A distanza di un anno dalla sentenza n. 11, che ha piegato il diritto e costretto il Governo ad approvare il decreto Dignità, gli stessi giudici del massimo organo di consulenza giuridico-amministrativa sono chiamati ad esprimersi sulla opportunità della presenza di oltre 50 mila maestri abilitati nelle graduatorie che portano alla stabilizzazione sulla metà dei posti disponibili. I legali dell’Anief ritengono che le ragioni poste dalla VI sezione, che ha rimesso in discussione il tema, siano condivisibili, anche per gli interessi richiamati dal legislatore in termini di continuità didattica e tutela dei diritti soggettivi. L’Adunanza plenaria, presieduta da Patroni Griffi, rivedrà il suo giudizio come ha fatto il Parlamento in passato? Risponde Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: i tanti maestri supplenti della scuola pubblica ci sperano e si aspettano una decisione giusta, perché da troppo tempo subiscono continui attacchi alla loro professionalità, a causa di un'azione politica confusionaria, priva di un filo conduttore, mirata più a creare che a risolvere il problema del precariato italiano, il quale non a caso quest’anno ha toccato il record di supplenze annuali. È lo stesso leitmotive che ha portato ad alimentare i troppi contratti a termine, stipulati in modo sistematico, al punto da costringere la curia europea a produrre più di una condanna all’Italia per abuso di precariato.