Stipendi supplenti, Anief chiede chiarimenti al Ministero: perché le mensilità di settembre e ottobre tardano ad arrivare?

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Anche quest’anno si ripresenta l’annoso problema del mancato pagamento dei precari della scuola. La situazione, a dire il vero, è peggiorata: perché nell’anno scolastico in corso, il 2021/22, riguarda non solo i supplenti brevi, a cui solo nelle ultime settimane è stato garantito il pagamento delle mensilità di maggio e giugno 2021, ma anche i precari con contratto fino al 30 giugno, i quali in alcuni casi, per colpa di ritardi di inserimento del contratto, non hanno ancora ricevuto le prime due mensilità di questo anno scolastico. “Come sempre, purtroppo, è calpestata la dignità dei lavoratori, sebbene le scuole abbiano necessità del loro contributo il trattamento riservato ai supplenti è inaccettabile”, commenta Marcello Pacifico, presidente Anief. Il giovane sindacato rappresentativo, facendo seguito alle numerose segnalazioni ricevute, ha inviato una richiesta di chiarimenti al Ministero dell’Istruzione affinché la situazione non si protragga.

Anche quest’anno ci ritroviamo alle prese con i ritardi inaccettabili nell’assegnazione dei compensi mensili al personale scolastico precario. Nel caso dei supplenti al 30 giugno le segreterie scolastiche sotto organico hanno rallentato le operazioni inserimento dei contratti. Supplenti assunti a settembre non hanno ancora ricevuto la prima mensilità. Per i supplenti brevi si ripresenta invece lo scenario a cui assistiamo più frequentemente: ogni anno siamo costretti a chiedere un intervento del Ministero per accelerare i tempi di erogazione dei fondi.

 

I lavoratori sono in difficoltà poiché non riescono a sostenere nemmeno le spese sostenute per recarsi a scuola. Si parla di valutazione degli insegnanti ma il trattamento riservato a questi docenti è inqualificabile. I ritardi – ormai consueti - da parte dello Stato non si possono accettare, ci auspichiamo che si intervenga tempestivamente.

 

Marcello Pacifico, leader dell’Anief, ricorda all’amministrazione che “il supplente breve sostituisce un insegnante o un lavoratore Ata in malattia o in maternità: tale periodo di lavoro può durare pochi mesi, ma molte volte la supplenza viene prolungata fino al termine dell’anno scolastico, poiché il titolare di cattedra non rientra. A volte questi professionisti devono fare spola tra le scuole di una stessa provincia, viaggiano e devono sostenere dei costi. È intollerabile che lo Stato debba farlo attendere mesi e mesi: come fa a vivere e a sostenere, nel frattempo, le spese per affitti, viaggi e quant’altro? Così non va”, conclude il sindacalista autonomo.

 

 

 

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