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Il Governo aveva promesso di ridurre il rapporto alunni-insegnanti per classe, di revisionare le attuali regole sul dimensionamento e l’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto. Non è stato fatto. E adesso, con i casi Covid alle stelle, paghiamo pegno. Come se non bastasse mandiamo gli alunni in classe con molti più contagi e ci inventiamo la gestione dei casi in base all’età e al numero dei contagiati: no, non siamo al mercato. A dirlo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di una diretta Facebook a commento dell’incontro appena concluso con il ministro dell’Istruzione, durante il quale lo stesso Patrizio Bianchi ha confermato che domani ci sarà il Consiglio dei ministri e che quella sarà la sede per prendere le decisioni sul rientro a scuola.
Il ritorno in classe dal 7 gennaio sta diventando un tema dalle risposte istituzionali più disparate. Oggi le Regioni, riunite per realizzare una proposta condivisa da presentare al Governo per il rientro in classe, hanno detto che il Cts deve prendersi le sue responsabilità: “devono dirci loro se con questi numeri dentro le aule gli studenti sono al sicuro”. Inoltre, la proposta che si sta delineando è quella di non fare tamponi al primo giorno, nessuna distinzione tra vaccinati e no, di procedere con la Dad con un contagio nella scuola dell'infanzia, due fino a 11 anni e tre dai 12 anni in poi.
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