È confermato per domani l’incontro tra i sindacati e la parte pubblica all’Aran sull’Atto di indirizzo che il Governo vuole dare in vista del rinnovo contrattuale della scuola: dopo la prima riunione sui temi generali, quella delle prossime ore potrebbe essere una tappa decisiva per circa un milione e mezzo di docenti e Ata della scuola e ancora di più in servizio in tutto il pubblico impiego. Tra i presenti al tavolo della trattativa ci saranno anche rappresentanti dell’Anief che chiederanno di chiudere velocemente il contratto nazionale scaduto da quasi sei mesi, utilizzando fino all’ultimo euro dei fondi stanziati nelle ultime Leggi di Bilancio, per poi concentrare il confronto sulla parte economica e normativa (con tanti temi da affrontare, anche a seguito del Covid, che guardano alla parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, specifiche indennità, nuovi profili professionali Ata, valorizzazione dei Dsga e dello staff dell'autonomia) da includere nel Ccnl attuale e che andrà avanti fino al 2024.
Tutti i lavoratori “fragili” continueranno fino al 30 giugno 2022 ad usufruire delle misure di tutela rispetto al Covid e anche a svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile oppure con altra mansione o lo svolgimento di attività di formazione anche da remoto. Solo laddove non sia possibile adeguare il lavoro a queste modalità, coloro che si trovino in condizione di fragilità secondo quanto sopra riportato, potranno continuare a fruire di periodi di assenza per malattia con equiparazione al ricovero ospedaliero. A prevederlo è la conversione del DL 24/2022 (cd. Decreto Riaperture) nella Legge 52/2022 pubblicata in GU il 24 maggio 2022, che dà dunque continuità ai benefici già previsti e rinnovati fino alla scadenza dell’emergenza sanitaria del 31 marzo 2022. Tuttoscuola specifica che per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria per i lavoratori del comparto pubblico, che nella scuola si attua attraverso il giudizio del medico competente, le disposizioni si applicano fino al 31 luglio 2022.
Il Tribunale di Milano, sezione Civile, settore Lavoro, si oppone al risarcimento danno chiesto da una docente non vaccinata e a lungo sospesa dal servizio: secondo il giudice del lavoro che ha esaminato il ricorso, “la sospensione è conforme alla Costituzione e non è dovuto alcun risarcimento del danno: né, si osserva, appare sussistere alcuna violazione tra la fattispecie in esame e la giurisprudenza costituzionale o comunitaria”. Nella sentenza si legge che “non è possibile riconoscere l’assegno alimentare ai docenti sospesi”. La docente aveva chiesto al giudice, scrive la stampa specializzata, “di ottenere l’annullamento del provvedimento di sospensione non retribuita per mancata esecuzione dell’obbligo vaccinale, la reintegra in servizio eventualmente anche in diverse mansioni idonee evitare il contagio da Sars Cov – 2 e la corresponsione a suo favore di tutti gli stipendi maturati dalla sospensione”.
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