Garantire al corpo docente della scuola, che percepisce stipendi nettamente inferiori a quelli che dovrebbe avere, almeno delle indennità di valorizzazione pari a quelle assegnate a altri comparti: a rivendicarlo è il sindacato Anief, con uno degli 11 emendamenti presentati dal giovane sindacato per migliorare la Legge di Bilancio 2022 approvata poco prima di Natale a Palazzo Madama e in procinto di essere votata anche dai deputati della Camera dei Deputati. Attualmente, infatti, con il testo approvato si garantirebbero 300 milioni complessivi per la categoria, che corrispondono a poco più di 300 euro annui, pari a circa 25 euro al mese.
Raddoppiare lo stanziamento per il personale scolastico assunto a causa dell’emergenza pandemica e permettere in questo modo la conferma di tutti gli insegnanti e Ata Covid, altrimenti in migliaia verranno licenziati tra pochi giorni: lo chiede il sindacato Anief, attraverso uno degli 11 emendamenti presentati dal giovane sindacato per modificare la Legge di Bilancio 2022 approvata poco prima di Natale al Senato e in procinto di essere votata anche dai deputati di Montecitorio.
questa nuova ricorrenza natalizia ci ricorda che c'è sempre speranza laddove c'è fede. Anche nei continui momenti bui di questa pandemia dobbiamo credere nella nostra missione e nella capacità di poter costruire insieme un mondo migliore.
Il giovane sindacato guidato da Marcello Pacifico chiede di raddoppiare la dotazione organica Covid-19, triplicare il fondo per la valorizzazione della professione docente, valorizzare gli stipendi del personale Ata, assumere 400 dirigenti scolastici e dsga su sedi nuove normo-dimensionate, estendere indennità di sede ai fuori sede, al personale Ata, alle comunità montane, istituire indennità di rischio biologico, abolire vincoli mobilità, attivare passaggi verticali personale Ata e per assumere facenti funzioni Dsga, assumere nei ruoli i precari della prima e seconda fascia GPS. La scadenza degli emendamenti in V Commissione della Camera dei Deputati è prevista per il 27 dicembre.
Se l’alunno con disabilità è costretto a rimanere nel proprio domicilio, perché malato o in quarantena, non può essere il solo docente di sostegno a garantirgli la didattica recandosi direttamente a casa dell’allievo. I dubbi dell’Anief vengono confermati dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, che con parere ufficiale, pubblicato il 21 dicembre, boccia senza mezzi termini lo schema di decreto del Ministero dell’Istruzione sulle modalità di svolgimento del servizio dei docenti impegnati in attività di istruzione domiciliare: “L’inclusione è compito di tutti i docenti della classe e della comunità scolastica e il docente di sostegno è un insegnante della classe e non del solo allievo con disabilità”, dice il Cspi, secondo il quale non si può fare “ricadere solo sul docente di sostegno il progetto di istruzione domiciliare”.
Anief aveva sin da subito espresso dei dubbi sullo schema ministerialesostenendo che quella di permettere al docente di sostegno di svolgere la lezione nel domicilio dell’alunno dovrebbe essere una facoltà e non un’imposizione dall’alto. Marcello Pacifico, leader dell’Anief, ricorda a questo proposito che “gli insegnanti di sostegno sono assegnati alla classe e non al singolo alunno disabile. E lo spostamento a casa dell’alunno farebbe venire meno quell’l’azione didattico-pedagogica tesa sempre a favorire l’inclusione. Si tratta di un punto centrale della didattica speciale che non può venire meno. Per attuare l’assistenza domiciliare bisogna inoltre prevedere il consenso di tutte le parti, a partire dallo stesso docente di sostegno. Liquidare la questione con un decreto monodirezionale non può essere la soluzione al complesso problema”.