Rassegna stampa

TMNews: precari, Anief sostiene manifestazione domani anti-Governo

L'Anief condivide le ragioni che domani, 16 luglio, porteranno i precari della scuola a manifestare a Roma davanti a palazzo Montecitorio: dopo tre anni di tagli a senso unico, durante i quali l'ex ministro Gelmini ha ridotto il personale docente e Ata di 150 mila posti, una pessima gestione delle graduatorie dei supplenti, l'applicazione di un dimensionamento incostituzionale che ha fatto perdere 2 mila scuole, dirigenti e amministrazioni, ci voleva il Governo dei tecnici per tirare fuori dal "cilindro" una spending review con dei provvedimenti mirati solo al risparmio e incurante dei delicati aspetti didattico-professionali dell'istruzione pubblica.

Il nostro sindacato - che continua a chiedere che fine ha fatto il decreto interministeriale del 3 agosto 2011, attraverso cui anche quest'anno dovevano essere assunti 22 mila docenti e 7 mila Ata - ha già preso contatti con i parlamentari che dovranno esaminare il decreto legge di revisione della spesa: bisogna impedire a tutti i costi il ricollocamento d'ufficio del personale docente in esubero per utilizzarli su discipline che non conoscono e per la quali non sono tantomeno abilitati; occorre cancellare la norma che vuole obbligare i dirigenti a privare il personale precario di usufruire dell'assegno mensile delle ferie non godute; non si può impedire al personale che ha i requisiti di andare in pensione, cancellando così anche il naturale turn over tra i dipendenti.

"È anche e soprattutto per i precari - spiega il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - che stiamo presentando una serie di proposte emendative al decreto legge sulla spending review.
Prima di tutto perché non si può sempre chiedere alla scuola di sacrificare risorse che in altri contesti si continuano tranquillamente a sprecare. In secondo luogo per garantire la giustizia sociale. E poi perché l'Anief ha tra i suoi motivi fondanti proprio la tutela dei precari della scuola: non possiamo quindi che condividere le ragioni che domani porteranno tanti lavoratori della scuola a scendere in piazza davanti a quegli stessi parlamentari che si apprestano a votare l'ennesima legge che vuole affossarli".

"Viene da sé che se questo decreto legge non verrà modificato - conclude il presidente del giovane sindacato - siamo pronti a una nuova stagione di ricorsi: sarà così il tribunale ad assicurare la parità di trattamento dei cittadini. Perché essere precario non significa non avere diritti".

Fonte: TMNews