Ettore Michelazzi, presidente del Consiglio Nazionale ANIEF e delegato per la CESI, ha partecipato all’incontro di oggi via zoom con i colleghi sindacalisti europei sull’importante tematica dei piani nazionali di ripresa e resilienza dal Covid-19
Ettore Michelazzi, presidente del Consiglio Nazionale ANIEF e delegato per la CESI, ha partecipato all’incontro di oggi via zoom con i colleghi sindacalisti europei sull’importante tematica dei piani nazionali di ripresa e resilienza dal Covid-19
Le supplenze continuano a far dannare i dirigenti scolastici: a oltre tre settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico, sono migliaia gli istituti che devono ancora completare la copertura di posti non coperti da personale di ruolo. In assoluto, la categoria che continua a essere più ricercata è quella degli insegnanti di sostegno. Lo scorso anno In pratica, su oltre 185 mila posti di sostegno, meno della metà 80mila sono stati assegnati a docenti di ruolo specializzati. I restanti 100mila sono stati conferiti a precari, in netta maggioranza nemmeno specializzati: un numero altissimo, spropositato, che rappresenta anche la metà delle cattedre assegnate a personale non di ruolo. Quest’anno – dopo le 59mila immissioni in ruolo attuate, di cui poco più di 14mila su sostegno – delle circa 114mila supplenze annuali finora sottoscritte quelle di sostegno hanno rappresentato anche stavolta oltre la metà del totale.
Gli Uffici Scolastici regionali e provinciali stanno pubblicando le tabelle con le disponibilità: “i posti entreranno a far parte di quelli attribuibili con sistema informatizzato non appena si concluderanno le operazioni di immissione per il ruolo per l’anno scolastico 2021/22”, scrive in queste ore Orizzonte Scuola. A questi vanno aggiunti circa altri 60mila posti di sostegno in deroga, con scadenza imposta al 30 giugno 2021. Un numero, peraltro, destinato a crescere per via dei tanti ricorsi in atto. I posti vuoti di sostegno sono presenti in tutte le Regioni, anche al Sud: solo in Calabria ve ne sono oltre 7mila: in Puglia se ne conteggiano altri 6.501 posti ripartiti tra infanzia (787), primaria (2.647), secondaria di primo grado (1.113) e di secondo grado (1.954).
“Passano gli anni – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ma nella scuola si continuano a commettere sempre gli stessi errori. Abbiamo un numero altissimo di cattedre di sostegno che vanno a supplenza, ma anche stavolta non si è riusciti ad andare oltre ad un ciclo specializzante Tfa con 22mila posti a disposizione. Sempre, tra l’altro, con una pessima distribuzione delle disponibilità a livello regionale, col paradosso che in certe regioni (come il Piemonte) vi sono migliaia di posti liberi, ma poi gli atenei specializzano solo qualche centinaio di docenti, andando anche a tirare su dei paletti eccessivi sui requisiti di accesso. Permangono, inoltre, le cattedre in deroga per legge, frutto di una norma del 2013 che in otto anni nessun governante è stato in grado di mettere almeno in discussione”.
Anief continua a tutelare i docenti e gli alunni a cui viene negato il sostegno: il giovane sindacato ha rilanciato la decima edizione della campagna gratuita #nonunoradimeno, al fine di garantire ad ogni alunno con disabilità le ore settimanali di sostegno richieste dalle scuole come da consolidata giurisprudenza. Una campagna che in alcuni casi ha garantito anche il diritto al risarcimento del danno in favore della famiglia dell'alunno con disabilità il cui diritto all'istruzione e all'integrazione era stato palesemente violato dall'Amministrazione.
L'Anief vince ancora una volta in tribunale e ottiene conferma del diritto degli insegnanti già di ruolo nella scuola Infanzia/Primaria, in caso di passaggio di ruolo alla scuola secondaria, al riconoscimento integrale dell'anzianità maturata nel ruolo precedente. Marcello Pacifico (Anief): “Abbiamo già evidenziato come le Sezioni Unite della Corte di Cassazione già nel 2016 si siano espresse sul punto in modo inequivocabile e assolutamente favorevole ai lavoratori per quanto riguarda i passaggi di ruolo da scuola Infanzia a secondaria, ma ancora il Ministero, nelle ricostruzioni di carriera, opera un computo illegittimo non riconoscendo affatto il servizio di ruolo svolto in precedenza a quanti ottengono il passaggio di ruolo nella secondaria e a volte, come in questo caso, neanche quello svolto nella scuola primaria. Auspichiamo che il Ministero recepisca quanto chiaramente stabilito dalla Suprema Corte”. Ancora possibile aderire allo specifico ricorso Anief.
Anche il Senato, dopo Montecitorio, dà il via libera al decreto legge n.111 del 6 agosto 2021 (il cosiddetto decreto Green pass scuola e trasporti) che aggiorna le misure di contenimento dell’epidemia da COVID-19 con particolare riferimento all’istruzione scolastica, all’università, ai trasporti e alle attività sociali. I sì sono stati 189, i no 31. Il decreto prevede che nell’anno scolastico in corso, l’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo e secondo grado e universitaria sarà svolta in presenza. Inoltre, dal 1° settembre il Green pass è obbligatorio per “tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario; per gli studenti universitari”, sempre che seguano le lezioni in presenza; allievi delle “istituzioni di alta formazione musicale e coreutica; coloro che svolgono attività di altre istituzioni di alta formazione collegate all’università.
Anief rileva che i numeri crescenti dei contagi in classe degli ultimi giorni non fanno ben sperare sulla realizzazione pratica della norma oggi approvata in via definitiva a proposito delle lezioni di svolgere in presenza: “La verità è che pensare di far tornare 8 milioni di alunni in classe per fare didattica è una missione impossibile da realizzare – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché non vi sono le condizioni: nelle aule sono concentrati troppi alunni, peraltro in ambienti piccoli e senza aerazione meccanica. Gli stessi numeri, in decisa crescita di classi in quarantena, oltre 800 in pochi giorni, sono emblematici. Pensare che l’obbligo del Green Pass avrebbe potuto risolvere tutto è stato un errore strategico, le azioni da attuare erano altre”, conclude il presidente Anief.
Per il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi docenti e studenti in quarantena sono “pochissimi”, ma i (primi) numeri lo smentiscono: lo scrive oggi la stampa specializzata, sostenendo che in questi giorni “si è completato il ritorno in classe”, ma “serpeggia tra gli addetti ai lavori la perplessità della tenuta del sistema”. Su La Repubblica si riportano le situazioni dei contagi in diverse regioni italiane: dall’Emilia Romagna (in quarantena sono i contatti stretti) passando per il Lazio che vorrebbe seguire questa linea (che comprende anche, in caso di tampone negativi per tutti gli altri il ritorno immediato a scuola). In Veneto, invece, a casa ci va solo il contagiato in modo tale da evitare la Dad generalizzata. In Toscana, invece, si prevede l’isolamento automatico per tutto il gruppo classe. Di fatto, è passata solo una settimana e il dato, rispetto all’anno scorso, è in aumento (erano 400 nello stesso periodo). “È lecito, dunque, pensare che si viaggi attorno alle 800 quarantene in tutta Italia”, dice Orizzonte Scuola.
“A pochissimi giorni dall’avvio dell’anno scolastico – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si può dire con certezza che l’impegno preso dal Governo e dall’amministrazione scolastica centrale di far tornare tutti gli alunni in presenza e dire addio alla didattica a distanza è fallito prima di essere messo alla prova. Abbiamo già migliaia di alunni e studenti in quarantena e la stagione autunnale, con i primi freddi, che porterà i pericoli di contagio maggiori, deve ancora ancora arrivare. Noi lo diciamo, inascoltati, da mesi: si doveva agire sul distanziamento, facendo di tutto per tenere lontani gli alunni, riducendone quindi il numero per classe, aumentando la capienza delle aule e mettendo a disposizione delle scuole più personale. Non è stato fatto, si è puntato tutto sul Green Pass, pensando, a torto, che fosse la panacea di tutti i mali e che sarebbe bastato a proteggere dai contagi. A questo punto, considerando che non vi sono più i tempi per agire, speriamo che almeno chi governa la scuola si decida ad indirizzare su queste necessità i finanziamenti del Recovery Plan che si appresta a mandarci l’Unione europea. In caso contrario – conclude Pacifico – il fallimento sarà completo, anche per il futuro”.