Il giovane sindacato respinge in modo drastico il progetto di legge con cui il governo Conte intende regionalizzare la scuola, assieme ad altri servizi pubblici essenziali: l’opposizione totale al ddl sulla cosiddetta autonomia differenziata, che prenderebbe il via con la concessione dell’autonomia scolastica ad alcune regioni del Nord, è giunta oggi dal capoluogo valdostano, nel giorno di chiusura del primo Consiglio nazionale svolto nel decennale di Anief. Il presidente nazionale, Marcello Pacifico, nel prendere atto della volontà del Consiglio ha detto: Il piano di regionalizzazione di un servizio pubblico così come annunciato è irrealizzabile per l'assenza di risorse che se trovate minerebbero l'unità nazionale e il principio solidaristico sotteso nella nostra Costituzione. Ci opporremo, in tutte le sedi, ad iniziare da quelle giudiziarie contro il trasferimento del personale o i blocchi alla mobilità. E i precedenti ci danno ragione piena, persino in quella Provincia autonoma che delibera in maniera esclusiva sulla scuola, ma sempre tenendo presente alcuni principi costituzionali inviolabili.
La regionalizzazione della scuola, così come pensata, non si può fare: dopo aver esaminato il testo che vuole regionalizzare l’Istruzione pubblica, dando seguito all’articolo 116 della nostra Costituzione mai attuato sino ad oggi, e che il 15 febbraio dovrebbe essere oggetto dell’incontro fra Governo e Regioni, lo hanno dichiarato - senza se e senza ma - i vertici dell’organizzazione sindacale Anief, l’organismo che tutela le sorti professionali di sempre più lavoratori della scuola, dopo che nel 2018 ha conquistato anche la rappresentatività nazionale, ha posto il suo veto al provvedimento che, attraverso un iter velocissimo, vorrebbe portare da subito l’autonomia scolastica, e non solo, a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
GLI EFFETTI NOCIVI DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Ad Aosta è stato ricordato che la regionalizzazione avrebbe come effetto anche la stabilizzazione del personale nelle regioni dove si comincia a lavorare, a dispetto della bocciatura dell’emendamento nel decreto semplificazioni che prevedeva il blocco dei cinque anni per il personale in servizio sul quale Anief ha messo le mani avanti reputandolo incostituzionale: se passerà il ddl, infatti, per poter richiedere trasferimento, a questo punto, per i neoassunti serviranno accordi tra Regioni o tra la Regione e l’amministrazione centrale.
I vertici del sindacato hanno ricordato che tutti i tentativi di mascherare con l'autonomia la violazione della nostra Costituzione sono stati sistematicamente cassati nei tribunali. Sono esemplari le sentenze n. 242/2011 della Consulta, che hanno bloccato le nuove norme proposte dalla provincia autonoma di Trento, in riferimento all’art. 92, c. 2bis, legge 5/2006, sull’inserimento in coda del personale iscritto in graduatorie diverse da quelle provinciali trentine e il “super servizio attribuito” al lavoro svolto nelle scuole trentine o ancora alla precedenza di accesso agli asili nido riservata ai residenti o lavoratori per almeno 15 anni nella regione Veneto.
L’INTERVENTO DI MARCELLO PACIFICO
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha detto che “il piano di regionalizzazione di un servizio pubblico è una minaccia al diritto allo studio. Contro questo progetto ci opporremo in tutte le sedi, ad iniziare da quelle giudiziarie. E i precedenti ci danno ragione piena. Speriamo comunque che non ve ne sia bisogno, perché confidiamo nella lungimiranza dei parlamentari, in particolare del M5S, che in alcune occasioni ha mostrato dubbi sulla fattibilità del provvedimento”.
“La scuola ha bisogno di nuove norme che introducano gli organici differenziati, sulla base di effettive necessità del territorio, dell’incremento dei livelli di istruzione, della riduzione dei tassi di dispersione, della riduzione del gap esistente tra i servizi a supporto dell’offerta formativa del Sud e quella del Nord, con quest’ultima troppo spesso in netto vantaggio. Tutte condizioni che, con l’autonomia differenziate, non avrebbero mai luce o sarebbero destinate ad aggravarsi”, ha concluso il presidente Anief.
GLI ALTRI TEMI AFFRONTATI AD AOSTA DA ANIEF
Durante i lavori, il Consiglio nazionale Anief ha affrontato le proposte emendative presentate in Parlamento di modifica al decreto Mille-proroghe, Semplificazioni e Concretezza, quota 100, Legge Europea e di Stabilità. Inoltre si è parlato delle proposte presentate dal giovane sindacato all’Aran anche sui profili professionali del personale Ata. E pure sugli stati generali del Miur su Afam.
Durante i lavori non poteva mancare un commento al 6,2% della rappresentatività raggiunta, appena ratificato dall’Aran, oltre che al rapporto con le altre confederazioni italiane ed europee, allo stato del contenzioso e delle iscrizioni, che nell’ultimo periodo sono cresciute di altre seimila unità. Si è discusso, poi, della formazione del personale, con il secondo step per le Rsu centrato sull'operazione verità, riguardo agli organici degli istituti falsati, ormai ai nastri di partenza, in attesa delle duemila assemblee sindacali che copriranno tutte le scuole italiane entro l'anno.
Particolare attenzione è stata quindi conferita al contratto di lavoro nazionale, al record sul precariato e al recente contratto sulla mobilità del personale di ruolo, con la presentazione delle attività formative e giudiziarie, anche su sostegno e concorso Dsga. Il sindacato si è dato appuntamento a marzo, a Roma, dove si esaminerà la piattaforma Anief per il rinnovo del contratto relativo al triennio 2019/2021.
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