli alunni più deboli. Spendersi, come facciamo noi, in favore del rispetto del corretto monte ore con il docente di sostegno da attribuire a ogni alunno, significa muoversi a tutela di quei fondamentali diritti all'istruzione e all'integrazione sanciti nella Carta costituzionale italiana.
Gli stipendi della categoria peggio pagata nella PA erano scattati grazie alle risorse stanziate dalla Legge 107/2015. Ma si trattava di risorse una tantum: ora si tornerà agli importi passati che collocano i capi d’istituto italiani su cifre lorde annue medie di poco superiori ai 60mila euro. L’unica speranza è che in sede di rinnovo del Ccnl la parte pubblica si presenti con dei fondi, di cui però al momento non si hanno notizie. L’entità dei tagli dipende dalla 'fascia' in cui è collocato il preside: in ogni caso, vanno dai mille euro scarsi a oltre 2mila e toccano sia la retribuzione aggiuntiva cosiddetta di ‘posizione’, sia quella di ‘risultato’.
Per tutelare i presidi,UDIR ed EUROSOFIA hanno organizzato una seria di convegni formativi e informativi:
‘Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni’, in programma a Catania martedì 14 marzodalle ore 8.30 alle 18.00, presso il Plaza Hotel - Viale Ruggero Di Lauria, 43. Scarica l'adesionee ilrimborso per il viaggio.
‘Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni’, in programma a Roma sabato 18 marzo, dalle ore 8.30 alle 18.00 presso l’Hotel H10 - Via Amedeo Avogadro, 35. Scarica l’adesione e il rimborso totale per il viaggio (anche da fuori regione)
'Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni', in programma a Torino mercoledì 22 marzo, dalle ore 8.30 alle 18.00, presso lo STARHOTELS MAJESTIC, in Corso Vittorio Emanuele II, 54.Scarica l’adesione e il rimborso totale per il viaggio (anche da fuori regione).
Marcello Pacifico (Confedir): in base all’accordo sottoscritto all’Aran a fine novembre, dobbiamo aspettarci un aumento medio a dipendente di 80 euro al mese: ammesso che per i dirigenti della scuola si applichi un incremento doppio, gli aumenti del Contratto collettivo nazionale di lavoro non saranno comunque sufficienti a recuperare i tagli. Con l’aggravante che in questi giorni stanno anche arrivando le richieste di restituzione, oltre 10mila euro, a una parte consistente di presidi. Per non parlare delle reggenze che, in cambio di un aumento che non supera i 300 euro netti al mese, costringe i dirigenti scolastici a sobbarcarsi 8-10 plessi a testa. Ecco perché non rimane che unire le forze e chiedere il maltolto direttamente al giudice del lavoro.
Sono più di cento i tablet consegnati agli iscritti della promozione di Eurosofia "LA nuova Scuola" che prevede l'iscrizione ad uno dei seguenti pacchetti a costi agevolati :
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1 MASTER (da 500 Euro) + 2 CERTIFICAZIONI INFORMATICHE (o ANIMATORE DIGITALE) +
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La promozione che prevede la consegna gratuita anche di un tablet e dell'e-book“ La scuola riformata della legge 107/2015” edito da Navarra Editore, sta per scadere!!!
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Mentre al Nord si sfiora il 40%; lo dice il ‘Portale unico dei dati della scuola’ del Miur, pubblicato in queste ore. A livello nazionale sono 948.565 studenti che usufruiscono di questo diritto: solo che ben il 38% sono iscritti nelle scuole del Nord Ovest, il 25,8% al Centro e nel Nord Est sono il 20,3%. Mentre risulta appena l’11,7% degli alunni iscritti nelle scuole primarie di Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Calabria. La maglia nera spetta a Sicilia e Sardegna, dove il 96% degli alunni delle ex scuole elementari vive solo mezza giornata in aula. Ma il comma 7 della Legge 107/2015 parla di ‘apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni e di studenti per classe o per articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del monte orario’. Tutto ciò non è avvenuto. La stessa delega sul diritto allo studio, su cui la prossima settimana, assieme ad altri sette decreti legislativi della L.107/2015, le commissioni parlamentari dovranno esprimersi, non sembra occuparsi di ciò.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’apporto degli enti locali è centrale, perché il tempo pieno è infatti legato a doppio filo a determinati servizi, come la mensa scolastica, il trasporto e la presenza di personale. Senza un progetto assistenziale a supporto, i servizi diventano a pagamento. Ma a Comuni e Regioni le ultime leggi di stabilità hanno sempre più tagliato i finanziamenti. Le famiglie si tirano indietro. Risultato: il tempo piano salta. A rimetterci sono gli alunni che si ritrovano già con meno ore di didattica a seguito della riforma Tremonti-Gelmini. Noi, come Anief, lo diciamo da tempo: servono interventi straordinari per potenziare gli organici e i servizi locali delle zone deprivate culturalmente, prive di agenti sociali adeguati. Non si può prevedere lo stesso finanziamento per una regione florida del Nord e per una del Sud, dove manca tutto. Altrimenti la forbice continuerà ad allargarsi sempre più.
Oggi il Ministro Fedeli ha detto che i precari ‘andranno via via diminuendo’, ma poi ammette ‘non possiamo risolvere tutto in un anno: nel 2017-2018 ci saranno ancora cattedre assegnate ai supplenti, perché di certo non possiamo lasciarle scoperte’. I numeri dicono che saranno ancora una volta tantissime. Facendo moltiplicare, grazie alle sentenze della Cassazione, i risarcimenti danno e le assegnazioni degli scatti di anzianità a chi ha decide di ricorrere in tribunale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): invece di continuare a esporsi ai ricorsi, perché l’esecutivo non decide una volta per tutte di porre fine al precariato collocando in organico di diritto tutti i posti liberi? Perché il Governo non dà attuazione alla proposta dell’Anief di anticipare a 5 anni la scuola primaria creando un anno ‘ponte’ con quella dell’infanzia e in tal modo andare ad assorbire 23mila maestre oggi ferme ai box in attesa di chissà quali eventi? Perché non si porta l’obbligo scolastico a 18 anni? Perché nella delega sul nuovo reclutamento, non si prevede l’assunzione immediata di tutti gli abilitati di seconda fascia d’istituto e quella, dopo un anno di corso abilitante, anche per i docenti oggi in terza fascia, per le classi di concorso dove le GaE sono esaurite? Passa di qui la soluzione per cancellare il precariato: il resto sono solo annunci.
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