L’emergenza inflazione nel prossimo biennio è destinata leggermente a sgonfiarsi, ma il caro prezzi rimane un problema enorme: a sostenerlo è il Fondo monetario internazionale illustrando l'aggiornamento del World Economic Outlook. Secondo il Fmi, le strette delle banche mondiali iniziano a raffreddare la domanda e la corsa dei prezzi ma la "battaglia" contro l'inflazione "è lungi dall'essere vinta", perché “il rialzo del tassi di interesse da parte delle banche centrali e la guerra in Ucraina continuano a pesare sull'attività economica". Secondo le stime degli analisti di Washington l'inflazione a livello mondiale è attesa calare dall'8,8% del 2022 al 6,6% del 2023 e al 4,3% del 2024: tra i rischi che tengono le economie nazionali e internazionali sotto scacco “c'è un possibile stallo della Cina ma anche una escalation della guerra in Ucraina e un'inflazione ostinatamente alta per un periodo prolungato. Uno dei pericoli maggiori - ribadisce il Fmi che da mesi si dice preoccupato al riguardo - è la frammentazione geopolitica”.