Le prossime saranno ore decisive per l’emanazione del Decreto Covid: a breve si svolgeranno la cabina di regia dell’emergenza Covid e il Consiglio dei ministri. Le interlocuzioni e il lavoro sul nuovo decreto sarebbero ancora in corso, per valutare anche le nuove disposizioni sulla formulazione del green pass, che per viaggiare o partecipare a particolari eventi necessiterà della doppia dose di vaccino anti Covi19. Il decreto sarà approvato subito per entrare in vigore il 26 luglio. Invece, la norma che regola l’eventuale obbligo vaccinale per la scuola non sarà inserita nel prossimo decreto legge: determinante sarà il parere del Cts. Anief rileva, tuttavia, che il Comitato Tecnico Scientifico si è già espresso dieci giorni fa: nel documento prodotto, gli esperti nominati dal Governo indicano sostanzialmente l’importanza di vaccinare il personale e gli studenti sopra i 12 anni, ma non l’obbligo, più l’importanza di “mantenere il distanziamento fisico tra le persone”.
“Il Cts è stato già chiarissimo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e non comprendiamo cosa altro debba indicare visto che sono passati pochi giorni da quel giudizio espresso sul ritorno a scuola: le condizioni epidemiologiche sono in via di peggioramento e siccome il Comitato tecnico scientifico non può di certo imporre le vaccinazioni obbligatorie, l’unica soluzione da adottare rimane quella di distanziare alunni e docenti. Per farlo, non ci stancheremo mai di ricordarlo, non servono regolamenti o pareri: occorre introdurre altre sedi scolastiche, andando a recuperare quelle smantellate negli ultimi 13 anni per via di una politica tutta incentrata sulla spending review sulla pelle degli alunni. I quali sono stati ammassati senza ritegno. È giusto di oggi la notizia di 51 alunni iscritti in una sola classe di un istituto romano: vogliamo sperare che si tratti di una boutade, perché rischiamo di diventare la barzelletta d’Europa. Mentre gli altri Paesi regolarizzano il numero di allievi e introducono limiti per evitare rischi pandemici e per migliorare la didattica, noi andiamo a picco negli apprendimenti, come registrato la scorsa settimana dalle prove Invalsi 2021, e perseveriamo non mantenere dei parametri di formazione delle classi da terzo mondo”.