Oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, è intervenuto per parlare di Concorsi e riforma reclutamento all’interno della trasmissione radiofonica di Italia Stampa: “In futuro ci saranno concorsi annuali, che grazie ad Anief saranno semplificati anche per la scuola. È necessario garantire il diritto di tutti i cittadini ad accedere ai concorsi pubblici, ma anche avere i migliori insegnanti in cattedra. Queste sono le proposte che presenteremo in parlamento quando si discuterà della semplificazione dei concorsi ordinari e di come semplificarli in base alle norme volute dal ministro Brunetta”
Non è inderogabile il blocco dei trasferimenti imposto ai neo-assunti a partire dal 1° settembre scorso. Nell’OM n.18372 del 14 giugno 2021, infatti, si prevede deroga per alcune categorie: queste riguardano gli insegnanti soprannumerari o in esubero, i beneficiari della precedenza legata all’articolo 33, commi 3 e 6, della Legge n.104/92, con la condizione di bisogna successiva alla data di iscrizione al bando. Possono presentare domanda pure i docenti con figli minori di 3 anni e i coniugati con militari che si spostano per motivi di servizio. Per tutti gli altri, che sono la stragrande maggioranza di coloro che insegnano e sono stati assunti a tempo indeterminato, anche alla luce della recente nota ministeriale sulle utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie del prossimo anno scolastico, non c’è nulla da fare. A meno che la Camera non proceda all’approvazione degli emendamenti Anief al decreto Sostegni-bis oppure che il lavoratore decida di ricorrere al giudice, con i legali dello stesso giovane sindacato: “La nostra intenzione – dice il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico – è quella di dare a tutti quanti ne avessero bisogno la possibilità di presentare domanda. Negare l’assegnazione provvisoria in presenza del posto e in tempo di Covid è nello stesso tempo una clamorosa negazione del diritto alla famiglia e del buon senso”
Sul concorso bando del concorso ordinario docenti 2020 per le discipline riconducibili alle classi di concorso A020, A026, A027, A028 e A041, c’è un problema di fondo: “era stato bloccato da un anno e quindi tutti noi coloro che nel frattempo si sono laureati o comunque sono oggi in possesso dei requisiti e vogliono fare domanda ne hanno pieno diritto. Invece sono impossibilitati a farlo”. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief nel corso di un’intervista all’agenzia Teleborsa. "Abbiamo consigliato – ha detto ancora Pacifico - di presentare comunque un'altra domanda cartacea, che abbiamo messo a disposizione entro il 30 giugno, così da mettere in modo per partecipare alle prove anche in data diversa, perché il bando cambia le regole: chi aveva presentato un anno fa la domanda sapeva che il concorso si svolgeva in un certo modo e che i posti erano 3.000 e non 6.000. È evidente quindi che ci potrebbe essere oggi un interesse a partecipare a questo concorso. Bisogna quindi presentare una domanda e, se non accolta, ricorrere in Tribunale". Ecco perché Anief ha deciso di impugnare il DM n. 826/21 di rettifica laddove non riapre i termini per la partecipazione a tutti i candidati con i titoli d'accesso validi, viste le modifiche intercorse del numero dei posti e dello svolgimento delle prove. Per aderire all'iniziativa legale bisogna inviare lavoro domanda cartacea all’Ufficio Scolastico della Regione di proprio interesse: adesioni al ricorso aperte fino al 30 giugno.
Sulla questione dell’ora di religione e della mozione per abolirla si è espresso Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ai microfoni di Italia Stampa. Pacifico ha affermato che “in questi giorni è scoppiata una polemica a causa di una proposta da parte di alcuni esponenti del parlamento di eliminare l’ora di religione cattolica. Quindi gli insegnanti di religione cattolica, non solo devono subire la precarietà e la ghettizzazione all’interno della categoria docenti, essendo gli unici a non avere un’autorizzazione di immissione in ruolo per 17 anni dopo la procedura riservata concorsuale del 2003/04”, ma adesso devono subire anche questo.
“Lo Stato – continua il presidente Anief - ha abusato di loro, c’è una causa pendente in Corte di Giustizia europea sul precariato, e ora si va a polemizzare sul fine stesso dell’insegnamento della religione cattolica, che ricordiamo è soggetto a materia concordataria che ha portato anche alla possibilità nelle scuole superiori di avvalersi di questo insegnamento, che non è obbligatorio per i ragazzi, avendo la possibilità di usufruire di un’ora alternativa. Ciò ci dice che c’è la piena libertà delle famiglie. Qui però si va addirittura a intervenire svalutando la figura di chi in questi anni ha insegnato come tutti gli altri docenti e per questo chiede dignità professionale. Non è un caso che Anief si sia battuta a favore del titolo di insegnamento di religione cattolica, che per noi deve essere valido anche per il concorso a dirigente scolastico; non capiamo perché un insegnante di religione cattolica possa fare il vice preside ma non il preside. Bisognerebbe invece chiedere il ripristino delle ore tagliate negli ultimi vent’anni. Chiediamo piena dignità professionale”.
Sì all’aumento dei docenti, così da coprire le ore aggiuntive che si faranno nelle scuole per l’allargamento progressivo del tempo pieno. Via libera pure all’incremento stipendiale e alle progressioni di carriera. Arrivano segnali positivi del G20 dei ministri dell’Istruzione svolto a Catania: a esplicitarli è stato il nostro ministro dell’Istruzione, durante la conferenza stampa di fine evento, durante il quale si è ribadita l’esigenza di porre la scuola come uno dei temi centrali e sui cui investire maggiormente durante e dopo la pandemia da Covid. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il titolare dell’Istruzione pubblica ha detto che “quest’anno in Italia i nuovi nati sono stati circa 400mila, il “numero più basso dall’unità d’Italia”. Nonostante ciò, ha proseguito “siamo riusciti a mantenere lo stesso numero di docenti, migliorando il rapporto docenti-studenti. Ho rifiutato – ha sottolineato Bianchi – la diminuzione dei docenti, ma dobbiamo cambiare la qualità della scuola. Io sono per una scuola a tempo pieno”, ha sottolineato il ministro che si è anche detto favorevole ad una carriera professionale da parte del corpo docente, oltre che ad un adeguamento stipendiale alla media dei Paesi Ocse.
Anief condivide in pieno le parole del ministro dell’Istruzione, ritenendo però nel contempo che non bisogna più limitarsi agli annunci ma entrare nel merito delle questioni e procedere con fatti concreti: la riduzione del numero di alunni per classe, anche alla luce dell'andamento demografico della popolazione, al fine di migliorare il servizio e favorire la diffusione del tempo pieno sono punti cruciali. A tal proposito, Cisal e Anief hanno chiesto un miliardo proprio per la riduzione del numero di alunni per classe, anche alla luce dell'andamento demografico della popolazione, nell’ottica di migliorare il servizio e favorire la diffusione del tempo pieno.
“Come Anief - dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – ribadiamo l’esistenza di recuperare quel tempo scuola che il dimensionamento forzato dell’ultimo Governo Berlusconi ha prodotto, arrivando a tagliare diverse ore di lezione settimanali, compresenze dei docenti, 200 mila cattedre, insegnanti specializzati e tante sedi scolastiche. È un punto cruciale, che proprio con i soldi del Pnrr abbiamo ora la possibilità di affrontare e superare. Nello stesso tempo, i tempi sono anche maturi per rivedere i rapporti alunni-docenti, andando a cambiare i numeri delle soglie per la costituzione delle classi considerando che anche il prossimo mese di settembre si riaprirà la scuola con migliaia di classi pollaio composte da 30 alunni. Come deve essere affrontata con decisione e immediatezza la questione di allineare gli stipendi all'inflazione: siamo fermi all’incremento del 3.48% di tre anni fa, poco dopo il contratto è scaduto e siamo fermi lì. I fondi messi a disposizioni con le ultime leggi di bilancio porterebbero a docenti e Ata, come a tutti i pubblici dipendenti, aumenti leggermente superiori: è chiaro che può essere un inizio, perché l’obiettivo deve essere quello di introdurre aumenti stabili medi da 250 euro mensili, più una diaria per il rischio biologico che oggettivamente la categoria scolastica affronta tutti i giorni nell’esercizio della professione”.