Precariato

Sui 140 mila precari la Corte di Giustizia europea prende tempo, l’Italia ne approfitti

I giudici Ue decideranno con sentenza, dopo che oggi hanno ascoltato le parti costituite. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il ministro Giannini non aspetti le argomentazioni del relatore e proceda immediatamente a stabilizzare i 125 mila supplenti della scuola in servizio su posti vacanti e disponibili. Ciò eviterà cause giudiziarie che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro.

Si allunga l’attesa per i 140 mila precari della scuola italiana. Si è svolta oggi l'attesa udienza in Corte di Giustizia europea, ma il relatore non si è pronunciato: insieme ai giudici, ha ascoltato le parti costituite e il procuratore generale. Si è quindi riservato di comunicare la data in cui renderà pubbliche le argomentazioni in materia da parte della stessa Corte.

Hanno preso al dibattito i rappresentanti dei lavoratori e dello Stato italiano, che avrebbe ragioni obiettive organizzative o finanziarie per precarizzare il rapporto di lavoro ai supplenti della scuola anche ad oltranza. A tal proposito, l'avvocatura dello Stato ha insistito sulla norma speciale che regola le graduatorie, grazie alla quale si è assunti senza concorso e sulla non previdibilità degli organici.

Il rappresentante della Commissione europea si è invece soffermato sul fatto di essere a conoscenza che in Italia per ben 12 anni non si sono banditi concorsi pubblici. Ha inoltre sottolineato come sul precariato bisogna distinguere le ragioni sostitutive, quale ragioni obiettive, dalle supplenze reiterate su posti vacanti e disponibili.

Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, presente all’udienza, ha spiegato che sull’esito della decisione dei giudici, da parte dei legali a sostegno dei lavoratori permane cauto ottimismo: “quella della Corte di Giustizia europea è una decisione storica, perché se applicata a tutto il pubblico impiego porterà all'assunzione di ben 300.000 precari, di cui la metà in servizio da almeno tre anni nella scuola. Abbiamo dimostrato, inoltre, come nel corso di un decennio il numero dei precari è aumentato e con esso il costo di spesa pubblica, a dispetto della spending review”.

“Il ministro Giannini non aspetti quindi le argomentazioni del relatore. Proceda immediatamente a stabilizzare i 125 mila precari nella scuola in servizio su posti vacanti e disponibili: ciò permetterebbe di evitare l’innescarsi di cause giudiziarie – conclude Pacifico – che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro”.

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