Secondo la Nota Tecnica del capo dipartimento del dicastero dell'Istruzione Stefano Versari il dipendente senza la “certificazione verde COVID-19”, oltre a essere sospeso fin dal primo giorno di servizio dopo l’avvenuto mancato riscontro, deve anche pagare allo Stato una sanzione da 400 a 1.000 euro: assieme alla “sospensione senza stipendio”, scrive il dirigente ministeriale, si applicherà una “sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro”.
Il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico non ha dubbi: “Siamo alla follia. Faremo restituire stipendi e multe a migliaia di insegnanti, ma qualcuno dovrà rispondere per queste azioni discriminatorie. Intanto, invitiamo tutto il personale a firmare la petizione contro l’obbligo vaccinale del personale scolastico e universitario, alla quale hanno aderito già 110mila persone, ad aderire al ricorso e a scioperare il primo giorno delle lezioni in ogni regione italiana”.
Anief ricorda che la sicurezza nelle scuole passa per il rispetto delle norme sul distanziamento sociale e non facendo la “voce grossa” contro chi non si vuole vaccinare, ma ha diritto alla tutela della propria salute, ha diritto al lavoro e all'istruzione in luoghi sicuri senza sospensioni e sanzioni.
Anief conferma i ricorsi già promossi e avvia le procedure di effettiva adesione all'azione legale per i docenti esclusi dalle procedure di nomina in ruolo straordinaria da GPS prevista dall'art. 59, comma 4, DL 73/2021. L'azione legale mirata del giovane sindacato prevede l'invio di specifici modelli cartacei da inviare entro il 21 agosto utili a rivendicare il diritto a partecipare alle procedure di nomina in ruolo da GPS sia dei docenti utilmente collocati nella II Fascia GPS (completamente esclusi da questa procedura), sia dei docenti inseriti in I Fascia o negli elenchi aggiuntivi che non possiedono le 3 annualità di servizio in scuola pubblica svolti su posto comune. L'adesione ai ricorsi è aperta fino al 21 agosto 2021.
Alla fine i sindacati cedono sul green pass: tutti firmano, tranne Anief che non sottoscrive l’accordo, nonostante i decisi miglioramenti rispetto al testo inziale cui ha contribuito, e conferma il ricorso collettivo gratuito al Tribunale di Roma per impugnarlo insieme al Decreto legge n. 106 per contrasto al Regolamento comunitario n. 953/21, dopo aver raccolto centomila firme in sei giorni per la sua abolizione.
È possibile ancora firmare la petizione al seguente link affinché sia depositato l’elenco in Parlamento alla ripresa dei lavori e aderire al ricorso per chiedere la sospensione della norma entro il 21 agosto per depositarlo nei giorni successivi.
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