“Da domani sera potremo dire che le scuole hanno ripreso le lezioni, ma siccome il distanziamento è solo raccomandato e il Governo non ha fatto nulla per fornire maggiori garanzie, confermando addirittura oltre 10mila classi pollaio, le possibilità di ritornare alla dad sono tutt’altro che residue”, commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Intanto, dopo i primi casi di didattica a distanza in alcuni istituti dell’Alto Adige, sono centinaia le classi costrette anch’esse alla quarantena, con i loro alunni a fare ancora lezione da casa. Un motivo in più per aderire domani allo sciopero Anief nelle ultime due regioni che ancora non avevano ripreso le attività didattiche.
“Il problema è che a parte i casi estremi di classi con più di 28 alunni – continua il sindacalista autonomo – la verità è che più dell’80% di classi con oltre 15 alunni non è compatibile con una didattica di qualità e con i parametri già esistenti sulla sicurezza, a partire dal DM del 18 dicembre 1975 che impone alle scuole il rispetto di almeno 1,80-1,90 metri quadrati di spazio ad allievo: una indicazione, invece, che a causa delle aule che non superano in media in 35 metri quadrati e delle assurde norme sulla composizione di classi con numeri di iscritti maxi per ognuna, non è stata mai assolta. Solo che il tempo dell’attesa è finito. E noi lo ribadiamo scioperando, invitando tutto il personale, di ruolo e precario, ad aderire alla nostra iniziativa di protesta nel primo giorno di scuola, che domani riguarderà Puglia e Calabria. I gap formativi, che proprio nelle regioni del Sud sono più evidenti, e i rischi sulla sicurezza da Covid, non certo superato con l’imposizione del Green pass, pure illegittimo e discriminante, vanno affrontati con ben altre norme e leggi, ancora di più perché a breve potranno essere realizzate con i miliardi del Recovery Plan voluto dall’Ue per rispondere al Covid e anche per risollevare l’istruzione dei Paesi membri”.