Al vaglio di Palazzo Madama giungeranno anche una serie di richieste d’interventi da adottare in vista del prossimo anno scolastico, minacciato dagli stessi gravi problemi che hanno già gravato sulla didattica e formazione degli studenti dell’anno in corso. Tra le modifiche reputate ammissibili, presentate dall’Anief: quelle sui dirigenti scolastici; sulle assunzioni nella scuola dell’Infanzia, oltre che del personale Ata ed educativo; sugli idonei nelle graduatorie di merito, dei vincitori del concorso a cattedra, ma ancora non assunti, che rischiano di rimanere al “palo” per via della possibile prossima soppressione delle stesse graduatorie. Giudicati inammissibile, invece, l’emendamento per ripristinare la figura del ricercatore in ruolo e quello sull’aggiornamento nel 2017/18 delle GaE dei precari, finalizzato all’inserimento di 100mila nuovi abilitati nelle stesse, anche loro ingiustamente esclusi dal piano straordinario di assunzione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sugli abilitati di seconda fascia d’istituto non ci arrendiamo, poiché chiederemo al Parlamento di cambiare il decreto delegato nella gestione della fase transitoria. Il giovane sindacato, durante le prossime audizioni, riproporrà lo stesso tema al Parlamento poiché si chieda al Governo di modificare la gestione della fase transitoria prevista dal decreto legislativo sulla formazione iniziale e reclutamento della Legge 107/2015. I docenti abilitati hanno diritto a essere assunti al di là dell’anno o della tipologia di abilitazione, specie quando sono impiegati come supplenti annuali (circostanza che si realizza nell’80% dei casi) per fare funzionare le nostre scuole. Noi continueremo la nostra azione per tutto febbraio.
La conferma è arrivata dal Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli: “è prossimo il bando”, per consentire “di riportare alla normalità i carichi di lavoro dei colleghi già in servizio. Solo col concorso si potrà, infatti, risolvere l’annoso problema delle numerose reggenze” e dare l’opportunità di “progressione di carriera a quei docenti che siano interessati ad un nuovo ruolo”. Il testo deve passare solo il vaglio del Ministero dell’economia, poi sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale dopo la comunicazione, che avverrà a brevissimo, alla presidenza del Consiglio dei ministri e il visto della Corte dei conti. Terminato questo iter, si procederà a chiedere al ministro della Funzione pubblica e al Mef l’autorizzazione definitiva.
Per la prima volta, i cinque anni di servizio minimo potranno essere raggiunti anche con il periodo di precariato, continuando però a escludere dalle prove concorsuali tutti i docenti precari già abilitati all’insegnamento. Il giovane sindacato, supportato da precise norme ordinarie e costituzionali, giudica illegittima tale esclusione: pertanto, ha deciso sin d’ora di ricorrere(entro il 13 febbraio) per far partecipare tutti i precari con cinque anni di servizio svolto in scuole pubbliche o paritarie. Inoltre, il sindacato ritiene opportuno riservare una quota delle immissioni in ruolo ai vicari che hanno svolto per almeno tre anni il ruolo di reggente di un istituto. Anief ritiene, poi, che la quota dei posti messi a bando debba essere maggiorata: quelli indicati non tengono conto né del turn over, né della quota eccedente prevista dalla legge, né, soprattutto, del fatto che i vincitori andranno “spalmati” su un triennio. Infine, si chiede l’approvazione urgente di una sanatoria per tutti i contenziosi pendenti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): con i prossimi pensionamenti degli attuali presidi, da settembre ci ritroveremo con quasi 2mila scuole prive di capo d’istituto e altrettante reggenze, con gli istituti che continueranno a essere gestiti a distanza. Non facendo, dunque, nemmeno tesoro di quanto accaduto quest’anno, con un Dirigente scolastico italiano su tre costretto a gestire in contemporanea fino a 20 plessi. Non comprendiamo come si possa pensare di valorizzare la figura del preside della scuola pubblica continuando a fare economia sui suoi compensi, ma si eviti almeno di pensare di averne migliaia di meno di quelli necessari e indispensabili: tirando su paletti inutili, che ledono pure i diritti e privano la nostra scuola di forze fresche e giovani.
Oggi il Ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, ha espresso la volontà di rinnovare il contratto di categoria attraverso “un confronto con le organizzazioni di categoria”; la stessa ha, poi ricordato che “la media per gli aumenti è di 85 euro, ma va tradotta comparto per comparto, professionalità per professionalità,questo è un lavoro che dobbiamo fare. È importante sapere che stiamo parlando del settore della scuola, dell'università, della ricerca e dell'Afam, perché questa è una parte che non può essere presa e considerata allo stesso modo di altre tipologie, assolutamente degne e importanti, di lavoro pubblico".
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ben venga, ma che non sia simbolico. In base a calcoli obiettivi, a docenti e Ata vanno corrisposti altri 100 euro di aumenti mensili medi a regime: bisogna, infatti, tenere conto del gap rispetto al costo della vita e degli aumenti minimi da corrispondere necessariamente a tutti dopo otto anni di blocco. Una cifra, tra l’altro, che va corrisposta a partire dal mese di settembre 2015, come stabilito da una puntuale sentenza della Consulta dell’estate di quello stesso anno.
Anief ricorda che a causa del congelamento ininterrotto del contratto e della riduzione delle indennità per la realizzazione di attività extra-curricolari, lo stipendio dei dipendenti della scuola tra il 2014 e il 2015 ha addirittura fatto registrare un calo di 800 euro. Inoltre, l’importo è destinato a rimanere fermo fino al 2021, per colpa del blocco dell'indennità di vacanza contrattuale e del primo gradino stipendiale per i neo-assunti dal 2011, a seguito del CCNI firmato dai sindacati. Ecco perché il sindacato rilancia il ricorso per ottenere l'allineamento dell'indennità di vacanza contrattuale, con l’aumento in busta paga mensile del 10% da settembre 2015: per aderire vai al seguente link.
Secondo il titolare del Miur le graduatorie dei docenti ancora in vigore quest’anno verranno "affrontate concretamente", per "verificare e superare alcuni elementi di discriminazione tra le aree di concorso che sono state fatte", perché "docenti, personale Ata e dirigenti" vanno "assolutamente considerati nella società come una delle professioni più importanti". Per Anief sono parole confortanti, cui però va fatto seguito immediato attraverso apposite modifiche alle leggi delega.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): finalmente un ministro della Repubblica a capo del Miur che apre alla possibilità pratica di svuotare le graduatorie dei precari della scuola, senza più discriminazioni. Fedeli non perda tempo, ha la possibilità di agire: i margini per farlo sono, infatti, contenuti già nel decreto della L. 107/15 sul riordino della formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, ora in commissione parlamentare. Basterebbe mantenere in vita il doppio canale di stabilizzazione nonché aprire subito l’aggiornamento delle GaE, in primavera unitamente alle graduatorie d’istituto. Allo stesso modo, occorre prevedere il progressivo travaso dalla seconda fascia nelle GaE di tutti gli abilitati e abilitandi. Anief, dal 2008 ad oggi, è riuscita più volte a far riaprire le graduatorie, quando le stesse erano ancora permanenti. Il ministro può farlo anche stavolta, senza però che a deciderlo siano i giudici: è previsto dalla stessa delega sul reclutamento.
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