“Il Contratto collettivo nazionale 2019/2021 dei comparti Istruzione, Università e Ricerca ha prodotto diversi aspetti positivi, sia di tipo economico che normativo”: lo ha ricordato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, replicando in questo modo a chi ancora accusa i sindacati firmatari dell’intesa sottoscritta lo scorso 18 gennaio di non avere fatto il bene di circa un milione e mezzo di lavoratori.
Ad breve partirà la seconda edizione delle lezioni percorsi abilitanti 30 CFU previsti dal DPCM 4 agosto 2023 art. 13, c. 2 destinati ai docenti già abilitati o specializzatati su sostegno che possono così conseguire l’abilitazione per altre classi di concorso o altri gradi di istruzione, conseguendo trenta dei sessanta CFU/CFA; con questa possibilità molti così detti “docenti ingabbiati” potranno abilitarsi e quindi accedere ad altre classi di concorso rispetto a quelle in cui sono attualmente in servizio.
Lavorare a scuola porta stipendi modesti, che non reggono nemmeno l’inflazione. E stanca molto. È di poche settimane fa l’allarme lanciato dall’Ocse che ha prodotto numeri di docenti vittime di burnout in aumento con la preghiera ai governanti di “indagare i livelli dello stress legato al lavoro degli insegnanti”. Un paio di mesi prima, Vittorio Lodolo D’Oria, tra i maggiori esperti nazionali di burnout degli insegnanti, ha dato vita a una ricerca dalla quale risulta che nell’ultimo decennio tra i nostri insegnanti si sono registrati più di 100 suicidi, con prevalenza al Sud e tra i 50enni. Inoltre, il lavoro a scuola si dimostra anche pericoloso: lo conferma anche l’Inail, che ha pubblicato in questi giorni il Dossier donne, focus sull’andamento al femminile di infortuni sul lavoro e malattie professionali.
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