Insieme per un nuovo patto educativo, per rimettere l’insegnamento al centro del dibattito politico e per creare una scuola inclusiva, giusta, equa e solidale.
Insieme per un nuovo patto educativo, per rimettere l’insegnamento al centro del dibattito politico e per creare una scuola inclusiva, giusta, equa e solidale.
Sulla proroga dei contratti di 6 mila collaboratori scolastici aggiuntivi Pnrr - Agenda Sud non bastano le buone intenzioni: a distanza di due settimane dall’annuncio da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito di volere assicurare “il proseguimento di queste attività grazie a una dotazione di circa 14 milioni di euro, direttamente nel bilancio del Ministero” per confermare l’organico aggiuntivo, tutto è finito nel silenzio. Con le scuole lasciate a gestire in proprio la situazione e i collaboratori scolastici aggrappati a una speranza. Non si fa così.
“La riforma di Medicina per accesso ai corsi sul modello francese trova il consenso del sindacato Anief: “Andava fatta da tempo, da anni in Italia abbiamo davvero pochi medici specializzati, i test risultano ormai inutili e anacronistici. Con questo provvedimento potremo finalmente contrastare l’emigrazione dei nostri giovani in Europa per intraprendere studi medici”. A dirlo è oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a commento del primo sì da parte Comitato ristretto della Commissione istruzione del Senato alla riforma del numero chiuso per accedere ai corsi universitari di Medicina, con la selezione degli iscritti che in base a questo progetto legislativo dovrebbe essere realizzata sulla base degli esami svolti dopo un semestre aperto a tutti.
“Festeggiare il 25 aprile è diritto dei cittadini e dei lavoratori italiani, allo stesso tempo vivere i valori di democrazia, partecipazione e responsabilità è un comune dovere di tutti. Quella di oggi è una data chiave anche per la Scuola per il suo mestiere educativo, per indicare agli alunni e ai ragazzi quanto sono centrali i valori della libertà e della democrazia in una società sempre più disorientata”. Lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nell’odierno anniversario della liberazione d'Italia dal nazi-fascismo.
C’è una “astratta incompatibilità delle normativa nazionale con la clausola 4 punto 1 dell’Accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato inserito nella Direttiva 1999/70/CE: a scriverlo è stato la scorsa settimana il Tribunale di Firenze, sezione Lavoro, ricordando che «la clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di EUR 500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali». Alla luce di tale premessa, il giudice del lavoro ha deciso di risarcire con 1.500 euro un insegnante che ha presentato ricorso con Anief, dopo avere svolto tre annualità formandosi finanziandosi a livello personale e senza possibilità di usufruire della Carta del docente invece assegnata ai colleghi di ruolo.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha inoltrato a tutti gli Uffici Scolastici Regionali la nota n. 55934 con cui i Direttori Generali sono invitati a indire i concorsi per soli titoli per i profili professionali delle ex aree A e B del personale ATA, finalizzati alla costituzione delle graduatorie provinciali permanenti utili per le assunzioni in tali profili nell’a.s. 2024/2025: nel provvedimento sono citate le novità introdotte dal nuovo CCNL, 2019/21, per quanto riguarda la rinnovata classificazione dei profili professionali del personale ATA. Si precisa che nei bandi di concorso per soli titoli prodotti dai Direttori Regionali deve essere indicato che è possibile dichiarare il servizio prestato entro il 30 giugno 2024 con incarichi temporanei, ferma restando la necessità di dichiarare con riserva quello prestato successivamente alla presentazione della domanda e la possibilità, con decorrenza dal 16 giugno 2024, di sciogliere la riserva e di acquisire a pieno titolo il servizio effettivamente prestato.
Oltre 800 euro l’anno, per un totale di 1.637 euro: è la cifra che ha recuperato dal Tribunale del lavoro di Livorno una insegnante precaria che ha svolto, all’interno di istituti scolastici statali, a seguito della stipula di contratti di durata breve. La docente si era infatti resa conto che nel suo cedolino stipendiale mancava la ‘voce’ della ‘Retribuzione Professionale Docenti’, invece presente nelle buste paga dei colleghi di ruolo. Per questo si è rivolta ad Anief e ha ottenuto giustizia. Dopo avere esaminato la normativa e i precedenti giudiziari, il Tribunale ha concluso, anche sulla base “del principio di non discriminazione di derivazione comunitaria”, che “il contratto a termine è comparabile a quello prestato dai docenti della medesima classe di concorso immessi in ruolo, per cui non è dato riscontrare alcuna ragione oggettiva che giustifichi il mancato riconoscimento ai docenti a tempo determinato dalla retribuzione professionale docenti per il servizio effettivamente svolto”.
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