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Il ministero dell’Istruzione e del Merito attende risposte dalla Commissione europea non solo sulle immissioni in ruolo da tutte le Gps, ma anche sui tanti docenti vincolati a non cambiare sede per almeno un triennio dopo l’assunzione a tempo indeterminato. Lo stop allo spostamento, che non avrebbe motivo di esistere in presenza di posti liberi, riguarda anche gli insegnanti cosiddetti “ingabbiati”, ovvero coloro che sono stati assunti in ruolo e vorrebbero cambiare ruolo o grado di istruzione ma che sono impossibilitati a farlo a causa dell’assenza di un corso abilitante: qualche giorno fa, il deputato di Fratelli d’Italia Gimmi Cangiano ha presentato una interrogazione parlamentare, in Commissione Cultura alla Camera, alla quale ha risposto la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti.
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Tutto fermo. Mentre all’Aran si continua a discutere sui circa 20 euro di aumento per il contratto collettivo nazionale 2019-21 del comparto Istruzione, Università e Ricerca, derivanti dai 300 milioni inizialmente destinati al ‘merito’, per il nuovo Ccnl 2022-24 non è ancora stato stanziato un euro. Secondo l’Anief si sta andando verso una pericolosa situazione di stallo, che rischia di andare a produrre aumenti anche stavolta a contratto già scaduto. “Reputiamo l’attuale silenzio e disinteresse da parte di chi Governa l’Italia del tutto inappropriato – esordisce Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché ci sono Paesi, come la Germania, dove non solo i compensi mensili risultano praticamente doppi rispetto ai quelli dei nostri dipendenti pubblici, ma sta per essere introdotto anche un bonus anti-inflazione di 3 mila euro con un aumento di 200 euro in busta paga”.
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È giusto che a un collaboratore scolastico venga dato uno stipendio non molto superiore ai sussidi sociali? Può un insegnante ultra titolato, abilitato e specializzato essere pagato meno di un impiegato? Può un docente o Ata rimanere bloccato anche 40 anni sullo stesso profilo professionale senza avere opportunità reali di carriera? Può un insegnante o un amministrativo della scuola svolgere servizio a mille chilometri da casa, in un istituto collocato in un territorio complicato, senza ricevere un euro di indennità? Perché nella scuola non si può nemmeno parlare di ‘buono pasto’? Come mai nel pubblico impiego l’assistente amministrativo delle scuole è l’unico che non percepisce la specifica indennità di videoterminalista prevista dalla legge? Nelle ultime settimane queste domande sono state poste dall’Anief ai parlamentari e ai rappresentanti dell’amministrazione pubblica nel corso di più occasioni di confronto.
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"Il Governo deve garantire ora tutte le90 mila assunzioni nella scuola annunciate": lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sollecitando modifiche al reclutamento dei docenti nel Decreto Legge PA - Pnrr 44/2023. Il sindacalista ha detto all’agenzia Teleborsa che il rischio di vedere andare in fumo oltre la metà delle assunzioni a tempo indeterminato prospettate è concreto: "non c'è bisogno di spezzettare nel tempo le assunzioni previste, abbiamo invece bisogno di affrontare la precarietà nella scuola subito, è fondamentale anche per una risposta all' Unione Europea che ci chiede di realizzare il PNRR e nelle stesso ci ricorda che non bisogna abusare dei contratti a termine".
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