Il decreto del Governo, che supera la riforma Monti-Fornero, è già pronto a livello tecnico: subito dopo l’estate verrà affrontato in ambito politico. Il motivo dell’ulteriore elevazione dell’età si deve al fatto che la speranza di vita dopo i 65 anni si sta allungando. Il provvedimento giunge nelle stesse ore in cui i decreti su lavoratori precoci e Ape sociale, l’anticipo pensionistico con penalizzazioni minime, arrivano in Gazzetta Ufficiale: solo che il sistema è sperimentale, vincolato a dei finanziamenti ridotti e ristretto a poche categorie. Nel comparto Scuola esclusi ingiustamente tutti i docenti dalla primaria in poi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le agevolazioni pensionistiche dell’Ape Social, spettanti a chi svolge un lavoro usurante, vanno per forza allargate e tutti i livelli d’insegnamento. Sull’Ape volontaria, invece, con i lavoratori chiamati a restituire fino a 500 euro al mese per vent’anni in cambio di tre anni e mezzo di anticipo pensionistico, continuiamo ad avere grossi dubbi. Non si tratta di proposte da accettare a occhi chiusi: stiamo parlando di un ammortizzatore sociale che il beneficiario dovrà pagare a carissimo prezzo. Non dimentichiamo che le pensioni attuali e future sono state già penalizzate dal nuovo modello di calcolo contributivo: ridurle di un importo così importante significa portarle abbondantemente sotto i mille euro e sempre più vicino all’assegno sociale. E che dire degli effetti devastanti sul fronte dei servizi? Nella scuola, abbiamo già oggi il corpo docenti più vecchio e malpagato. A breve raggiungeremo un record inarrivabile.
Pur in presenza di migliaia di cattedre vacanti, il Ministero dell’Istruzione continua a tenere blindate le GaE, aprendole, fino all’8 luglio, solo per sciogliere delle riserve e per dei casi particolari. Una miriade di docenti formati e abilitati all’insegnamento continuano invece a rimanere assurdamente fuori. Il giovane sindacato scende ancora una volta in campo in difesa dei diritti del personale discriminato e ricorre al TAR: lo fa per il mancato aggiornamento della provincia e del punteggio del personale già inserito in III fascia, per il mancato accorpamento della IV fascia con la III, per il mancato inserimento in III fascia dei docenti abilitati con diploma magistrale anche linguistico e AFAM, ITP, educatori, estero, TFA e PAS, abilitati concorso, depennati da reinserire, in vista delle prossime 50mila immissioni in ruolo e delle supplenze annuali, nel rispetto delle sentenze della Consulta, Tar e Consiglio di Stato. Scadenza adesioni, 8 luglio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ci sono tantissimi posti vacanti senza più candidati a subentrare. Basti pensare a discipline come Matematica alle scuole medie oppure al solito sostegno. O ancora alle tante nuove classi di concorso, come l’insegnamento di italiano agli alunni stranieri che costituiscono quasi il 10 per cento degli iscritti che, in questo modo, lasciando fuori gli abilitati, continueranno a essere a esclusivo appannaggio del precariato. Mantenere un atteggiamento di chiusura significa destinare quei posti al precariato almeno per altri cinque anni: con questa scelta non si stanno facendo gli interessi nemmeno degli alunni. Per molti di loro la tanto nominata continuità didattica rimarrà solo una chimera.
Per il mancato aggiornamento della provincia e del punteggio del personale già inserito in III fascia, per il mancato accorpamento della IV fascia con la III, per il mancato inserimento in III fascia dei docenti abilitati con diploma magistrale anche linguistico e AFAM, ITP, educatori, estero, TFA e PAS, abilitati concorso, depennati da reinserire, in vista delle prossime 50mila immissioni in ruolo e delle supplenze annuali, nel rispetto delle sentenze della Consulta, Tar e Consiglio di Stato. Scadenza adesioni 8 luglio. Per ricorrere, clicca qui.
Replica di Marcello Pacifico (Anief-Cisal) alle dichiarazioni della Ministra: nel corso dello stop contrattuale degli ultimi anni la busta paga di un lavoratore della scuola ha perso terreno anche rispetto al costo della vita: per un recupero equo di questo gap, che ha fatto sprofondare gli stipendi di docenti, Ata e dirigenti scolastici ben al di sotto della media Ocse, servirebbero 105 euro di indennità di vacanza contrattuale dal settembre 2015, come ha stabilito la Consulta. E altrettanti di vero e proprio aumento. Pensare di colmare quel divario con 85 euro lordi, soltanto in parte già finanziati e quindi da assegnare solo dopo l’approvazione della legge di Bilancio di fine 2017, non basta. I buchi della L. 107/15 sono diversi e relativi a più fronti: dall’alternanza scuola lavoro che rischia di diventare uno sfruttamento, alla scuola dell’infanzia, la cui riforma non ha risolto un bel nulla; dalla chiamata diretta che ha collocato forzatamente e con errori migliaia di docenti su posti lontani pur in presenza di cattedre vicino casa, alla mancata assunzione di intere categorie, a iniziare dagli Ata che sono stati esclusi pure dal potenziamento. E molti altri ancora. La riforma Renzi non è emendabile, si può solo cancellare.
Anief ricorre al TAR Lazio e impugna la nota pubblicata dal Miur n. 26145 dell'8 giugno 2017 e il Decreto legislativo n. 59/2017 della Buona Scuola che non prevedono lo scorrimento delle graduatorie di merito per la scuola primaria e infanzia. Apertele adesioni al ricorso con scadenza 8 luglio.
L’impugnazione in tribunale ha preso ancora più vigore, dopo le vittorie conseguite e dopo che il Ministero dell'Istruzione ha ammesso che le Graduatorie di Merito del Concorso 2016 dovranno essere utilizzate integramente scorrendo anche oltre il 10% degli idonei, dunque attingendo dagli elenchi aggiuntivi ai fini delle immissioni in ruolo conferite già con decorrenza 1° settembre 2017. Alla luce di questi esiti, appare davvero assurdo che lo stesso Miur possa aver dimenticato i docenti risultati idonei alle prove concorsuali per la scuola dell’infanzia e primaria.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siamo coscienti che la nostra battaglia, che ci ha già visto vincitori per una parte dei candidati che hanno partecipato al concorso 2016, non può essere arrivata a conclusione. Auspichiamo che il Miur provveda con urgenza a sanare quest'ulteriore stortura e si cancelli così in fretta l'evidente discriminazione posta in essere, a discapito di questa particolare categoria di insegnanti già flagellati da decisioni penalizzanti giunte con la Buona Scuola. In caso contrario, il Miur non farebbe un buon servizio alle 8.400 scuole italiane, agli alunni e alla famigerata continuità didattica. Perché il nuovo reclutamento, legiferato a fine maggio con i decreti attuativi della L. 107/15, prevede una fase transitoria che porterà in cattedra i docenti, a titolo definitivo, non prima del 2022. Nel frattempo chi andrà a coprire le cattedre vuote e quelle che si svuoteranno ulteriormente con il turn over?
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