Sono state segnalate ad Anief difficoltà alla presentazione della domanda per l’inserimento negli elenchi aggiuntivi alla prima fascia delle GPS da parte degli aspiranti che conseguiranno il titolo dopo il 24 luglio ma prima del 31.
Nonostante l’avviso ministeriale dell’8 luglio preveda che questa categoria di aspiranti possa presentare domanda con riserva, da sciogliere con PEC da inviare all’AT della provincia scelta entro il 1° agosto, i form attivi richiedono tutti l'indicazione obbligatoria del voto finale (dato evidentemente non in possesso dagli interessati) e non consentono di procedere se si inseriscono date di conseguimento titolo successive al 24 luglio.
È tutto pronto per l’assegnazione delle 112.473 immissioni in ruolo di docenti: a partire da domani la macchina organizzativa ministeriale si metterà in moto per suddividere il contingente alle regioni e procedere con le nomine. Il problema è che se ne realizzeranno non più di 20-30mila e che i posti avanzati andranno a supplenza, andando a determinare l’ennesimo record di contratti a tempo determinato, una quantità inaudita di cattedre senza titolare che arriverà a quota 250mila. I parlamentari non ne hanno voluto sapere di introdurre gli emendamenti indicati da tutti i sindacati nel decreto Sostegni bis: dal testo approvato alla Camera è spuntata una norma, all’ultimo momento, che procrastina le assunzioni di 12 mesi, quindi all’estate del 2022.
Il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, è deluso: “Del Patto per la Scuola di maggio non sono rimaste che le briciole, perché si è scelta una strada che sposta solo il problema e non lo risolve, tra l’altro obbligando i nuovi docenti a sottoporsi ad una selezione, poi a due corsi di formazione, un anno di prova e valutazione finale. Mentre l’Europa ci dice che dovrebbero essere assunti in modo automatico, dopo 36 mesi di supplenze, noi li sottoponiamo ad una procedura assurda e cervellotica. La soluzione c’era, era a portata di mano: bisognava assumere da seconda fascia Gps e far abilitare e specializzare nell’anno di prova con Pas e Tfa sostegno. Non è stato voluto. Nel frattempo, dai concorsi – straordinario della scuola secondaria Stem – si selezioneranno dei docenti che non copriranno nemmeno il turn over. E dei concorsi ordinari, pure discriminanti, si sono perse le tracce. Come pure dei corsi abilitanti.Non ci siamo, daremo battaglia in tribunale”.
“Per il ritorno a scuola in sicurezza ognuno si deve assumere le proprie responsabilità, invece si sta mettendo su un mezzo teatrino tra le varie parti coinvolte: invece di unire le forze per tornare alla didattica in presenza rispettando il distanziamento fisico aumentando gli spazi delle aule e dimezzando gli alunni per classe, ci si sta concentrando sull’obbligo vaccinale di studenti e personale, che va incentivato ma che per mille motivi non può essere introdotto per legge”. Lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando le ultime dichiarazioni sulla mancata vaccinazione di oltre 220mila docenti e Ata. Il sindacalista prende spunto anche dalle parole di Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente dell’Istituto superiore di sanità, il quale ha detto che il Comitato Tecnico Scientifico ha “chiesto di incentivare al massimo la vaccinazione del personale scolastico”, ma non può “decidere di renderla obbligatoria: deve farlo la politica, viste le implicazioni anche sociali di una scelta come questa”.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): “Chi vuole la didattica in presenza chieda il rispetto del distanziamento con il raddoppio delle classi, altrimenti taccia. È inutile nascondere il dito quando si indica la luna”.
Questo il commento del leader del giovane sindacato alle parole di Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica e consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza. A proposito del rientro a scuola in sicurezza a settembre, Ricciardi ha detto che bisogna “agire adesso, ma dobbiamo agire con i fatti. Il che significa evitare gli errori dello scorso anno. E non mi pare che questo stia succedendo”. Ha aggiunto che è necessario “rafforzare i trasporti, migliorare la protezione delle aule scolastiche, vaccinare gli insegnanti. Il personale scolastico ha manifestato grande sensibilità per la vaccinazione anti Covid. C’è una percentuale alta di vaccinati. Ma se ci sono persone che non si vogliono vaccinare e che lavorano con bambini sotto i 12 anni, li si sposta ad un altro lavoro. Vanno in segreteria, vanno in biblioteca. Ma il lavoro, a contatto con le persone deve essere soltanto per chi protegge se stesso e quindi anche gli altri”.
I numeri fanno diventare ancora più evidente l’invecchiamento progressivo del corpo insegnante italiano, passato in soli 10 anni da un’età media di 49,1 anni a 52,5 anni: dal Rapporto Inapp 2021 diffuso in queste ore emerge che nella scuola nell’ultimo decennio il personale over 60 è più che raddoppiato e, malgrado le assunzioni, il “peso” di questa fascia di età sul totale dei docenti, Ata e dirigenti scolastici di ruolo – in tutto 640mila lavoratori - è passato dal 9 al 22%. Secondo lo studio nazionale, un altro 22% di lavoratori della scuola appartiene alla classe 55-59 anni. Anche l’età media dei precari, per via delle assunzioni ridotte al lumicino, è ormai sopra i 50 anni. Senza una riforma seria del reclutamento si sta andando verso una precarizzazione ulteriore del personale: nel prossimo quinquennio, infatti, andranno in pensione quasi 300mila docenti, Ata e presidi.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “questi dati confermano la necessità estrema di mettere mano al reclutamento scolastico, introducendo delle modalità di assunzioni che non facciano più invecchiare il personale da precario e prevedano stabilizzazioni automatiche dopo 24-36 mesi di servizio, così come avviene nell’Unione europea senza ricorrere al giudice. L’occasione per farlo è quella di utilizzare le modifiche previste dai meccanismi di reclutamento nel pubblico impiego della riforma Brunetta e di applicare finalmente quanto chiede l’UE da almeno 20 anni per stroncare l’abuso di precariato, che ha portato all’l’indecenza degli attuali 240mila posti vacanti, tanto da meritarci un’istruttoria di Bruxelles con forte pericolo di pagamento di multe salatissime in arrivo. Diventa nel contempo fondamentale allargare l’Ape sociale a tutte le categorie scolastiche, non fermandosi alla fascia fino a 6 anni come avviene oggi, oltre che estendere la “tutela ai lavoratoti fragili”. Il tempo dell’attesa è scaduto, ora servono fatti”.