Educazione civica, Bussetti non si ferma e propone una sperimentazione senza il parere del Cspi. Anief: un motivo in più per impugnarla in tribunale

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Il Consiglio superiore della pubblica istruzione, il cui giudizio è obbligatorio in caso di sperimentazioni nazionali, non ha alcuna intenzione di riunirsi d’urgenza su un tema complesso e articolato. Certo, non si è mai visto un ministro dell'Istruzione sposare una causa tanto nobile per poi sconfessarla nel mancato rispetto delle norme, dimenticando tutti gli adempimenti che come dirigente territoriale dell'ufficio scolastico regionale e dell'istituzione scolastica si devono porre in essere per l'avvio dell'anno scolastico in tema di pianificazione dell'attività didattica e dotazione organica. Di fronte a questa caparbietà, irragionevolezza, spregiudicatezza e illegittimità manifesta, Anief impegnerà il decreto attuativo in tribunale per riportare le scuole alla normalità e al rispetto della Costituzione.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “se il titolare del Miur vuole introdurre l’educazione civica con l’inizio del nuovo anno scolastico, si prenderà una responsabilità non da poco: il provvedimento, privo anche del giudizio dell’organismo previsto dalla legge, diventa non solo forzato ma anche esposto a un evidente vizio procedurale. E siccome noi abbiamo intenzione di portare la questione in tribunale, riteniamo che la mancanza del parere del Cspi, indubbiamente, avrà il suo peso nel parere che formulerà il giudice”

 

Apprendiamo da un comunicato del Miur che il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha inviato al Cspi, il decreto che consente l’avvio fin dall’anno scolastico 2019/2020 dello studio obbligatorio dell’educazione civica: il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, è obbligatorio in caso di sperimentazioni nazionali. Di qui la richiesta inviata dal ministro Bussetti al Consiglio affinché si esprima con procedura d'urgenza per poter procedere, poi, alla successiva firma. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione, che è organo di garanzia dell'unitarietà del sistema nazionale dell'istruzione e ha compiti di supporto tecnico-scientifico, ha già fatto sapere che non ha alcuna intenzione di riunirsi a breve.

 

Bussetti va avanti

Invece di farsi una ragione che si è andati oltre ogni limite, sforando il 16 agosto scorso, termine tassativo per vedere pubblicata la legge in Gazzetta Ufficiale e permetterne l’adozione a partire dal 1° settembre prossimo, dopo i 15 giorni utili previsti dalla giurisprudenza, e quindi rimandare tutto al 2020, si è deciso di forzare la legge. Lo ha confermato, con giustificazioni risibili, anche il ministro dell’Istruzione impegnandosi a dare il via libera al provvedimento: “Penso che firmerò un decreto proprio perché si riesca ad aggiustare da un punto di vista amministrativo, oltre che procedurale, affinché entri in vigore dall’anno scolastico prossimo”.

 

Il presidente Anief: tanto pressappochismo

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è sarcastico: “Stiamo assistendo all’approvazione di una norma che sembra avere effetti più mediatici che pedagogici. Avere tolto delle ore d’insegnamento per far spazio all’educazione civica è stato il primo errore. Poi, si è deciso di lasciare ai Collegi dei docenti la responsabilità di decidere a chi affidare le 33 ore di lezione annue: cosa accadrà nei tanti prevedibili casi in cui nell’organico dell’autonomia non vi sono docenti che hanno competenze per insegnare la materia che, soprattutto nella secondaria, non può essere di certo improvvisata? Anche la possibilità di ‘spalmare’ l’insegnamento a più docenti appare pressappochista”.

 

La posizione del giovane sindacato autonomo

Il ritorno dell’educazione civica in tutte le classi, scuola dell’infanzia esclusa, rappresenta a oggi poco più che un contenitore vuoto: sulla formazione dei docenti non c’è uno straccio di indicazione, si delega il suo insegnamento al consiglio di classe costringendo i docenti a improvvisare percorsi formativi, rimane l'ambiguità sul monte orario ma anche sul fatto non possa essere considerata come materia, visto che andrà a prendersi ore di altre discipline. Mentre l’esigenza numero uno, dare all’eduzione civica una fisionomia forte, con riferimenti alle istituzioni europee, e ore settimanali aggiuntive, è stata clamorosamente elusa, perché per finanziare il progetto non c’è un euro.

 

La contrarietà dell’associazione di categoria

Infine, va ricordato che non è una posizione solitaria quella contraria dell’Anief: anche l’Apidge, l’Associazione professionale degli insegnanti di discipline giuridiche ed economiche, ad esempio, sostiene che “ci siano ancora molte questioni poco chiare: è meglio – ha detto il suo presidente - che plani il prossimo anno, in quanto il 1° settembre le scuole cominciano dopo aver già organizzato l’attività didattica a giugno negli ultimi collegi, mentre gli organici sono ancora da affinare. Inoltre, questa disciplina, per come è impostata, prevede un appesantimento dei lavori di tutti i consigli di classe e soprattutto la figura di un coordinatore, che a oggi non è ancora formata, se non è un professore di diritto”.

 

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