SCUOLA - Card docente da 500 euro, va anche a tutti i precari rimasti iscritti nelle graduatorie o immessi in ruolo successivamente: a Vicenza 2.500 euro a un insegnante che ha fatto ricorso assistito dai legali Anief

Tra le motivazioni che stanno portando i giudici ad assegnare la Carta del docente ai precari c’è anche la permanenza nelle graduatorie dei supplenti o l’immissione in ruolo negli anni successivi allo svolgimento della supplenza svolta senza beneficiare della card annuale da 500 euro: lo sostiene il Tribunale di Vicenza, che ha accolto la richiesta dei legali Anief per risarcire con 2.500 euro un insegnante che aveva svolto cinque supplenze annuali.

Nella sentenza si sottolinea appunto quanto espresso dalla Cassazione, secondo la quale nella permanenza del docente all’interno del sistema scolastico il requisito fondativo” è “l’interesse ad agire rispetto all’adempimento dell’obbligazione de qua specificando che: se il docente precario che, in una certa annualità, abbia maturato il diritto alla Carta, resti iscritto nelle graduatorie (ad esaurimento, provinciali o di istituto) per le supplenze e, eventualmente, riceva anche incarichi di supplenza, permane l’inserimento nel sistema scolastico che giustifica l’esercizio del diritto all’adempimento ed ancor più se poi egli transiti in ruolo”.

Il giudice del Lavoro di Vicenza ha ricordato che la stessa Corte di Cassazione, con la sentenza “n. 29961/2023, cui si rinvia ai sensi dell’art. 118, disp. att. c.p.c.”, ha anche chiarito che “sono proprio le ragioni obiettive perseguite dal legislatore, sotto il profilo del sostegno alla didattica annua, ad impedire che, quando si presenti il medesimo dato temporale, il beneficio formativo sia sottratto ai docenti precari”. Infine, sempre nella sentenza, il giudice di Vicenza ha individuato ha rammentato che per la Corte di Giustizia europea Corte “l’indennità in questione” è “finalizzata alla formazione continua dei docenti” e risulta pertanto “obbligatoria tanto per il personale a tempo indeterminato quanto per quello impiegato a tempo determinato presso il Ministero, e di valorizzarne le competenze professionali” (punti 35 e ss. ordinanza C-451/21)”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che “i supplenti privati della Carta del Docente debbano tenere conto che tantissime aule di giustizie si sono schierate a loro fianco: la Suprema Corte di Cassazione, di recente, e in precedenza il Consiglio di Stato a la Corte di Giustizia europea, più decine di migliaia di Tribunali, in prevalenza del Lavoro. In alcuni casi, come è accaduto con il Tribunale di Firenze, sono state recuperate 3.500 euro: per questi motivi appare cosa buona e giusta decidere di di presentare ricorso gratuito con Anief, così da chiedere spiegazioni al giudice di competenza e recuperare tutte le somme, andando a ritroso negli ultimi sei anni, pure con gli interessi maturati nel frattempo”.

LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI VICENZA: LE CONCLUSIONI

PQM

Il giudice, definitivamente decidendo, ogni diversa domanda, istanza ed eccezione disattesa o assorbita:

- condanna il Ministero a costituire in favore di parte ricorrente, con le modalità di cui agli artt. 2, 5, 6 e 8 del DPCM 28 novembre 2016, la Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado di cui all’art. 1, co. 121 l. n. 107/2015, con accredito/assegnazione della somma pari a complessivi 2.500,00 da spendersi non oltre il 24° mese decorrente dalla data di costituzione della carta stessa;

- condanna parte resistente alla rifusione delle spese di lite in favore della parte ricorrente, che liquida in euro 600,00 oltre spese generali, iva e cpa, con distrazione della somma in favore del procuratore antistatario. Vicenza, 19/09/2024.

Il Giudice

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