A seguito della lettera inviata dall’Anief al premier Mario Draghi e ai ministri Bianchi e Speranza, semaforo verde da parte della Commissione Affari sociali della Camera, per estendere oltre agli studenti anche al personale scolastico la possibilità di usufruire, con prezzi bassi fino al 30 novembre, dei meno invasivi test salivari per il tracciamento della diffusione del Covid e il rilascio della certificazione verde. La norma, approvata con un emendamento, sarà valida nei prossimi giorni dopo la conversione del decreto legge.
“La decisione del legislatore – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – avviene dopo le pressioni del nostro giovane sindacato, affinché gli studenti degli atenei e il personale scolastico e universitario possano essere trattati allo stesso modo, al fine di evitare la diffusione del contagio da Covid. E perché i tamponi naso-faringei siano sostituiti da quelli meno invasivi tramite test salivare rivolti a coloro che non sono vaccinati o non possono vaccinarsi e vogliono continuare a lavorare nelle nostre scuole garantendo così la didattica in presenza. La disposizione arriva sempre in attesa del giudizio dei tribunali sulla legittimità dell’obbligo del possesso di esibizione del Green Pass”.
“Il presidente della III sezione del Tar Lazio ha emesso un decreto monocratico: non è una sentenza. Abbiamo rispetto per i decreti monocratici, però è bene sapere che il problema si porterà in discussione il 5 ottobre. E dopo uno o due giorni si emetterà l’ordinanza cautelare. Se questa dovesse essere negativa, Anief si rivolgerà al Consiglio di Stato”. A dirlo, nel corso di una diretta Facebook, è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a commento della decisione Tar del Lazio di respingere le istanze dei ricorrenti che chiedevano di sospendere tutti i provvedimenti adottati dal ministero dell’Istruzione con cui è stata stabilita la disciplina in materia di possesso del Green Pass per il personale scolastico.
Nel corso di un’intervista ad Orizzonte Scuola, lo stesso presidente Anief ha definito la linea che i legali del sindacato intendono intraprendere: “Qualora ai primi di ottobre – ha detto il sindacalista - la terza sezione bis del Tar Lazio non dovesse pronunciarsi ancora sulla palese illegittimità del provvedimento relativamente al contrasto con il Regolamento comunitario 953/2021 come richiesto dall’ufficio legale, si procederà immediatamente ad adire il Consiglio di Stato. Nelle more della discussione del ricorso amministrativo, che avverrà fra un mese, la palla passa al tribunale del lavoro dove Anief si sta costituendo per le cause urgenti discriminatorie ex art. 28 del dlgs 150/2011”.
Lo scorso anno scolastico nelle scuole si sono infettati di Covid 53mila insegnanti, di cui circa 40mila del primo ciclo, più 16mila Ata e ben 226mila studenti. In tutto, sono stati registrati oltre 13mila focolai. Non sono numeri rassicuranti quelli emessi dall’Istituto Superiore di Sanità, attraverso un rapporto per provare a controllare la diffusione del coronavirus, tutelando la didattica in presenza:nel periodo indicato, vi sono stati anche circa 1,4 milioni di alunni per il I ciclo e 460 mila studenti per il II ciclo stati posti in quarantena.
Secondo il sindacato Anief, il monitoraggio dell’Iss è un chiaro campanello di allarme su come le strutture scolastiche, per come sono composte, rappresentano un luogo dove i virus trovano terreno fertile. Ci sono tantissime classi e strutture non adeguate alla didattica ordinaria, figuriamoci alla convivenza in tempo di Covid. Ecco perché Anief ha chiesto a presidi, medici competenti ed Rsu un'informazione urgente sui criteri della formazione delle classi durante lo svolgimento delle lezioni in presenza rispetto alla metratura del singole aule e sul rispetto dei parametri vigenti in materia di sicurezza, sulle misure di contenimento da rischio Covid in base al numero di individui contemporaneamente presenti nelle aule, indicando per ciascuna aula anche la metratura e il numero di alunni per classe, sull’aggiornamento del DVR e conseguente effettuazione delle valutazioni del rischio biologico da agenti di cui all’art 268, c. 1 punto c) del TU sulla sicurezza coinvolgendo il RLS come convenuto al punto 1 nel protocollo d’intesa del 14 di agosto e sulle convenzioni attivate per la predisposizione dei tamponi gratuiti per tutto il personale scolastico. Inoltre, il sindacato ha sollecitato il garante sulla privacy, in merito alla verifica e possesso della certificazione verde del personale scolastico, in particolare sulla necessità di richiedere tale certificazione giornalmente soltanto per le attività svolte in presenza senza alcuna discriminazione tra i dipendenti.
Secondo Marcello Pacifico, leader dell’Anief, “chi governa la scuola ci vuole far credere che con docenti, Ata e meno di un quarto degli alunni vaccinati quest’anno le cose andranno diversamente. Sappiamo bene, virologi in testa, che le cose non stanno così: la vaccinazione è importante, la sosteniamo anche noi come sindacato, ma non rappresenta uno schermo rispetto al Covid. Addirittura, a nostro avviso, le prospettive sono peggiori del 2020/21, perché tra il personale e gli studenti potrebbe scattare un’inconscia convinzione che il Coronavirus è ormai superato, allentando quindi le modalità di prevenzione. Lo stesso segnale che ha inviato il Comitato tecnico scientifico sul distanziamento minimo di un metro, non più obbligatorio ma solo ‘raccomandato’, rappresenta un incentivo verso questa filosofia pericolosa”.
Nel pomeriggio di ieri (1° settembre 2021) si è svolto presso la sede della CEI a Roma l’incontro tra Mons. Antonio Raspanti, Vescovo di Acireale e Vice Presidente della CEI, Mons. Stefano Russo, Segretario generale Cei, Mons. Roberto Malpelo, Direttore dell’Ufficio per i problemi giuridici e Sottosegretario Cei, Don Daniele Saottini, Responsabile dello Snirc della Cei, e i rappresentanti delle organizzazioni rappresentative Manuela Pascarella (Flc Cgil), Ivana Barbacci (Cisl scuola), Giuseppe Favilla (Uil scuola Rua), Giuseppe Antinolfi (Snals Confsal), Orazio Ruscica (Fgu/Snadir) e Alessandro Manfridi (Anief), per affrontare le tematiche derivanti dal DPCM del 20 luglio 2021, che ha previsto l’avvio della procedura concorsuale per l’assunzione di 5.116 docenti di religione
Dopo la sentenza n. 180 emessa il 30 luglio scorso dalla Corte Costituzionale (redattore il vicepresidente Giuliano Amato) non vi sono più dubbi: “deve essere chiaro che il servizio prestato nella scuola secondaria, in un Istituto paritario o legalmente riconosciuto, non dà alcun punteggio per la mobilità. Cosa diversa è per il servizio prestato in una scuola “pareggiata”, che ha la stessa identica valenza della scuola Statale”. Gli enti del sistema di istruzione e formazione professionale sono pareggiati, poiché rilasciano un titolo di studio con valore legale, sono gestiti da un ente pubblico territoriale, la Regione che delega finanziamenti che arrivano dallo Stato centrale agli enti di formazione. Quindi, trattasi di scuole in cui il personale è stato reclutato secondo gli stessi criteri della scuola statale, quindi scorrendo una regolare graduatoria con criteri di pubblica trasparenza. L’Anief è da tre anni che lo sta dicendo.
“Abbiamo sempre ritenuto – dichiara Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – che i docenti IeFP sono insegnanti dello Stato perché reclutati secondo bandi pubblici, o scorrendo graduatorie pubbliche, come attestano le prove depositate al Tar e al Consiglio di Stato e sono realtà gratuite per le famiglie come quelle statali”. Non essendoci, dunque, alcuna diversità rispetto alle scuole statali, va da sé, che i docenti IeFP che hanno pagato l’iscrizione al concorso straordinario 2020 facendo ricorso con Anief debbano essere ammessi a sostenere la prova attraverso una sessione straordinaria con la medesima modalità selettiva.