Ricorso contro il blocco del contratto e delle progressioni stipendiali.

 DESCRIZIONE: Ricorso per ottenere lo sblocco del contratto e il recupero, anche ai fini previdenziali, degli scatti di anzianità che l'art. 9 (commi 17, 21 e 23) della Legge 122/2010 blocca per il periodo 2011-2013.

REQUISITI: Docenti e ATA di ruolo

MODALITA' DI PREADESIONE: Inviare una e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. inserendo come oggetto “PREADESIONE RICORSO SCATTI STIPENDIO” e per testo i propri dati anagrafici completi (COGNOME, NOME, LUOGO E DATA DI NASCITA, CODICE FISCALE, RECAPITI MAIL E TELEFONICI) e la propria sede di servizio statale (indirizzo COMPLETO – via, comune, provincia - della sede STATALE di attuale servizio).

MAGGIORI INFORMAZIONI: Vai al link

ISTRUZIONI OPERATIVE: Anief invierà successivamente per e-mail le istruzioni operative per l'effettiva adesione al ricorso. L'invio della e-mail di preadesione non è in alcun modo vincolante all'effettiva partecipazione al ricorso.

SCADENZA: Adesioni Aperte

COSTO: € 150

Per Anief-Confedir, il personale è stato tradito due volte, dai Sindacati che hanno firmato un contratto per reperire risorse per gli aumenti di stipendio dal fondo del MOF e dal Governo che ha rinnegato quell’accordo, annullando la progressione di carriera certificata nel 2011. All’avvio migliaia di ricorsi al giudice del lavoro, mentre in autunno la Consulta discute proprio la legittimità del blocco nella scuola. Per aderire, scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e recupera anche il tuo TFS/TFR.


Il calvario inizia, nel gennaio 2011, quando dietro le sole proteste dell’Anief, mentre il MEF sposta di due anni, nei cedolini di tutto il personale, la data di maturazione del prossimo scatto di anzianità, ribadendo il blocco degli scatti per il triennio 2010-2012, alcuni sindacati annunciano di esser riusciti a dirottare il risparmio dovuto al taglio di 50.000 posti di lavoro per il pagamento dei mancati aumenti maturati da alcuni nel 2010 (legge 122/2010). Gli stessi sindacati ottengono di poter ripetere l’operazione con la copertura del legislatore (legge 183/2011), a fronte di nuovi risparmi che prendono nel gennaio 2013 dalla decurtazione del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa per pagare gli scatti maturati nel 2011. Ma il Governo che pure firma quel contratto, contestato dall’Anief-Confedir perché applica di fatto il principio sotteso al d.lgs. 150/09 ovvero alla riforma Brunetta (aumenti in cambio di tagli o risparmi), oggi si ritrova con lo stesso bisogno di fare cassa sulle buste paga dei pubblici dipendenti e annulla, a regime, gli effetti di quegli aumenti di stipendio seppur certificati nel 2011: la storia di una progressione di carriera prima bloccata, poi scongelata, quindi avariata. E tutto questo mentre dal novembre 2012 i magistrati e gli avvocati dello Stato hanno ripreso i loro automatismi di carriera grazie a una sentenza (n. 223/12) della Consulta che ne ha dichiarato incostituzionale il blocco. Ma può un blocco essere incostituzionale per alcuni dipendenti e per altri no, e se un blocco è incostituzionale sarà incostituzionale anche la proroga. Nel frattempo, visto che la Consulta per gli altri dipendenti pubblici si pronuncerà nel novembre prossimo, il MEF va avanti e risparmia perché, comunque, i soldi indietro li ridà soltanto se hai fatto ricorso e se lo ordina un giudice. Ecco perché diventa fondamentale ricorrere. Recupera i tuoi soldi, chiedi le istruzioni, inviando i tuoi dati anagrafici a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Per l’occasione, puoi richiedere anche la restituzione del 2,69% di TFS per il biennio 2011-2012 e del 2,5% di TFR per gli ultimi dieci anni. Ma questa è un’altra bolgia, sempre che, nel frattempo, degli astuti sindacalisti non firmino qualche altra fregatura.
 

Colpa del blocco dei contratti, un paradosso tutto italiano che fa valere l’anzianità pregressa solo ai fini giuridici. Con il risultato che nella migliore delle ipotesi, i docenti laureati della secondaria superiore, arrivano oggi a percepire poco più di 1.200 euro al mese. Mentre i loro colleghi supplenti, grazie ai ricorsi, si vedono riconoscere il diritto al riconoscimento economico della ricostruzione di carriera.

Tra le stranezze della scuola italiana c’è anche quella dei 100mila assunti in ruolo dal settembre 2010 ad oggi, a cui lo Stato italiano ha bloccato la carriera e gli scatti automatici. Con il risultato, davvero paradossale, che per quasi dieci anni sono costretti a percepire uno stipendio non solo congelato, ma addirittura più basso dei loro colleghi precari. Tutta colpa del blocco dei contratti introdotto con i commi 21 e 23 dell’art. 9 della legge 122/2010. Ma anche della proposta del Governo Monti di posticipare sino a tutto il 2014 questo blocco e sui cui nelle prossime settimane sarà chiamato ad esprimersi il nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta.

Secondo l’Anief è assurdo che circa 100mila docenti e Ata assunti in ruolo dal 2010 continuino ad essere condannati a percepire uno stipendio inadeguato. E ciò solo perché laddove anche ottengano un decreto di ricostruzione di carriera - che per legge deve essere corrisposto entro 30 giorni dalla domanda protocollata - questo varrà ai soli fini giuridici e non economici.

“L’assurdo di questa situazione – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola – è che mentre tanti precari hanno fino ad oggi, grazie all’opera del nostro sindacato, avuto la possibilità di farsi valere in tribunale il loro servizio da supplenti, come confermato dalle corti di appello dell’Aquila e di Torino, per questo personale di ruolo sembrerebbe non esserci alcuna possibilità. Fino a nove anni, in pratica, rischiano di essere costretti a percepire delle buste paga con degli importi davvero bassi”.

Oltre a dover rinunciare al 10% dello stipendio, che corrisponde a circa 200 euro al mese a seguito del blocco degli scatti stipendiali, questo personale, vincitore di concorso ed assunto regolarmente in ruolo, non potrà per diversi anni nemmeno farsi valere la ricostruzione di carriera. Con il risultato che nella migliore delle ipotesi, i docenti laureati della secondaria superiore, arrivano oggi a percepire poco più di 1.200 euro al mese.

Ma secondo il sindacato annullare questi aumenti rappresenta un’operazione incostituzionale: se la Consulta, con la sentenza 223/2012, ha dato ragione ai magistrati, perché il blocco è lesivo degli articoli 1, 4, 36, 39 e 53 della Costituzione, per analogia non potrà negare lo stesso trattamento agli altri dipendenti pubblici che rivendicano il medesimo diritto allo stipendio equo. Ancora di più per quelli di ruolo, che dopo essere stati selezionati e aver vinto un regolare concorso per merito, si ritrovano con buste paga sempre meno dignitose, tra l’altro tra le concause dell’aumento del deficit nazionale a causa della riduzione degli acquisti.

"Ora, bisognerebbe spiegare ai nostri politici – continua Pacifico - come si fa a vivere dignitosamente con il proprio stipendio fermo, in proporzione, a quello di 25 anni prima. Siccome la risposta è ovvia, per il sindacato sarà inevitabile aprire una nuova stagione di contenziosi. Che riguarderà tutti coloro che hanno subìto un danno economico per la mancata assegnazione degli incrementi stipendiali tra il 2010 e il 2014".

Anief ritiene che l’unica strada per i neo-assunti o per chi è passato di ruolo dopo il settembre 2010 per recuperare l’anzianità retributiva dovuta e l’aumento di stipendio ed evitare di ritrovarsi tutta la carriera lavorativa ritardata di quattro anni ai fini economici, rimane il ricorso al tribunale del lavoro. A cui si chiede di sollevare questione di legittimità costituzionale dei commi 21 e 23 dell’art. 9 della legge 122/2010, sempre sulla scia di quanto hanno fatto e ottenuto i magistrati con la sentenza n. 223/12 della Consulta per la parte in cui bloccava i loro automatismi di stipendio.

Si ricorda, infine, che nel rispetto della sentenza richiamata e della direttiva comunitaria 1999/70, è possibile anche richiedere la restituzione della trattenuta del 2,5% operata negli ultimi dieci anni sullo stipendio ai fini della costituzione del TFR, il pagamento degli scatti di stipendio per il periodo di pre-ruolo a partire dal 2003 e il riconoscimento da subito, per intero, dello stesso servizio di pre-ruolo svolto oltre i quattro anni, anche ai fini economici. Per richiedere informazioni ed eventuali istruzioni basta scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

Il pagamento ottenuto nel 2010 e 2011, rivendicato dai sindacati rappresentativi (eccetto FLC), grazie al taglio di 50.000 posti di lavoro e del 25% delle risorse del MOF. Nel nuovo contratto, per un dipendente su quattro, gli scatti scompariranno in favore del merito – performance individuale, a parità di nuovi risparmi. Nel frattempo, scarica le diffide Anief per ripristinare l’anzianità prevista nel cedolino 2010, sbloccare la ricostruzione di carriera, avere una maggiore pensione.

Cosa è successo? Alla fine alea iacta est: il decreto legislativo 150/09 a firma del ministro Brunetta diventa operativo alla scadenza del CCNL 2006-2009 e subito pretende, attraverso il consenso e l’intervento di alcune organizzazioni sindacali, di erogare gli scatti di anzianità al personale della scuola non più come per il passato attraverso l’allocazione di risorse aggiuntive ma, grazie all’intervento compiacente del legislatore che ha previsto una speciale finestra per il personale della scuola per il solo biennio 2010-2011 rispetto al blocco contrattuale (art. 8, c. 14, L. 122/2010 e art. 4, c. 83, L. 183/2011), soltanto attraverso la preventiva certificazione di:

- tagli per il 2010 (30% di quelli attuati per effetto della legge 133/2008, dall’aumento del rapporto alunni/docenti alla riduzione del tempo scuola in ogni ordine e grado, al ritorno al maestro unico e alla cancellazione dell’insegnante specialistico di lingua inglese, dal dimensionamento mentre si ricorda che tra il 2006 e il 2012 sono saltati per effetto delle riforme 200.000 posti di lavoro affidati in supplenza grazie anche al parziale blocco del turn-over);
- risparmi per il 2011 (25% del Mof, dai fondi per le scuole a rischio all’alfabetizzazione motoria nelle scuole elementari, alle funzioni obiettivo).

E per il nuovo contratto? Nessuno si preoccupi, quando sarà sbloccato (il blocco permane per il 2012-2013) la filosofia rimarrà quella definita nell’atto di indirizzo all’ARAN a seguito dell’intesa confederale firmata sempre da alcune organizzazioni sindacali il 4 febbraio 2011: soldi in cambio di risparmi, ma non più per tutti i dipendenti ma per fasce, ovvero soltanto al 75% di essi (con un’ulteriore differenziazione tra il 25% e il 50% di essi), e non più come criterio di merito in base all’anzianità di servizio ma alla misurazione della performance individuale all’interno dell’unità aziendale virtuosa che ha raggiunto i livelli di prestazione di efficienza e di efficacia o ancora di produttività previsti a livello nazionale.

E nel frattempo, mentre tutti tacciono, il personale della scuola, pur in presenza del riconoscimento degli scatti, a carissimo prezzo, per il 2010 e 2011 - allorquando con un semplice ricorso i magistrati della Repubblica hanno ottenuto la cancellazione del blocco degli automatismi di carriera (sentenza n. 223/12 della Corte costituzionale che annulla art. 9, c. 21 della L. 122/2010) e ottenuto gli aumenti da dicembre 2012 senza alcun costo – continua a essere vessato perché non è ritornato all’anzianità retributiva prevista nel cedolino del 2010, se neo-assunto o pensionato ha avuto la ricostruzione di carriera e lo stipendio bloccato con perdita di ulteriori benefici economici. Per questa ragione Anief ha deciso di mettere a disposizione i modelli di diffida da inviare rispettivamente a MEF (cedolino), INPS (pensioni) e MEF-Dirigenti scolastici (ricostruzione di carriera) per ottenere quanto spettante.

Si ricorda, infine, che è sempre possibile aderire al ricorso contro il blocco degli stipendi per il 2012-2003, inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e contestualmente richiedere l’interruzione della trattenuta e la restituzione per gli ultimi dieci anni del 2,5% se in regime di TFR o la certificazione del credito dell’aliquota del 2,69% per gli ultimi due anni se in regime di TFS, prima che qualche amico sindacalisti d’accordo con il futuro ministro dell’Economica e della Funzione Pubblica autorizzi nuovi tagli e convinca il Parlamento a bruciare altri posti di precari e le ultime risorse a disposizione delle scuole.

Scarica i modelli di diffida e ricordati di inviarne una copia a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per ricevere eventuale assistenza dall’Anief nel riconoscimento del tuo diritto.

Scarica il modello diffida CEDOLINO

Scarica il modello diffida PENSIONI

Scarica il modello diffida RICONOSCIMENTO 2010-11 RICOSTRUZIONE

Scarica il modello diffida SBLOCCO E RICONOSCIMENTO 2010-11 RICOSTRUZIONE

 

Anief-Confedir: dipendenti e dirigenti pubblici sempre più poveri, sopratutto quelli della scuola che non hanno alcuna possibilità di carriera. Basta con questa vessazione, ricorreremo in Tribunale.

Il Consiglio di Stato, attraverso la sezione per gli atti normativi, ha dato parere favorevole alla proroga sino al 31 dicembre 2013, con effetto sull'anno 2014, dei blocchi degli scatti di anzianità dei dipendenti pubblici. In particolare, dei 'gradoni' stipendiali e delle indennità di vacanza contrattuale introdotti dall'art. 9, comma 23, del decreto legge n. 78 del 2010, riguardanti il personale docente, educativo ed Ata della scuola. L'espressione dei giudici di Palazzo Spada, arrivata attraverso il parere n. 1832/2013, è basata sul fatto che il blocco rispetterebbe quanto stabilito dal Governo Monti con l'art. 16 del decreto legge n. 98 del 2011, attraverso il quale si é delegata la disciplina in materia direttamente all'esecutivo in carica.

Il decreto, che per diventare esecutivo dovrà nei prossimi giorni essere controfirmato dal premier Enrico Letta e poi dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riguarda tutti i dipendenti dello Stato. Ma in particolare quelli della scuola, che nel 99 per cento dei casi non potendo attuare alcun tipo di carriera professionale vengono in qualche modo compensati proprio da quegli scatti e 'gradoni' stipendiali che dal 2010 il Governo ha deciso di sottrargli per far quadrare i conti pubblici.

Eliminare questi aumenti rappresenta però una operazione incostituzionale. E l'espressione del Consiglio di Stato non ci fa cambiare idea. L’Anief e Confedir ricordano, infatti, che qualsiasi atto che prevede un blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici rimane sempre in contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale 223/2012, la quale ha dato ragione a quei magistrati che avevano rivendicato il diritto allo stipendio equo. Ora, poiché è stato appurato che l’irrecuperabilità stipendiale è lesiva degli articoli 1, 36 e 39 della Costituzione, tale principio può essere sicuramente allargato a tutte le professionalità che operano nel comparto pubblico. Ad iniziare da tutti i docenti, amministrativi, tecnici, ausiliari e Dsga.

"A rigor di logica - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per il contenzioso - l'indirizzo che la Consulta ha dato per i magistrati deve necessariamente valere anche per tutti gli altri dipendenti dello Stato. Ma non solo: se l'Italia è ancora una Repubblica fondata sul lavoro, allora i contratti vanno rispettati. È siccome lo Stato, che li ha sottoscritti attraverso l'Aran, si è impegnato a riconoscere il merito dei suoi dipendenti, questi patti formali non possono essere disattesi in itinere".

"Ancora di più se si tratta dei dipendenti pubblici dell'Italia - continua Pacifico - dove il costo della vita ha da alcuni anni avuto una sensibile impennata, mentre i salari degli statali, in proporzione, sono rimasti quelli di quasi 25 anni fa". Un fenomeno che non ha eguali in altri Paesi dell'Europa a 27, dove la crisi si è fatta sentire ma senza che i Governi abbiano mai pensato di vessare sistematicamente chi opera per la pubblica amministrazione.

"Giunti a questo punto - spiega ancora il sindacalista Anief-Confedir - non è più possibile accettare che il Governo italiano continui a vestire contemporaneamente i panni del datore di lavoro e del legislatore. Ma si assuma, piuttosto, le sue responsabilità. Portando fino in fondo gli impegni sottoscritti nero su bianco. Visto che le cose non stanno così, per i nostri sindacati sarà inevitabile aprire una nuova stagione di contenziosi. Che riguarderà tutti coloro che hanno subìto un danno economico per la mancata assegnazione degli incrementi stipendiali tra il 2010 e il 2014. Lo faremo già a maggio, non appena si completerà l'iter di approvazione del DPR che toglie una porzione di stipendio a tre milioni e mezzo di dipendenti".

 

Il ministro Patroni Griffi ha già annunciato ai sindacati, alcuni dei quali sarebbero incredibilmente d’accordo, che l’amministrazione sta gettando le basi per arrivare a far sparire le progressioni di carriera. Con le cifre stipendiali accessorie da destinare solo ai lavoratori statali che abbiano dimostrato particolari meriti e performance professionali.

Secondo Marcello Pacifico (Anief-Confedir) si opera come se i dipendenti statali italiani non percepissero tra gli stipendi più bassi d’Europa: un bidello o un operatore pubblico ad inizio carriera arrivano a malapena a mille euro al mese, collocandosi quindi sotto la soglia di povertà. Eliminando l’unico incremento in busta paga, si mortificherebbe ulteriormente la loro professionalità e dignità di cittadini. Non è possibile barattare il merito di alcuni con la povertà di tutti: inevitabile il ricorso in Tribunale.

I tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici italiani rischiano seriamente di vedere cancellati gli scatti di anzianità in busta paga previsti per legge. Sulla scia di quanto è stato stabilito in queste ultime ore nel Regno Unito, nei giorni scorsi il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha infatti annunciato ai sindacati l’intenzione di arrivare a destinare le cifre stipendiali accessorie solo ai lavoratori statali che abbiano dimostrato particolari meriti e performance professionali.

A lanciare l’allarme è Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per le alte professionalità: “mentre in Italia si parla sempre più con insistenza di una proroga del blocco degli scatti stipendiali anche per il 2014, i nostri governanti stanno gettando le basi per arrivare a far sparire l’unica fonte di incremento in busta paga dei dipendenti pubblici. Stipendi, è bene ricordarlo, che in certi casi, valga per tutti quello dei collaboratori scolastici, i cosiddetti ‘bidelli’, ad inizio carriera non superano i mille euro. Considerando che nell’’ultima campagna elettorale questa cifra è stata indicata dal Movimento 5 Stelle e dal suo leader Beppe Grillo come l’assegno sociale da corrispondere alle famiglie indigenti, è evidente che stiamo parlando di buste paga che rasentano la soglia di povertà”.

Il sindacato rammenta, a tal proposito, che gli scatti stipendiali rimangono per i dipendenti pubblici, ad iniziare da quelli della scuola - che tranne una minima percentuale non hanno possibilità di fare carriera - l’unica reale fonte di adeguamento al costo della vita. Soprattutto nelle fasi di blocco contrattuale, come quella che stiamo vivendo da alcuni anni. Il fatto che da un paio d’anni alcuni sindacati abbiano mostrato disponibilità su questo fronte, calpestando un diritto garantito a partire dall’articolo 36 della Costituzione, non può trovarci d’accordo: un’organizzazione seria, che ha come unico scopo quello di tutelare gli interessi e la dignità dei lavoratori, non può palesare nessuna condivisione per un indirizzo di questo genere.

“Tra l’altro – prosegue il sindacalista Anief-Confedir – le avvisaglie di tale prospettiva vi sono già state. Basti pensare al piano di cancellazione di un quarto del personale scolastico (circa 250 mila dipendenti) dal fondo accessorio. Con il mantenimento della quota agli altri dipendenti solo a condizione che si fosse realizzato un risparmio nel proprio comparto di appartenenza. Facendo finta di dimenticare che, sempre per rimanere nella Scuola, negli ultimi anni sono stati cancellati 200 mila posti. E che il miglioramento dell’offerta formativa è stato di recente abbattuto del 25%. Per non parlare del fallimento della privatizzazione, ormai ventennale, dei contratti del pubblico impiego. A fronte di tutto ciò, ancora una volta, per i lavoratori dello Stato il ricorso al Tribunale si è così dimostrato l’unica via percorribile”.

“Con i magistrati – continua Pacifico - che ci hanno dato ragione, bloccando l’illegittimo blocco degli scatti automatici introdotto attraverso il comma 2 dell’articolo 9 della legge 122 del 2010. Anche se chi ci governa non vuole tenerne conto, noi annunciamo sin da subito che non arretreremo la nostra posizione: Anief ha avviato in tempi non sospetti i suoi contenziosi in Tribunale per tutelare i lavoratori della scuola. Presto Confedir allargherà questa prospettiva a tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. L’obiettivo è quello di reperire risorse aggiuntive per mantenere gli scatti automatici. E, nel contempo, premiare il merito. Sempre se attuato attraverso criteri trasparenti ed imparziali, stabiliti dal legislatore. E non certo dal datore di lavoro, in questo caso lo Stato. Non è possibile – conclude Pacifico – barattare il merito di alcuni con la povertà di tutti”.

 

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