Il sindacato dice basta ad una Legge di Bilancio di fine anno che non rilancia l’istruzione pubblica e lascia immutate le ingiustizie introdotte dalla riforma Renzi-Giannini.
La piattaforma rivendicativa sindacale è quanto mai ampia: urge la stabilizzazione dei docenti delle graduatorie d’istituto; l’inserimento nelle GaE del personale abilitato dopo il 2011 e dei diplomati magistrale; un nuovo piano straordinario di assunzioni che stabilizzi coloro che hanno già lavorato, come docenti o Ata, oltre tre anni su posti liberi; consentire ai neolaureati di accedere alla terza fascia delle graduatorie d’istituto e ai concorsi a cattedra; raggiungere la parità di diritti tra personale di ruolo e a tempo determinato, attraverso l’estensione ai precari degli scatti stipendiali e del bonus 500 euro per l’aggiornamento; in tema di permessi e malattia, garantire a tutti le medesime opportunità e modalità di fruizione; aprire ai precari la partecipare al prossimo concorso per dirigenti scolastici, se in possesso del requisito dei 5 anni di servizio; urgono i concorsi per Dsga e come Coordinatore dei servizi di segreteria. Riguardo all’ultimo concorso docenti, è necessario superare il tetto del 10% degli idonei e consentire lo scorrimento delle graduatorie di merito per il 50% delle assunzioni. Ruoli, peraltro, da garantire subito ai vincitori rimasti senza posto; va tolto poi il vincolo triennale sulla provincia di immissione in ruolo e garantito per intero il servizio pre-ruolo ai fini della ricostruzione di carriera; riconoscere l’elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della funzione docente, perché lavoro usurante, senza alcuna distinzione di ordine e grado; rispettare i diritti degli studenti disabili con più docenti di sostegno; adeguare l’organico di fatto all’organico di diritto.
Il giovane sindacato commenta l’Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle scelte politiche del Ministero dell’Istruzione per il prossimo anno. Secondo Viale Trastevere occorre, quindi, sostenere il processo di rafforzamento dell’autonomia scolastica, potenziare la formazione degli insegnanti e del personale in servizio nella scuola, nonché dare stabilità e certezza alla governance degli istituti scolastici attraverso lo svolgimento dei concorsi per Dirigente scolastico e Direttore dei servizi amministrativi: fra le priorità, vi è l’inclusione scolastica, da incentivare anche attraverso l’uso di nuove tecnologie, la riduzione della dispersione, il potenziamento e il miglioramento dell’offerta formativa attraverso il rinnovamento della didattica; centrale, infine, anche l’investimento sul capitale umano sul fronte della ricerca e quello sul diritto allo studio.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): con la Legge di Stabilità 2017 e i prossimi decreti delega della Legge 107/15, il Ministero ha la possibilità di andare a cancellare diversi passaggi errati o a vuoto contenuti nella riforma della Buona Scuola approvata 15 mesi fa. Il Miur, stavolta, non commetta altri errori, sia a livello organizzativo-strategico che normativo.
Gli Ambiti territoriali sono in questi giorni ancora alle prese con le rettifiche di utilizzazione, assegnazioni provvisorie e miglioramenti cattedre: a Roma, Napoli, Cagliari, Reggio Calabria, Milano e Torino non sono uscite neppure le convocazioni degli aspiranti alla nomina e le supplenze verranno affidate a novembre se non successivamente. Nel frattempo, non tutti i presidi hanno nominato il supplente sino all’avente diritto, soprattutto per coprire i vuoti sul sostegno, affidandosi in prevalenza agli insegnanti di “potenziamento”. Che dire, poi, della mancata collocazione nelle GaE dei docenti che hanno ottenuto un’ordinanza cautelare dai giudici? I dirigenti responsabili, a rischio di commissariamento, hanno introdotto una data off limits, oltre la quale hanno dato ordine ai propri uffici di non cambiare più l’assetto delle graduatorie.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quei dirigenti Miur non si sono resi conto che stanno stoppando delle ordinanze cautelari emesse in tribunale, in particolare dal TAR del Lazio: presto, però, torneranno con i piedi per terra, perché all’ordinanza di un giudice non si può rispondere alzando le spalle. Non bastava, insomma, che i docenti precari ricorrenti si ritrovassero ad operare per un Miur che si ostina a non recepire la giurisprudenza del Consiglio di Stato. Vorrà dire che se la situazione non si sbloccasse nelle prossime ore, chiederemo pure pesanti condanne alle spese. La legge non è un’opinione: gli Ambiti territoriali la smettano di andare per conto loro e pensino a ricomporre le GaE in tempo reale, anche ogni ventiquattrore. La trascuratezza del Governo verso i precari è palpabile: si è appena certificato che un docente che ha svolto pochi giorni di supplenza all’inizio di questo mese, si vedrà riconoscere il pagamento solo alla fine del prossimo. Come farà, se privo di altri lavori o proventi, nei 50 e oltre giorni di attesa?
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