Con l’ennesimo mini-incremento del mese di giugno, erogato in questi giorni, il personale della scuola ha ricevuto una variazione dello 0,42%, sulla base della fascia stipendiale di anzianità in cui si è attualmente inseriti. Di conseguenza, per insegnanti e personale Ata, l’indennità di vacanza contrattuale potrà aumentare di pochi spiccioli: su uno stipendio di 1.500 euro, che è la media delle retribuzioni nella scuola, si applicherà un aumento di circa 6 euro. Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief: “Dopo gli aumenti del 3,48% e gli arretrati farsa del Governo Pd, i lavoratori della scuola si ritrovano a percepire cifre che si commentano da sole e delle vaghe promesse del premier Giuseppe Conte senza un minimo di finanziamenti nel Def, propedeutico alla Legge di Stabilità. I numeri parlano chiaro, ma noi non ci arrendiamo”.
GLI AUMENTI INCONSISTENTI
Gli stipendi di chi lavora nella scuola si muovono così poco da sembrare fermi: gli attuali 6 euro di media si sommano infatti a quelli dello scorso mese di aprile, quando furono aggiunti in busta paga dai 3,90 euro del collaboratore scolastico ai 5,60 euro di un docente delle superiori assieme ad un mini-conguaglio e all’elemento perequativo applicato a maggio. Poi, il prossimo mese di luglio, in attesa del rinnovo contrattuale, ha scritto Orizzonte Scuola, l’indennità di vacanza contrattuale aumenterà ulteriormente da 5,88 a 10,99 euro (la somma non si aggiunge a quella di aprile, ma la sostituisce). Tuttavia, ha fatto notare la rivista specializzata, “dal mese di marzo fino a novembre lo stipendio dei pubblici dipendenti” rimane gravato dalle “addizionali regionali e comunali”. Si tratta di cifre non altissime, ma che “purtroppo a volte superano la somma dell’indennità di vacanza contrattuale, che viene così annullata”.
Quindi, i dipendenti della scuola nemmeno si accorgeranno di nulla. E continueranno ad essere pagati molto meno rispetto agli altri Paesi, dove in media si lavora anche meno ore. Senza dimenticare che uno dei pochi provvedimenti positivi del Governo, gli 80 euro applicati agli stipendi fino a circa 26 mila euro, che nella scuola riguarda oltre mezzo milione di dipendenti, potrebbe ora anche essere cancellato.
IL COUNTRY REPORT SULL’ITALIA DELLA COMMISSIONE UE
La conferma è arrivata, di recente, da Country Report sull’Italia elaborato dalla Commissione europea dove risulta che “gli stipendi degli insegnanti italiani rimangono bassi rispetto agli standard internazionali e rispetto ai lavoratori con un titolo di istruzione terziaria. Anche la progressione salariale è notevolmente più lenta rispetto a quella degli omologhi internazionali”, con lo “stipendio massimo raggiunto dopo 35 anni in Italia, contro 25 anni nella media OCSE”. Dove, non a caso, si lascia il servizio anche dopo 27 anni di servizio, senza particolari decurtazioni.
“Questi fattori – scrive ancora la Commissione europea - si sommano a prospettive di carriera limitate, basate su un percorso di carriera unico ed esclusivamente in funzione dell'anzianità” e al dato inequivocabile “che la professione di insegnante gode di scarso prestigio agli occhi sia dei cittadini che degli stessi insegnanti”.
IL RAPPORTO EURYDICE
Le considerazioni dell’Ue avevano avuto una quantificazione preoccupante già con l’ultimo rapporto Eurydice, dal quale risulta che solo i docenti di Slovacchia e Grecia percepiscono salari inferiori a quelli dei nostri docenti. Se si guarda poi alle progressioni di carriera, quelle che passando alle Regioni potrebbero pure perdere, i numeri diventano ancora più implacabili. In Francia, ad esempio, i maestri della primaria appena assunti percepiscono quanto i colleghi italiani (tra le 22mila e le 23mila euro lorde); peccato che quando vanno in pensione i francesi prendendo oltre 10mila euro in più (44.500 euro contro 33.700 euro). Un prof delle superiori può contare su stipendi massimi di 38.745 euro, mentre il collega docente tedesco arriva quasi a 64mila euro. E pure in Spagna arriva a 48mila euro, quindi 10mila in più. Molto avanti sono pure gli insegnanti belgi (63mila euro) e austriaci, che superano i 65mila euro. Per non parlare di chi insegna a Lussemburgo, dove si arriva a percepire 125mila euro medi.
I MOTIVI DEL GAP STIPENDIALE
Anief ha illustrato quali sono le ragioni che hanno portato a questo intollerabile gap retributivo: si va dall'invalidità finanziaria nelle assunzioni per via dell'abolizione del primo gradone stipendiale voluto dal CCNL del 4 agosto 2011 e coperto dalla Legge 128/12, alla disparità di trattamento negli scatti stipendiali tra personale a tempo determinato e indeterminato, contraria al diritto dell'Ue, come certificato dalla Cassazione; dal mancato adeguamento dell'organico di fatto all'organico di diritto, che continua ad essere attuato dallo Stato per contenere la spesa della scuola, alla chiusura delle graduatorie ex permanenti, errore strategico alla base dell'irragionevole reiterazione dei contratti a termine; fino al disallineamento degli stipendi dall'inflazione, misurabile in dieci punti percentuali dell'attuale stipendio rispetto al blocco decennale del contratto e agli aumenti dell'ultimo rinnovo per il 2016/18.
Il COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “né l’applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale né i 100 euro promessi a seguito del vago accordo di Palazzo Chigi del 24 aprile riescono a coprire di certo gli 8 punti di ritardo stipendiale rispetto all’inflazione, accumulati tra il 2007 e il 2015. Il tutto avviene mentre i lavoratori di ruolo continuano ad avere la carriera ‘raffreddata’, ovvero penalizzata, per la mancata intera valutazione dei periodi di precariato, a dispetto delle sentenze dei giudici che sostengono il contrario e assegnano migliaia di euro di arretrati. E mentre le carriere rimangono bloccate sul nascere, a partire da quelle del personale Ata”.
“Il Consiglio nazionale dell’Anief ha fatto sapere al Miur qual è la strada da percorrere per ottenere aumenti sostanziosi senza oneri, spostando negli stipendi tutti i risparmi già destinati dalla legge alla carriera dei docenti. Noi attendiamo sempre una risposta e di essere convocati al tavolo come sindacato rappresentativo, come deciso dei lavoratori un anno fa con il rinnovo delle Rsu d’istituto”, conclude il sindacalista autonomo.
STIPENDI DEI DOCENTI EUROPEI A CONFRONTO
Compensi lordi annui a.s. 2016/17 (espressi in euro) |
Italia |
Olanda |
Austria |
Norvegia |
Germania |
Svizzera |
Lussemburgo |
|||||||
Scuola primaria
|
INIZIO 23.051 |
FINE 33.884 |
INIZIO 34.760 |
FINE 54.726 |
INIZIO 34.595 |
FINE 62.710 |
INIZIO 40.066 |
FINE 47.196 |
INIZIO 46.984 |
FINE 62.331 |
INIZIO 67.072 |
FINE 102.262 |
INIZIO 110.718 |
FINE 153.120 |
Scuola media
|
24.849 |
37.211 |
36.891 |
54.726 |
34.595 |
62.710 |
40.066 |
47.196 |
52.818 |
69.353 |
67.072 |
102.262 |
110.718 |
153.120 |
Scuola superiore
|
24.849 |
38.901 |
36.891 |
75.435 |
34.519 |
71.377 |
50.317 |
52.214 |
53.076 |
76.770 |
90.604 |
138.917 |
110.718 |
153.120 |
Realizzato dall’Ufficio Studi Anief sugli dati stipendiali ufficiali diffusi da Eurydice
Tutti i lavoratori docenti e Ata interessati al ricorso contro gli aumenti stipendiali miserevoli possono ancora chiedere il modello di diffida, predisposto da Anief, al seguente indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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