Sempre più colloqui previsti con un modus operandi discutibile e che indaga nella vita privata dei candidati, andando oltre le già discriminatorie indicazioni ministeriali: in Calabria, un istituto superiore chiede di svolgere “una lezione frontale da parte dell’aspirante"; in un liceo Scientifico, il "Francesco Vercelli" di Asti, si chiede l’esposizione di un modulo estratto a sorte tra quelli proposti. C’è il caso di un Liceo di Romano di Lombardia, che chiede tra i titoli per la A019 un corso specifico di aggiornamento gestito dall'UST Bergamo su alternanza scuola-lavoro con certificazione, facendo, così, “fuori” tutti i professori che arrivano da Sud. Per non parlare di coloro che stanno chiedendo il CV corredato da un video di presentazione a mezzo o busto intero o di aver già svolto proficuamente nel loro istituto una “fertile attività didattica” oppure "senza demerito".
Anief ricorda che le linee guida emanate dal Miur, confortate dalle Faq ministeriali, avevano ampiamente chiarito come il colloquio, in presenza o via internet, debba servire ai docenti candidati esclusivamente per "illustrare il proprio CV e acquisire informazioni utili per scegliere tra le diverse scuole". E non avrebbe dovuto avere alcun valore "concorsuale", perché i docenti non devono dimostrare di avere competenze.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la personalizzazione delle selezioni dei docenti collocati negli ambiti territoriali in chiave aziendalista, sta superando la fantasia e, per quanto ci riguarda, non possiamo che ribadire la nostra intenzione di coinvolgere il Tar in tutti quei casi in cui non sia stata rispettata la legittimità costituzionale e quanto indicato nel Ptof. C’è il precedente, su questo tema, della Consulta, che ha stroncato il tentativo maldestro della Lombardia di procedere a selezioni non molto diverse da quelle che ora si stanno svolgendo nelle nostre scuole, con l’aggravante che stavolta è lo Stato italiano a selezionare dei docenti con modalità diverse in base all’anno di assunzione, al tipo di provincia e ora pure al dirigente scolastico.
Intervista al presidente Anief, prof. Marcello Pacifico sugli organici di sostegno.
21 agosto - dal minuto 1:52
Accolti presso il Tribunale del Lavoro di Roma altri due ricorsi Anief che riconoscono il diritto dei docenti di ruolo al corretto computo degli anni di servizio svolti durante il precariato al fine del passaggio da posto sostegno a posto comune durante le operazioni di mobilità. Dopo gli errori sulle procedure di mobilità rilevati a livello nazionale, il nostro sindacato ha ottenuto - grazie al prezioso intervento degli Avvocati Salvatore Russo, Ida Mendicino, Fabio Fanci e Walter Miceli - piena ragione in favore di due nostri iscritti, con la condanna dell'Amministrazione a concedere il trasferimento su posto comune computando correttamente il servizio a tempo determinato svolto dai docenti.
Al silenzio-rigetto da parte dell’USR seguirà ricorso gratuito presso il tribunale competente. Riparte dopo i centinaia di posti attivati l’anno scorso, e risarcimenti fino a 12 mila euro, l’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno” Il sindacato chiede anche al Miur di trasformare il 30% dell’organico di fatto attivato ogni anno (40mila posti), in costante aumento, in organico di diritto e di consentire la partecipazione degli ultimi docenti specializzati su sostegno dalle Università alle prove suppletive. Per info, segnalazioni o adesioni al ricorso, scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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