TFA

Pubblichiamo la circolare Miur del 25/01/2013 a firma del Capo Dipartimento Lucrezia Stellacci con oggetto: Diploma accademico di secondo livello a indirizzo didattico per la classe di concorso strumento musicale A077.

Nello specifico, viene richiamata la possibilità per i possessori dei diplomi vecchio ordinamento o dei diplomi accademici di secondo livello di non essere obbligati a frequentare i bienni abilitanti in didattica, le cui prove di accesso sono stabilite per il 28 gennaio, in vista della probabile attivazione dei TFA speciali il cui regolamento è in fase di approvazione.

Si rammenta che per l'accesso ai TFA speciali saranno richiesti requisiti di servizio nella specifica classe di concorso.

In attesa di chiarimenti ufficiali si raccomanda a tutti gli interessati di partecipare alle prove previste per il 28 gennaio 2013 presso i vari conservatori.

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Tfa speciali – Anief si appella alla sensibilità dei presidenti e dei componenti delle Commissioni Cultura di Camera e Senato: nella modifica del D.M. 249/2010, necessario per avviare i corsi abilitanti del personale docente precario, vanno considerati come servizio minimo di accesso i canonici 360 giorni di servizio. E non le tre annualità di supplenze, da non meno 180 giorni di servizio ciascuna, introdotte irragionevolmente dal Miur.

L’Anief chiede pubblicamente ai presidenti e ai componenti delle Commissioni Cultura di Camera e Senato di includere tra i docenti precari che hanno diritto a partecipare ai Tfa speciali anche tutti coloro che hanno svolto - dall'a.s. 1999/2000 all’a.s. 2011/12 - i canonici 360 giorni di servizio. Ignorando le pronunce negative espresse di recente da organismi rilevanti, ad iniziare dal Cnpi, la bozza di modifica del D.M. 249/2010, prossima ad essere discussa dalle Commissioni Cultura di Camera e Senato, contiene invece ancora il possesso di requisiti maggiorati sino ad oggi mai richiesti: lo svolgimento di almeno tre annualità di supplenze da non meno 180 giorni di servizio ciascuna.

Si tratta di una maggiorazione del tutto priva di fondamento. Dopo decenni, durante i quali i corsi abilitanti riservati sono stati organizzati prima dai Provveditorati agli Studi e poi dalle Università, chiedendo al personale precario 360 giorni di servizio svolto, il cambiamento previsto dal Miur per l’accesso ai Tfa speciali non trova riscontri. Nella normativa italiana, come in quella europea, non vi è traccia dei nuovi requisiti di servizio.

Come sottolinea Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, “negare la possibilità di partecipare ai corsi abilitanti a tutti coloro che hanno svolto almeno 360 giorni di servizio sarebbe quindi una gravissima mancanza di rispetto nei confronti di tantissimi docenti. Ma anche un venire meno alle norme contenute nella Legge 143 del 2002 e nella Legge 124 del 1999: entrambe indicano come titolo di accesso l’espletamento di servizio pari ad almeno 360 giorni nell’arco di alcuni anni scolastici”.

Secondo Marcello Pacifico mutare questo arco temporale in itinere, senza l’approvazione di nuove leggi, sarebbe un grave errore: “allargare questo requisito a tre supplenze annuali di lunga durata, come si ostina a fare il Miur, non ha alcuna ragionevolezza. Andando invece a determinare – conclude il presidente Anief - una vera e propria discriminazione tra i precari che hanno svolto lo stesso lavoro”.

Il sindacato autonomo si appella quindi alla sensibilità di deputati e senatori: in occasione della imminente discussione del testo attraverso cui si intende introdurre i tirocini formativi del personale docente precario, avranno la possibilità di far riconoscere a diverse decine di migliaia di lavoratori della scuola un loro diritto. Quello che nel 1999 e nel 2004 non era stato negato per accedere ai corsi riservati svolti presso le Ssis.

 

Non si può continuare a dire a decine di migliaia di precari di attendere. Tra le modifiche ci aspettiamo che per l’accesso ai corsi siano ritenuti validi 360 giorni.

Anief chiede pubblicamente al Governo di esortare il Consiglio di Stato ad esprimere un parere entro pochi giorni sulle modifiche al D.M. 249/10, al fine di avviare finalmente i corsi di abilitazione rivolti ai docenti che hanno alle spalle un determinato periodo di servizio.

Sono ormai anni che decine di migliaia di precari aspettano di essere valutati per certificare le loro competenze acquisite attraverso titoli di studio ed esperienze formative sul campo. Nei prossimi giorni ci aspettiamo che dopo il via libera del Consiglio di Stato, le commissioni di competenza possano attuare anche le modifiche necessarie all’attuazione di un regolamento il più possibile equo.

“A tal proposito – dichiara Marcello Pacifico, presidente dell’Anief - il nostro sindacato ha in questi giorni rinnovato la richiesta agli organi competenti per far valere il medesimo regolamento adottato nelle precedenti tornate abilitanti, nel 1999 e nel 2004, quando bastarono 360 giorni di servizio per essere ammessi ai corsi. Inoltre dovrebbe valere, sempre come titolo di accesso, anche il servizio svolto come dottore di ricerca. Tale indicazione, tra l’altro, è stata di recente coerentemente espressa dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione”.

 

Dopo quasi due mesi il Miur torna a modificare i punteggi utili all'ammissione al TFA, mettendo mano a quelli realizzati per accedere al corso di Francese. L’Anief aveva ragione: le selezioni per accedere ai tirocini formativi si sono basate su dei quesiti contenenti una serie di errori di cui i candidati esclusi non hanno alcuna colpa. E le correzioni affidate alle commissioni di esperti non hanno affatto sanato la situazione. Così il Ministero è stato costretto a correre ai ripari.

La decisione presa dal Ministero dell’Istruzione di ritoccare nuovamente i punteggi utili all'ammissione al TFA ordinario di Francese (classi di concorso A245 e A246), non fa altro che confermare quanto sostiene l’Anief da diverse settimane: le selezioni per accedere ai tirocini formativi, svolte nel mese di luglio, si sono basate su dei quesiti contenenti una serie di errori di cui i candidati esclusi non hanno alcuna colpa. E le correzioni affidate alle commissioni di esperti non hanno affatto sanato la situazione. Tanto è vero che a distanza di quasi due mesi, il Miur è oggi costretto ad intervenire nuovamente in autotutela. Ora, come farà ancora il Ministero a continuare a dire che le correzioni effettuate sono esenti da errori?

Come noto, anche i giudici si sono accorti della presenza di troppi quiz mal formulati e degli errori commessi dalla commissione di esperti nominati dal ministro per revisionarli: nei giorni scorsi il Tar del Lazio, con l’ordinanza 3527/12, ha accolto la domanda di sospensione cautelare formulata dai legali dell’Anief e dato il via libera all’ammissione con riserva alle prove selettive per centinaia di ricorrenti esclusi sulla base di una selezione falsata.

Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ribadisce quindi la posizione del giovane sindacato che si sta impegnando per evitare che quei candidati fossero esclusi ingiustamente: “quarantottore sono state davvero poche per esaminare con la dovuta attenzione i test di alcune classi concorsuali, come il cinese, che per oltre la metà erano errati. E siamo solo all’inizio. Perché nei prossimi giorni sono attese altre udienze per centinaia di ricorrenti che hanno aderito all’azione giudiziaria collettiva. È evidente che, a seguito delle nostre azioni legali vincenti, il Miur non poteva fare altro che correre ai ripari. Correggendo il lavoro realizzato troppo frettolosamente da un gruppo di esperti mandati allo sbaraglio”, conclude il presidente dell’Anief.

Le commissioni si nominano da sole, certamente non alla luce del sole, pure disconosciute da un ex-ministro della Repubblica che pure aveva scaricato i commissari del concorso a dirigente scolastico lasciando alla stampa i cognomi di chi aveva sbagliato un quiz su sei, per dimostrare la propria innocenza.
Eppure proprio quell’esperienza aveva consigliato la Gelmini a ritardare di un anno lo svolgimento delle prove per accedere al tirocinio formativo attivo. Commissione, come si apprende dalla stampa, nominata a luglio 2011, eppure, test svolti a luglio 2012. Cosa è successo in quest’anno di tempo ? Forse vi è stato troppo poco tempo per verificare la correttezza delle domande elaborate ? E se si, perché un’ennesima commissione di cui non si conoscono i nomi ha impiegato soli due giorni per validare domande nulle, forse corrette? E ancora, oggi come allora, ci chiediamo, come sia possibile che un ministro non vigili sulla nomina delle commissioni, sui curricula dei commissari o almeno chieda scusa per quanto accaduto sull’inadeguatezza dei quesiti da loro predisposti, invece che prenderne le distanze?
E’ vero che siamo abituati a capitani di navi crociera che abbandonano la nave senza alcun rimorso, ma poi non si intervenga per bloccare un’ordinanza emessa da un giudice libero, ancora memore del diritto e della nostra umanità. Ancora una volta, saranno i tribunali a fare chiarezza rispetto all’amnesia di chi ci ha voluto governare.
 

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