Rassegna stampa

Recensioni dalla Stampa al 10 giugno 2010

L’Unità - 4 giugno

“Parlando di riforma delle superiori”

░ La CdC ha dato l’ok ai regolamenti concernenti il riordino del II ciclo di istruzione (licei, istituti tecnici e istituti professionali)

La riforma della scuola superiore compie l’ultimo passo prima dell’approdo in gazzetta ufficiale: ieri è stata registrata anche dalla Corte dei Conti.

 

liberal- 4 giugno

“Sfida, nel pdl, sul maestro unico”

░ Giulia Stella accenna al latente dualismo tra le due donne della politica scolastica italiana, la Gelmini e la Aprea, ministro l’una, presidente della VII commissione permanente della Camera Insolitamente numerosi sono stati i rilievi che l’on. Valentina Aprea ha formalizzato, come relatrice di maggioranza, al testo ministeriale.

… Non sono mancate critiche al testo prodotto dagli esperti del ministro Gelmini. Il relatore, la stessa Aprea, che di scuola ne sa eccome (è stata sottosegretario della Moratti, ma anche preside per diversi anni), ha posto oltre 20 condizioni nel suo parere finale su cui, comunque ci sarebbe il sostanziale accordo con il ministero, almeno su alcuni punti.

… dalla camera è arrivata la richiesta di una maggiore chiarezza su quando apriranno i nuovi corsi di laurea necessari per diventare insegnanti. Secondo quanto emerge dal Ministero, on si partirà prima del 2011/12.. mentre sembra che il prossimo autunno potrebbero già essere messi in campo i tirocini formativi attivi, la nuova modalità utili per abilitarsi all’insegnamento, che saranno obbligatori per tutti coloro che vorranno diventare docenti. I primi tirocini, però, non saranno dedicati alle matricole dei nuovi corsi di laurea, ma saranno l’ultimo treno per l’abilitazione (fino all’anno 2012/13) offerto a coloro che già insegnano (servono 360 giorni certificati di cattedra), ma senza questo titolo, o a quanti, ad es., hanno fatto la SSIS ma non l’hanno completata. L’accesso ai tirocini sarà, comunque, condizionato come prevede il regolamento sulla formazione bisognerà superare un apposito test nazionale. Tornando alle condizioni, la relatrice ha chiesto anche di valutare l’attivazione di corsi formativi distinti per lavorare nella scuola dell’infanzia e in quella primaria… Ma su questo punto Viale Trastevere non sembra intenzionato a cedere… La Aprea raccomanda di prevedere, per i docenti della primaria, “la possibilità di acquisire, con un lavoro di approfondimento, la preparazione in una specifica area disciplinare, al fine di delineare un profilo di docente esperto in un’area disciplinare ma in possesso, nel contempo, di una formazione pluridisciplinare”. Insomma, niente “tuttologi”… non sia mai che un domani lo Stato ci ripensi sul maestro unico prevalente…. Nel frattempo resta l’incognita concorsi: la Finanziaria del 2008 indicava la necessità di rimodulare la formazione, ma di procedere, al contempo, anche all’assunzione di nuovi docenti mediante concorsi a cadenza biennale, in attesa dei nuovi laureati. Ferme restando, comunque, le graduatorie. Poiché in queste ultime ci sono 220000 aspiranti, e lo Stato sta immettendo in ruolo una media di 8 – 10 mila docenti all’anno, i nuovi concorsi sembrano una chimera.

 

Il Messaggero - 7 giugno

“Scuola: via agli esami di terza media.Sugli scrutini, la scure degli scioperi”

░ Ilaria Ricci fa il punto sull’attualità esami. Sono 575mila gli studenti coinvolti; il giorno 17 ci sarà il test nazionale Invalsi. Ma per gli esami conclusivi della Secondaria superiore c’è un inedito: in un liceo di Bari, il d.s. chiede alle famiglie dei candidati un prestito (145 euro) per pagare i commissari; restituirà alle famiglie, non appena il Miur accrediterà i fondi. Che cosa gli farà dire la Gelmini ?

“…Per tutti gli altri alunni è tempo di scrutini. E proprio su questi ultimi pende la minaccia dello sciopero indetto dai sindacati Cobas e Unicobas che annunciano due giorni di defezione in ciascuna regione (si procederà a scaglioni, si comincia oggi e domani in Emilia, Calabria e a Trento; il Lazio sarà coinvolto il 14 e 15 giugno, per rallentare le operazioni in segno di protesta… Incognita scrutini, dunque, ma non per chi dovrà sostenere esami di terza media e di maturità. Per le classi finali le operazioni di valutazione si svolgeranno regolarmente anche perché ci sono le prove scritte che incombono. Alla media c’è chi partirà questa settimana… La carica dei 575mila alle prese con le prove di terza già trema. Ma tremano pure i ragazzi della maturità: nei prossimi giorni sapranno se accederanno agli esami. Quest’anno ci vuole il sei in ogni materia, e i presidi annunziano un’impennata di bocciature… La macchina della maturità metterà al lavoro migliaia di commissari, ma per pagarli c’è già chi ricorre a espedienti drastici: al Liceo scientifico “Majorana” di Putignano (BA), il preside ha chiesto un prestito alle famiglie degli esaminandi: 145 euro a testa per pagare i professori delle commissioni. Il motivo ? La cassa della scuola è vuota, e il Ministero paga in ritardo”. Le famiglie saranno risarcite non appena arriveranno i soldi del ministero.

 

Il Piccolo - 7 giugno

“L’ipocrisia della scuola severa”

░ Franco Del Campo dice tutto il suo scetticismo sulle misure di severità docimologica che esordiscono da questa sessione di scrutini

Che la riduzione d’orario delle varie materie non sia un gran male? Ebbene, temo che vi sbagliate. Il sei in condotta non ha cambiato di un millimetro il comportamento degli studenti nelle mie classi. Meno docenti e meno ore a scuola si tradurranno in una drastica riduzione del “tempo formativo”, del tempo cioè che i giovani hanno a disposizione per dare forma alla propria anima e al proprio destino. Così abbiamo sforbiciato con allegra indifferenza – per pagare i nostri debiti – un pezzetto di idee, competenze, curiosità, speranze che entrano nella testa e nel corpo dei giovani proprio in questo periodo “critico”. Meno ore a scuola per imparare e studiare significa più ore davanti alla televisione e a vagare nella rete… Ma questa è la severità e la meritocrazia della scuola pubblica che vi piace ? Adesso, comunque, potremo misurare concretamente questa meritocratica severità… Il ministro Geloni è stata severissima, più severa di Gentile che nel 1923 ha fato l’unica grande riforma della scuola italiana. Secondo Gentile, infatti, gli studi superiori dovevano essere “aristocratici nell’ottimo senso della parola; studi di pochi, dei migliori… cui l’ingegno destina di fatto”. Di conseguenza, non potevano essere ammessi all’esame di Stato - inventato proprio da Gentile – cloro che “non riportino almeno cinque decimi del massimo dei punti da assegnarsi per il profitto (art.38 R.D. n.625/1925)… Fino all’anno scorso, invece, per essere ammessi bisognava avere la media del 6. Adesso, il ministro Gelmini ha battuto tutti. E infatti “potranno sostenere l’esame gli alunni .. che nello scrutinio finale conseguano una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina.. e un voto di condotta non inferiore a sei decimi” (art.6 c.1 D.P.R. 22 giugno 2009 n. 122)….Certo, c’è il rischio che quei fannulloni dei professori facciano i gattopardi e nel segreto del CdC trasformino qualche cinque in un sei umanitario.. in questo modo si passerà dal remoto e esecrato 6 politico al nuovo e postmoderno 6 “ipocrita”.

 

TuttoscuolaNEWS 7 giugno

“La maledizione dei grandi numeri e la regola di Robin Hood…rovesciata”

░ Con una serie di efficaci note, il blog di Tuttoscuola, focalizzando sul personale scolastico, sintetizza gli effetti distorti che la manovra economica correttiva va a produrre sulle retribuzione di varie categorie.

“… Una sorta di regola di Robin Hood rovesciata: togliere di più a chi ha di meno (insegnanti e personale ATA: tra 11 e 15% di minori entrate rispetto a quelle contrattualmente definite, per il prossimo triennio per circa metà del personale), salvaguardando nella sostanza chi ha di più, dai dirigenti dell’amministrazione (meno 2,5% in media) ai direttori generali e ai sottosegretari (meno 6%). Colpisce, in particolare, che il taglio del 5% scatti per chi guadagna tra 90 e 150.000 euro all’anno (quindi fino a 90.000 - che è un ragguardevole stipendio, considerando i 24.000 medi degli insegnanti - il taglio è dello 0%), e che il 10% si applichi solo per l’importo eccedente i 150.000 euro… Certo è che i sacrifici sarebbero più sopportabili se almeno fossero percepiti come equi. Vale per tutti, anche per i magistrati, che dovrebbero spiegare al personale delle aule di giustizia perché decidono di scioperare contro il taglio dei loro consistenti stipendi, che sono colpiti proporzionalmente assai meno delle magre buste paga degli impiegati”.

“Per gli insegnanti un taglio dell’11%, per i sottosegretari del 6%, per i dirigenti del 2,5”%

“… guardando nei meccanismi di dettaglio della manovra si scopre qualcosa di inaspettato: il sacrificio richiesto alla “casta” è in proporzione ben minore di quello chiesto ad altre categorie, come i dipendenti pubblici.

Cosa accadrà nel comparto della scuola? Lo abbiamo calcolato partendo dal personale dipendente fino ad arrivare ai sottosegretari (per quanto riguarda il ministro, essendo anche parlamentare, bisognerà attendere le deliberazioni annunciate dai presidenti di Camera e Senato…): Personale dipendente (docenti, personale amministrativo, bidelli, etc)11 / -15%; Dirigenti ministero -2,5%; Capi dipartimento -5,6%;Sottosegretario -6,0%.

Per il personale dipendente la riduzione si riferisce a quello colpito dal blocco dello scatto di anzianità (circa il 50% del totale) oltre che del contratto, e misura l’impatto in termini di riduzione percentuale rispetto al salario che si sarebbe avuto nel 2011 senza la manovra. Come si vede, ne emerge una piramide rovesciata (e sproporzionata)….

 

Corriere della sera - 9 giugno

“La Gelmini e la Maturità: con un cinque non si boccia”

░ Giulio Benedetti riporta l’invito del ministro ai docenti affinché usino buon senso nell’applicare la norma (O.M. n.44 del 5 maggio scorso) che prescrive tutte sufficienze per l’ammissione agli esami. Il giornalista segnala due fatti che a parere suo dovrebbero tranquillizzare gli studenti: la valutazione finale è collegiale, e l’ordinanza dà ai Consigli di classe la possibilità di adottare “liberamente criteri e modalità.. per la formalizzazione della deliberazione di ammissione”. Con la nostra esperienza (38 anni) di scrutini di classi terminali, saremmo stati più tranquilli se le delucidazioni del ministro fossero state vergate nero su bianco, in una circolare, e non “chiacchierate” alla TV.

“Con un cinque non si boccia nessuno”. Gli scrutini di ammissione alla maturità, appena iniziati, tengono col fiato sospeso tantissimi studenti sul cui collo pende la scure di un’ordinanza ministeriale che esclude dall’esame chi non ha la sufficienza in tutte le discipline. E con provvidenziale tempismo, da PORTA A PORTA, il Ministro dell’istruzione propone ai ragazzi e agli oltre 140 mila commissari una sua valutazione su come un Consiglio di classe dovrebbe interpretare la norma dei sei in tutte le materie. Il ministro, col rispetto dovuto all’autonomia degli insegnanti, li invita ad applicare con senso di responsabilità l’ordinanza… “Rispetto alla prassi di questi anni di ammissione pressoché totale alla maturità –ha affermato il ministro – questa è una delle norme pensate per restituire rigore e maggiore severità alla scuola e alla maturità. Non mi sfugge che laddove c’è l’insufficienza in una materia, il consiglio di classe debba valutare collegialmente se ammettere o no lo studente… L’applicazione delle nuove regole deve essere accompagnata dal buon senso, e quindi con un cinque non si boccia nessuno”. … Quella norma un effetto importante l’ha già ottenuto spingendo tanti ragazzi ad impegnarsi di più nel tentativo di raggiungere almeno la sufficienza in tutte le materie… Da alcune settimane circolavano previsioni catastrofiche: 130mila possibili non ammessi, a fronte degli appena 30mila dello scorso anno, quando bastava avere la media del sei per potere sostenere l’esame….

 

La stampa - 9 giugno

“Pensioni rosa. Tutte a 65 anni già dal 2012”

░ Alessandro Barbera dà i retroscena della decisione: s’è dovuta scartare l’ipotesi dello “scalino” a 63 anni nel 2011, perché bloccherebbe gli esodi di coloro che hanno maturato i requisiti e hanno 61 anni di età. Secondo il Ministero del Tesoro,i risparmi inizialmente saranno irrisori.

“… innalzamento secco dell’età pensionabile, a 65 anni, a partire dal primo gennaio del 2012, accompagnato da una clausola di salvaguardia. Altre strade per rispettare il diktat dell’Europa sull’equiparazione uomo-donna nel pubblico impiego on ce ne sono… Il mondo della scuola è quello che pagherà il prezzo più alto alla equiparazione: gli insegnanti in servizio in Italia sono circa 750 mila, almeno il 70%, circa mezzo milione, sono donne. Molte di esse, soprattutto le insegnanti delle materne e delle elementari, hanno iniziato la carriera lavorativa presto, e arrivano ai 40 anni di contributi prima dei 65 anni di età… Per ammorbidire l’impatto dell’ scalone imposto da Bruxelles, il Governo ha allo studio almeno due soluzioni: la prima è una norma di salvaguardia; ovvero permettere a tutte coloro che hanno maturato i requisiti pr la pensione al 31 dicembre di andarci anche dopo l’entrata in vigore dello scalone. L’altro escamotage è il blocco temporaneo, per le sole donne del settore pubblico, della nuova finestra unica entrata in vigore con l’ultima manovra

 

IL MESSAGGERO - 10 giugno

“La scuola si riforma con il merito e le risorse”

░ Giovanni Sabbatucci ci spiega come non sia possibile avere la botte piena e la moglie ubriaca.

… Maria Stella Gelmini si è ispirata con apprezzabile coerenza a due criteri di fondo: introdurre, o reintrodurre, nella scuola e nell’università, criteri di più rigorosa selezione come auspicato da una larga (anche se non maggioritaria) fascia di pubblica opinione; e realizzare significativi risparmi nel suo settore di competenza come richiesto dai suoi referenti politici, tanto più in tempi di sofferenza dei conti pubblici. Intenti entrambi lodevoli (il secondo non meno del primo) ma non sempre conciliabili tra loro e spesso perseguiti con un certo affanno che tradisce la improvvisazione e mancanza di un disegno organico. Esempio tipico di questo modo di operare, il provvedimento, poi corretto per bocca dello stesso ministro, che imponeva il raggiungimento da parte degli studenti della sufficienza in tutte le materie come condizione indispensabile per l’ammissione all’esame di maturità. Provvedimento discutibile … e troppo facilmente eludibile: gli insegnanti, che già si mostravano largamente inclini alla pratica dell’arrotondamento verso l’alto, o del “perdono” di singole manchevolezze, avrebbero potuto continuare in tale pratica, anzi si sarebbero sentiti autorizzati a intensificarla in risposta al secco automatismo del dispositivo ministeriale (come in effetti è avvenuto nel caso di un liceo milanese, dove tutti i cinque sono stati automaticamente trasformati in sei). Il successivo aggiustamento operato ieri dal ministro.. va dunque accolto come una buona notizia. Ma certo non depone a favore dell’efficienza della burocrazia ministeriale… Anche a prescindere da quest’ultimo caso, un certo sentore di improvvisazione s’è potuto cogliere in altre misure. Ad esempio, nell’ambito di misure in materia di cicli didattici e ordinamenti scolastici… C’è poi la questione delle risorse sempre più scarse. Come ho detto, lo sforzo per ridurre le spese, o quanto meno per contenerne la dinamica, è in sé lodevole…. Può accadere però – e gli esempi recenti anche in questo senso non mancano – che, a forza di tagli indiscriminati, la scuola si trovi nell’impossibilità di assolvere ai suoi compiti primari (che costituiscono fra altro uno dei corrispettivi più importanti forniti dallo Stato a fronte del pagamento delle tasse), e non possa nemmeno perseguire quegli obiettivi di miglioramento qualitativo che sono pure negli obiettivi dichiarati del ministro. Obiettivi che non saranno mai raggiunti senza risorse da destinare all’edilizia scolastica, alla formazione degli insegnanti, e anche agli incentivi per i più meritevoli.

 

Corriere del Mezzogiorno - 10 giugno

“Illegittimo anticipo degli scrutini: Cobas in Procura”

░ L’iniziativa dei Cobas di Napoli, che mettono nelle mani del Procuratore la questione del calendario scrutini antisciopero.

I Cobas della scuola presentano stamani un esposto alla Procura della Repubblica, contro “il boicottaggio dello sciopero degli scrutini”. Vale a dire, contro l’anticipazione degli scrutini operata da alcune scuole del napoletano, giudicata “assolutamente illegittima”. Con una nota, i Cobas del comparto spiegano: “Malgrado le diffide fatte dai Cobas ai dirigenti scolastici, al ministro dell’istruzione e al direttore regionale, continuano a manifestarsi comportamenti dei capi d’istituto che, anticipando illegittimamente gli scrutini a prima del termine delle lezioni, boicottano lo sciopero degli scrutini in Campania, indetto per il 14-15 giugno, limitando anche il diritto degli studenti a verificare l’eventuale recupero di debiti scolastici fino all’ultimo giorno di lezione (12 giugno). Per questa ragione, una delegazione di docenti e personale ATA presenterà alla Procura un esposto-denuncia contro questi comportamenti, chiedendo che siano interrotti e sanzionati…