50.000 docenti nel curriculare, 50.000 docenti di sostegno e 25.000 ATA. Così si adempie alla direttiva comunitaria e si svuotano subito le graduatorie ad esaurimento. Tutti i nuovi docenti abilitati potrebbero essere inseriti in una IV fascia dopo il nuovo concorso, come nel 1999. Graduatorie uniche nazionali a tutti i livelli, anche d’istituto e per il personale ATA, con assegnazione incarichi per via telematica. Ecco la ricetta del sindacato in attesa della sentenza della Corte di giustizia europea del 27 marzo per risolvere il problema del precariato e soddisfare le attese di altri 150.000 docenti rimasti fuori dalle graduatorie ma abilitati alla professione.
Per sfuggire alla condanna della UE e abbattere i costi dei contratti a tempo determinato, lievitati del 67% rispetto al 2007. I posti vacanti e disponibili ci sono e si ridurrebbero di 2/3 le GaE che, comunque, dovrebbero consentire il trasferimento dei punteggi, prevedere una graduatoria telematica unica nazionale, estesa anche alle graduatorie d’istituto e alle graduatorie ATA 24 mesi, l’inserimento in IV fascia di tutti i docenti abilitati dopo l’ultimo concorso a cattedra (Idonei, TFA, PAS, Diploma magistrale, estero, reinseriti o primo inserimento), l’accorpamento della fascia aggiuntiva alla terza. Il Concorso potrebbe essere bandito ogni tre anni.
Tra il 2001 e il 2013, a dispetto della direttiva comunitaria, le supplenze per il funzionamento ordinario delle scuole sono aumentate da 105.000 a 140.000 unità, e nel contempo le spese per il personale a tempo determinato sono aumentate di 348 milioni di euro dal 2007, mentre nella Sanità – dove si è proceduto alla stabilizzazione di 24.000 unità – si è prodotto un risparmio di 80 milioni di euro. Precarizzare il rapporto di lavoro nel pubblico impiego aumenta la spesa, specie da quando le nuove immissioni in ruolo dal 2011 avvengono a invarianza finanziaria, meccanismo giudicato illegittimo dall’Anief. Allora basta rivisitare il numero di organici a disposizione per svuotare le graduatorie dei docenti precari, composte da 150.000 aspiranti. Posto che delle 120.000 cattedre al 30 giugno assegnate quest’anno il 75% è senza titolare – in contrasto con la legge non affidato in supplenza annuale – e che rispetto ai 230.000 alunni con handicap lo Stato ha bisogno di 115.000 insegnanti di sostegno rispetto ai 90.000 previsti nel 2016 dall’ultima legge 128/2013 per garantire il rapporto uno a due, preso atto del pensionamento di 11.000 docenti e 3.600 ATA e dei contratti di 12.000 docenti e 19.000 ATA al 31 agosto, è possibile attuare fin dal prossimo anno scolastico un piano straordinario di immissioni in ruolo di 125.000 unità.
A graduatorie pressoché svuotate, comunque gestite a livello nazionale e non più provinciale sul modello delle selezioni annuali per l’accesso alle università a numero programmato, con il punteggio ogni anno trasferibile nel rispetto dell’autodeterminazione delle scelte dei candidati e del merito, da riprendere anche nelle graduatorie d’istituto attualmente limitate a 20 scuole, sarebbe opportuno introdurre una IV fascia per tutti coloro che si sono abilitati con e dopo il nuovo concorso a cattedra, analogamente a quanto avvenuto per la I-II fascia per i concorsi precedenti e per la III per quelli successivi al 1999. È evidente che, comunque, in questa fase transitoria devono essere riconosciuti agli idonei dell’ultimo concorso ordinario lo scorrimento delle nuove graduatorie di merito per le assunzioni dal doppio canale e il titolo abilitante, mentre tutto il personale confluito nelle graduatorie aggiuntive dovrebbe transitare nella terza fascia. In questo modo si darebbe una giusta risposta ai 10.000 abilitati con il TFA, ai 17.000 idonei dell’ultimo concorso, ai 50.000 docenti in possesso del diploma magistrale, ai 65.000 futuri docenti abilitati con il PAS, ai docenti abilitati in Italia e all’Estero non inseriti nelle graduatorie permanenti trasformate in esaurimento e in alcuni casi persino esaurite.