Pensare di salvaguardare i bisogni formativi dell’allievo, confermando lo stesso insegnante di sostegno per un alto numero di anni è un’illusione. Tale docente è, infatti, inserito all’interno dell’organico scolastico: all’inizio di ogni nuovo anno, sempre che abbia mantenuto la stessa sede di servizio, nulla vieta che possa cambiare allievo. Inoltre, la programmazione educativa individualizzata non è frutto del singolo docente, ma sempre e solo del Consiglio di Classe: è in quella sede che si determina la linea formativa dell’alunno. E quell’organismo ogni anno cambia volto e strategie.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la continuità didattica è un falso mito, perché nell’ipotesi di contratto sulla mobilità è abolito il vincolo triennale di permanenza e almeno un insegnante per Consiglio di Classe avrà la possibilità di spostarsi per avvicinarsi, giustamente, vicino casa. Mentre i docenti di sostegno, ai sensi dell’art. 12 della legge delega, dovranno permanere nel loro ruolo per dieci anni; inoltre, nello stesso organo collegiale, uno o due docenti sono quasi sempre precari, costretti ogni anno a cambiare sede. Vi sono, poi, i trasferimenti volontari e d’ufficio e i pensionamenti. In questo quadro, con la programmazione periodicamente rivista e corretta, come si può pensare di garantire la continuità formativa pensando di costringere il docente di sostegno a rimanere sull’alunno? Ma ammesso che sia così, perché il Miur continua, pure dopo la riforma, ad assegnare una cattedra di insegnante specializzato su tre ai precari?
Roma, 7 febbraio 2017 - È nato da pochi giorni l'UDIR, il nuovo sindacato dei dirigenti scolastici. La nuova organizzazione, fortemente voluta da Marcello Pacifico, presidente di ANIEF (Associazione Sindacale Professionale), nei primi due giorni di vita ha già registrato più di 100 iscrizioni, e punta a diventare il punto di riferimento principale di tutti i dirigenti scolastici italiani. La nuova organizzazione aderisce a Confedir (Confederazione rappresentativa al tavolo della dirigenza pubblica per il triennio 2015-18) ed è stato creato per centrare un obiettivo ormai da tempo abbandonato da tutti gli altri sindacati che hanno sottoscritto nell’ex area V il CCNL 2000-2001, che hanno dimenticato di trattare tutti i dirigenti allo stesso modo, lasciando i dirigenti scolastici come fanalino di coda della dirigenza italiana. Per i vertici del nuovo sindacato "I sindacati storici non hanno contrastato, in maniera significativa, il taglio del 33% del FUN, nell’ultimo quinquennio, da cui si paga la retribuzione di posizione e di risultato con riflessi negativi nella contrattazione regionale. Pertanto, risulta necessaria un’immediata e vincente azione giudiziaria che aumenti gli stipendi a regime e recuperi gli arretrati. L'UDIR nasce quindi con l'intento di combattere con forza queste disparità, che portano i Dirigenti Scolastici ad essere i dirigenti dello stato meno pagati in assoluto a fronte del fatto che sono quelli con il maggior numero di responsabilità. Il nuovo sindacato dei dirigenti scolastici promette di iniziare subito con azioni forti, anche legali, per difendere i diritti di un settore dimenticato della dirigenza dello stato. A tal fino sono già previsti e pronti più di 100 ricorsi per la tutela del profilo dirigenziale del "vecchio" Preside.
I tribunali hanno evidenziato l’illegittimità della mancata valutazione del servizio pre-ruolo oltre il quarto anno, sia per la mobilità d'ufficio, sia per le graduatorie interne d'istituto ed inoltre per il servizio svolto nelle paritarie ai fini della corretta attribuzione del punteggio, in aperto contrasto con il prescritto normativo. Ancora, il servizio prestato su posto di sostegno con contratti a tempo determinato, che non sarà ritenuto utile ai fini del raggiungimento del vincolo quinquennale per passare da posto di sostegno su cattedra comune.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): su questi tre punti occorre necessariamente ‘aggiustare il tiro’, sottoscrivendo un CCNI definitivo sulla mobilità non discriminatorio nei confronti di chi ha svolto lunghi periodi di precariato, supplenze sul sostegno e nelle scuole paritarie. Qualora non venissimo ascoltati, di sicuro impugneremo le norme approvate chiedendo giustizia al giudice. Per informazioni e adesioni ai ricorsi cliccare qui.
Le audizioni sul decreto legislativo sulla ‘istituzione del sistema integrato di educazione e d’istruzione dalla nascita sino a sei anni’ della Legge 107/15 stanno confermando la linea dell’Anief: è necessario un sensibile aumento degli organici e l’introduzione di personale potenziato nell’infanzia. Così come sarebbe molto utile l’anticipo di un anno dell’obbligo scolastico in classi con docenti della scuola dell’infanzia e della primaria assieme.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): procedere alle immissioni in ruolo non è nulla di sensazionale se si pensa che stiamo parlando degli insegnanti più presenti nelle GaE e nelle graduatorie dei vincitori di concorso, ma che sinora sono stati immessi in ruolo con il contagocce anche dalla riforma Renzi-Giannini.
La data è simbolica, poiché è l’ultimo giorno utile al Parlamento per esprimere il parere sugli otto decreti legislativi della Buona Scuola, i quali non risolvono il problema del precariato, della valutazione e del merito, dell’organico di sostegno, del diritto allo studio, dell’insegnamento all’estero, della chiamata diretta. Per l’occasione, il sindacato autonomo lancia un appello a tutti i supplenti, docenti e Ata della scuola italiana e all’estero. Anief chiede anche ai sindacati rappresentativi di scioperare insieme, ancora una volta, per mandare un segnale forte al Governo: sono previsti sit-in nella capitale e in alcune città della Penisola. #LaScuolaHaBisognoDiNoi Prenota il tuo pullman. Per informazioni o per partecipare alle manifestazioni di protesta, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): con le deleghe della Legge 107/2015 peggiorano le condizioni della scuola italiana. Continuano a essere dimenticati i docenti abilitati della seconda fascia delle graduatorie d’istituto e tutti coloro che hanno prestato servizio per almeno 36 mesi su posto vacante, mentre più di centomila supplenti permettono il regolare svolgimento dell’anno scolastico, a testimonianza del fatto che la precarietà non è stata sconfitta e che la scuola ha bisogno di loro. Sul fronte stipendiale, è tempo di dimostrare coi fatti che s’intende valorizzare e riconoscere la giusta retribuzione a chi si occupa dell’educazione dei nostri figli, stanziando risorse economiche adeguate. Così come in Germania dove, fin dall’inizio della carriera, gli stipendi sono il doppio ed è possibile andare in pensione quasi con la metà del servizio. Così non si può andare avanti: venerdì 17 marzo abbiamo l’opportunità di farci sentire.
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