Il personale deve avere la possibilità di spostarsi senza vincoli inutili, chi supera un concorso e l’anno di prova va assunto senza ripensamenti, l’organico aggiuntivo nella scuola va confermato per non compromettere i progetti del Pnrr, le immissioni in ruolo vanno allargate a tutti i precari inserite nelle Gps e non solo ai candidati del sostegno: sono alcuni degli emendamenti predisposti dall’Ufficio legislativo Anief al Decreto Legge n.198 del 29 dicembre 2022, il cosiddetto Milleproroghe.
I sistemi di selezione e immissione in ruolo della scuola italiana sono tutti da rivedere: perché non solo il numero dei docenti precari è più che raddoppiato negli ultimi sei anni, ma ora esce fuori anche che la grande maggioranza degli insegnanti entra in ruolo dopo i 40 anni di età portando l’età media del corpo insegnante italiano ben oltre i 50 anni confermando il primato di anni di chi si siede dietro la cattedra nel nostro Paese. “I numeri – fonte INDIRE, raccolti, analizzati e pubblicati su “I numeri da cambiare”, edizioni Giunti, a cura dell’associazione Treellle e ripresi oggi dalla stampa specializzata - diventano più “imbarazzanti” man mano che alziamo l’ordine e grado di scuola, fino a raggiungere il culmine alla secondaria di II grado”. Perché l’Italia dal 2010 al 2019 ha mantenuto una media di poco più di 50 anni di età per i docenti della scuola secondaria di I e II grado, con picchi di quasi 51 anni nel 2012. “Con una precarizzazione del personale della scuola, Ata compresi, così spiccata, tanto da avere oramai un docente ogni quattro a tempo determinato, cosa altro potevamo aspettarci?”, domanda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
Nell’incontro odierno, dopo la breve pausa natalizia, si è riunito il tavolo di contrattazione per il rinnovo del CCNL 2019-21 parte normativa. Pochi i cambiamenti proposti dall’ARAN ma molte le proposte di integrazione e modifica del testo presentati dall’Anief su tutti i settori coinvolti. Le proposte vanno dal trattamento economico del DSGA a congedi per le donne vittime di violenza includendo, per esempio, anche i buoni pasto per il personale ATA. Parte delle proposte hanno riguardato anche Università, Enti di ricerca e Afam.
“I numeri sanciscono il fallimento totale del reclutamento scolastico: le rigide modalità selettive volute nell’ultimo decennio e la chiusura del doppio canale, che garantiva le immissioni in ruolo dei precari storici sulla metà dei posti vacanti, hanno fatto raddoppiare il numero dei docenti precari, passati in 6 anni dai 100 mila del 2015 a 210mila del 2021”: così Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commenta i dati aggiornati sulla ‘supplentite’ in Italia, pubblicati nel libro “I numeri da cambiare”, edizioni Giunti, dell’associazione Trellle su fonte ministeriale. Da una sintesi sulle conclusioni, scritta oggi dalla stampa specializzata, risulta che i motivi del boom di supplenti sono diversi: “concorsi banditi non in modo regolare, modifiche al sistema di reclutamento ad ogni insediamento di legislatura hanno trasformato il reclutamento dei docenti in una macchina inceppata per definizione, con “dati di precarizzazione delle cattedre che raddoppiano in 5/6 anni e un andamento di assunzioni che dopo il picco della Buona Scuola ha stentato. Certo, nel frattempo è stato imposto un lockdown che ha bloccato i concorsi per quasi un anno, ma basta questo per giustificare il fenomeno? Probabilmente no”.
Sulla forte esigenza di implementare risorse umane nelle scuole tutti si dicono d’accordo, ma quando c’è decidere si procede sempre al contrario. L’attuale Governo conferma la regola: anziché confermare l’organico aggiuntivo degli ultimi due anni, approvando l’emendamento Anief al decreto Milleproroghe ed in precedenza allo stesso DL 176 Aiuti Quatar, con decreto legge a Palazzo Madama le Commissioni decidono di utilizzare i risparmi del “cosiddetto organico covid” per finanziare i contratti di supplenza breve e saltuaria del personale scolastico, dove è autorizzata per il 2022 la spesa di 150 milioni di euro”, scrive oggi Orizzonte Scuola specificando che “in base a quanto previsto dall’Accordo politico sottoscritto il 10 novembre 2022 tra il Ministero dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali, l’art. 14 comma 3 stanzia ulteriori 100 milioni di euro per il solo anno 2022 ad integrazione delle risorse contrattuali per il triennio 2019 2021”. La misura potrebbe “entrare nel testo definitivo” assieme ad altre in quanto approvate “come emendamenti al Senato.