Siamo alla stretta finale sul rinnovo del contratto delle aree Scuola, Università, Afam e Ricerca: dopo la richiesta del ministro Patrizio Bianchi al ministero della Funzione pubblica, nei giorni scorsi, del finanziamento aggiuntivo di 300 milioni di euro, per il prossimo martedì 18 ottobre l’ARAN ha già fissato una nuova convocazione per la parte comune del CCNL 2019/21. Considerando che nel frattempo saranno nominati i presidenti delle Camera e a seguire si darà mandato alla formazione del nuovo Governo, si stanno andando a determinare tutti i presupposti per arrivare alla sottoscrizione della firma in autunno.
Il cambio continuo di docenti di sostegno compromette l’apprendimento degli studenti con disabilità: esemplare è il caso di un alunno pugliese con autismo che ha cambiare 17 insegnanti in dieci anni; la famiglia, esasperata, alla fine ha alzato bandiera bianca, e ha deciso di fare studiare il figlio a casa assistito da un insegnante privato. “Basta, ci siamo arresi”, ha detto la madre del giovane, anche lei insegnante. Il calvario didattico – scrivela stampa specializzata riportando la notizia del “Quotidiano di Puglia” - è iniziato dalla scuola media, per poi acuirsi al primo anno del liceo, con continui cambi dei docenti di sostegno, tutti precari e a volte anche non specializzati perché, ha detto la madre-docente, erano privi di una “formazione specifica”: a quel punto, presi dall’angoscia e dello scoramento, i genitori hanno deciso di non portarlo più a scuola.
Mancano poco più di dieci giorni alla scadenza per le domande di pensionamento per il personale docente e ATA: venerdì 21 ottobre, infatti, secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Istruzione con Decreto e Circolare 31924 dell’8 settembre scorso, sarà l’ultimo giorno per insegnanti, amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici e tutti gli altri profili Ata per chiedere di uscire anticipatamente rispetto ai 67 anni di età previsti dalla riforma Monti-Fornero. Rispetto a quanto previsto dalla quella legge, in particolare dall’articolo 24 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, "Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici", si consentirà, ma solo per quest’anno, grazie a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2022, di potere uscire anticipatamente usufruendo di Quota 102, ovvero avere maturato 64 anni di età e 38 di contributi entro il 31 dicembre 2022. Ciò comporterà riduzioni all’assegno pensionistico non troppo forti, a differenza di Opzione donna, che permette a docenti, dirigenti e ATA di uscire con almeno 58 anni di età e 35 di anzianità contributiva (invece maturati al 31 dicembre 2021, ma con tagli alla pensione anche del 35%, che corrispondono a riduzione fino a 600 euro rispetto all’assegno che si prenderebbe a 67 anni. Poi, nel 2021 la Commissione Lavori gravosi ha collocato stabilmente quelle svolto dalle maestre della scuola primaria, dopo averlo fatto in passato per quelle dell’Infanzia, tra le professioni più logoranti che possono comportare un anticipo pensionistico a 63 anni di età, se in possesso di almeno 36 anni di contributi.
Per il ministero dell’Istruzione la carta del docente negata ai precari si sta trasformando in un problema non indifferente: l’andamento delle sentenze dell’ultima settimana, tutte favorevoli ai supplenti o ex precari che hanno presentato ricorso, costituisce un precedente importante. Anche per i tanti precari, potenzialmente centinaia di migliaia, che stanno attendendo l’esito dei primi ricorsi per capire cosa fare. I numeri, comunque, non danno adito a dubbi: dopo una prima sentenza a metà luglio e altre due successive, sempre a Vercelli, con tanto di cinque anni di arretrati e quindi 3mila euro complessivi recuperati da una docente, negli ultimi giorni si sono pronunciati a favore dei ricorrenti anche i Tribunali di Milano, Marsala, La Spezia, Savona, Verbania e Torino. I giudici, del resto, nell’esaminare le richieste non possono non tenere conto dellasentenza dello scoro maggio emessa dalla Corte di Giustizia europea, nonché del medesimo parere del Consiglio di Stato, che condanna la “differenza di trattamento tra docenti a tempo indeterminato e i docenti assunti nell’ambito di rapporti di lavoro a tempo determinato”. Già si guarda al futuro, con ottimismo: nei prossimi giorni, infatti, saranno calendarizzate le discussioni dei ricorsi presentati da ben 9.000 soci dell’Anief.
Sul caos supplenze generato dall’algoritmo delle Gps il ministero dell’Istruzione non può più fare finta di nulla. Dopo l’esplosione di problematiche e di errori degli ultimi giorni, l’amministrazione ha deciso di convocare i sindacati due volte in pochi giorni: il 6 ottobre, quando Anief ha presentato la richiesta di introdurre delle urgenti modifiche al sistema organizzativo e informatico, e adesso si apprende di un nuovo incontro, fissato dall’amministrazione per il 13 ottobre. Giovedì prossimo, alle ore 14.30, la convocazione avrà come oggetto proprio una “analisi delle problematiche tecniche relative alla gestione informatizzata delle graduatorie provinciali per le supplenze”.