L'Ipotesi di contratto integrativo che regolerà la mobilità territoriale e professionale per i prossimi 3 anni scolastici, ancora una volta, nulla prevede riguardo le procedure per effettuare i cosiddetti “passaggi verticali” per il personale Ata di ruolo interessato alla mobilità professionale tra aree diverse.
Per i tanti dipendenti che attendono notizie precise sull’anticipo pensionistico sono giorni cruciali: la legge di bilancio è stata approvata, le risorse sono state stanziate, entro una decina di giorni si attende il decreto che disciplinerà l’anticipo per andare in pensione anche a 62 anni, quindi cinque anni prima rispetto all’attuale uscita. Il problema è che non si tratta di una revisione della legge Fornero. Serve, quindi, una legislazione specifica per la categoria. Perché il lavoro svolto dai maestri della scuola dell'infanzia, inseriti nell’Ape social, non è più gravoso di quello portato avanti negli altri ordini di scuola: ad essere usurante è tutta la professione dell’insegnamento, a qualsiasi livello. Inoltre, i docenti italiani sono sempre più avanti negli anni: nell’80% dei casi hanno oltre 50 anni di età. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il mero turn over non serve a cambiare le cose; se vanno via in 15 mila, come quest’anno, e rimangono in servizio oltre mezzo milione di ultracinquantenni, è chiaro che la tendenza sarà sempre quella di ritrovarsi con degli insegnanti stanchi e invecchiati.
Sull’autonomia e regionalizzazione del Veneto “stiamo lavorando al massimo della forza per ottenere il risultato il prima possibile”: il disegno di legge “è andato in Consiglio dei Ministri prima di Natale, come avevamo detto. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro sui punti risolutivi su una serie di punti”. A dirlo è stato il vice-premier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio che nell’occasione si è sbilanciato anche sui tempi di attuazione del progetto: nel mese di febbraio, aggiunge il ministro, “deve essere pronto il documento che poi il presidente del Consiglio deve discutere con i presidenti delle Regioni”. Qualche giorno fa, invece, l’on. pentastellato Luigi Gallo, presidente della VII Commissione alla Camera, aveva detto che il progetto di autonomia “il M5S non lo farà. Ha costruito la sua identità sulla capacità di ridurre la scandalosa forbice di ricchezza che esiste tra cittadini, territori e regioni. È questa la vera chiave di un nuovo sviluppo”. Anief ricorda che non si tratta di una sperimentazione una tantum: il primo partito di governo deve uscire allo scoperto. Secondo il suo presidente Marcello Pacifico, i giudici hanno sempre detto no ad un modello del genere, perché palesemente incostituzionale. Quello che serve per risolvere i tanti problemi di gestione scolastica non è l’autonomia regionale, ma l’adozione di organici differenziati, sulla base delle esigenze territoriali, l’incremento dell’occupazione e dei livelli di istruzione, soprattutto al Sud, la riduzione dei tassi di abbandono. La regionalizzazione non farebbe altro che elevare il ritardo attuale di alcune regioni.
Fare scherzi pesanti e schiamazzi in classe comporta il reato di interruzione di pubblico servizio: l’ipotesi è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Belluno, dopo che la scorsa primavera un gruppo di studenti di un istituto tecnico di Feltre, nel bellunese, ha vessato un'insegnante di chimica. La docente, esasperata, aveva chiamato la polizia. Così gli agenti erano entrati in classe, avviando gli accertamenti e individuando una decina di presunti responsabili, tutti intorno ai 16 anni di età (raggiunti anche da una sospensione di alcuni giorni). I giovani sono stati interrogati dal magistrato pochi giorni prima di Natale. L'insegnante è stata nel frattempo trasferita ad un un’altra scuola. Secondo Marcello Pacifico (Anief-Cisal) attuare azioni persecutorie, scherzi stupidi, non permettendo lo svolgimento della lezione, in questo caso di laboratorio, rientra in un’azione da condannare senza se e senza ma. È un vero e proprio profilo penale da percorrere sino in fondo. Avere 16 anni non significa avere la licenza di fare quel che si vuole, soprattutto a scuola.